Cesare Cremonini – 2C2C

Written by Recensioni

2C2C ci ricorda tutti i motivi per cui ci siamo innamorati di Cremonini.

[ 29.11.2019 | Universal Music Italia | pop, cantautorato ]

(di Mariarita Colicchio)

Partiamo dalle cose che tutti sappiamo a memoria, quasi come ci fossero state tramandate oralmente. Tra queste, senza grandi dubbi c’è il fatto che Cesare Cremonini è da venti anni in cima all’olimpo della musica, pop e non, italiana.
Un’altra cosa che abbiamo acquisito negli anni è che le sue canzoni, sempre, a mo’ di orologio, segnano periodi della nostra vita, indifferentemente da se siamo stati adolescenti quando le radio mandavano in ripetizione 50 Special o quando a popolarle c’era La nuova stella di Broadway.
Insomma, volenti o nolenti, la vita di chiunque abbia ascoltato radio, sia entrato in discoteca o banalmente in un qualsiasi centro commerciale con musica in diffusione, negli ultimi venti anni, ha avuto a che fare con Cesare Cremonini.

Vent’anni fa nasceva una stella nel mercato musicale, veniva da Bologna e andava in giro con un progetto non esattamente sconosciuto chiamato Lunapop. Lui è il frontman, nato nel 1980 e all’anagrafe si chiama Cesare. Siamo nel 1999 e ancora non sa cosa succederà alla sua vita.
Qualche centinaio di sold out e qualche album da primo in classifica dopo, a fine novembre 2019 esce 2C2C The Best Of, che potremmo definire come una sorta di compendio artistico, un saper tirare le fila degli ultimi, incredibili, vent’anni d’onorata carriera.

E così 2C2C ci si presenta con un bagaglio di 87 brani e una durata di 6 ore e 29 minuti. Ma, dal momento, che con i numeri non sono mai stata un granché, posso dire che 2C2C ha l’enorme capacità del ricordo; non solo perché di questo numero enorme gli inediti, bellissimi, sono solo 6 (tra cui spiccano Al Telefono, già singolo, e Se un giorno ti svegli felice) ma anche, forse soprattutto, perché quando una cosa è bella, in modo semplice e puro, come lo è la maggioranza dei suoi brani, ogni ascolto è nuovo ma sa di casa.

Io metto le mani avanti, quando parlo di Cremonini, perché per me la sua musica è quanto di più puro sia stato partorito musicalmente gli ultimi decenni, ma di oggettivo c’è che un album come 2C2C fa un enorme regalo di Natale a chi ascolta: capire cosa c’è dietro. E così, in versioni puramente strumentali, altre al pianoforte, altre rimasterizzate e altre in original demo, ci ritroviamo in una tela tessa di perfezionismo e bellezza.
2C2C è un album perfetto, non tanto nel senso sentimentale del termine (questo è un giudizio che lasciamo all’ascoltatore e che varierà di persona in persona) quanto nella costruzione, nella realizzazione e nella stesura. Sono i suoi capolavori, che certamente conoscevamo già, ma che diventano canzoni nuove, che non stancano mai.
Per me la ciliegina sulla torta già buonissima è la cover in versione live de L’anno che verrà di Lucio Dalla, una sorta di passaggio di testimone tra il bolognese musicalmente più grande di tutti i tempi e chi, in questi anni, ha seguito la sua magnifica scia. Passaggio del testimone sancito anche dal fatto che, mentre l’anno scorso era stato proprio Dalla ad illuminare con le sue parole Bologna, quest’anno le luminarie recitano Nessuno Vuole Essere Robin.

Insomma, per tirare anche noi le fila di questo discorso, 2C2C è uno di quei rari casi in cui non c’è davvero nulla da dire di negativo, risultato che solo un artista enorme può ottenere e pure le critiche che possono essere mosse (che più che critiche sono un bramare ancora di più) sono figlie della nostra incapacità a saziarci. Forse l’unica pecca – che poi pecca davvero non è – sta nel fatto che gli inediti, sentiti insieme ai grandi capolavori, perdono di potenza. Ma d’altra parte il livello è così alto che comunque rimangono dei prodotti di qualità.
2C2C The Best Of non è qualcosa di nuovo ma nemmeno qualcosa di passato, è un album che ha il potere di collocarsi storicamente in più momenti e, di conseguenza, possiede la capacità di attirare un pubblico vastissimo.

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Last modified: 16 Dicembre 2019