Close Lobsters – Post Neo Anti: Arte Povera in the Forest Of Symbols

Written by Recensioni

Cancellare trent’anni e ricominciare da dove eravamo rimasti.
[ 28.02.2020 | Shelflife | jangle pop ]

“Che diavolo succede, è uno scherzo?”, si staranno chiedendo i più attenti. In effetti, sembra tutto un grande scherzo e gli scozzesi non hanno nessuna intenzione di chiarirci le idee.

La band di Andrew Burnett, diventata famosa nella seconda metà degli Ottanta con il brano Going To Heaven To See If It Rains, rappresentava il jangle pop che puntava a diventare qualcosa di più (cosa che riuscì ai contemporanei The Smiths). Eppure, nonostante un successo crescente e live in giro per il mondo, dopo Headache Rhetoric del 1989 la band sembrò aver smarrito la propria vena, tanto che ci sarebbero voluti oltre trent’anni per un nuovo LP di brani originali.

Una storia bizzarra, quella dei Close Lobster: solo due full length, una carriera mai interrotta ma che sembrava già in discesa e un posto nel cuore di chi si tiene strette queste chicche nascoste. Insomma, un gruppo diventato icona della fugacità che ora riprende esattamente da dove aveva lasciato, tagliando tre decadi come se nulla fosse, cercando di dimostrare di non essere una semplice meteora.

“È uno scherzo?”, ci chiedevamo. Lo sembra anche nella copertina, che nulla ha a che fare con il sound degli scozzesi, ma no, non lo è, anche se il lungo titolo, oltre che divertente, sembra voler perculare noi e tutto il mondo della musica con le sue etichette e la sua necessità di organizzare più che vivere il suono. “Post”, “Neo”, “Anti”. Post jangle pop, neo power pop, anti indie pop. Facciamo così, evitiamo le definizioni e godiamoci un gradito ritorno, fatto di bellissime canzoni: semplici come sono sempre stati loro stessi, allegri e spensierati, con un’energia contagiosa e un nostalgico spirito punk.

Un ritorno che farà felici i pochi che li ricorderanno ma saprà anche accontentare il pubblico più giovane, quelli che negli anni Novanta ascoltavano gli Weezer e i Teenage Fanclub, i ventenni del nuovo millennio con The Go-Betweens tra le orecchie e l’ultima generazione che si è scatenata ai concerti di Alvvays e Jeff Rosenstock.

Se volete togliervi dalle spalle per meno trent’anni e sentirvi ragazzi, ascoltate subito questo Post Neo Anti ma se trent’anni neanche li avete, coglietela come un’occasione per scoprire dei vecchietti che sanno ancora come scrivere belle canzoni.

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Last modified: 23 Ottobre 2020