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Mom Blaster – “Mi Troverai Qui” [VIDEOCLIP]

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Dall’album Reset, pubblicato lo scorso 10 dicembre, “Mi Troverai Qui” è il secondo singolo estratto del lavoro della band abruzzese.

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Nails&Castles – “Dr. Feelgood” [STREAMING]

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“Dr. Feelgood” é un brano lento in cui basso, contrabbasso e ukulele ricreano un mood nostalgico e malinconico che accompagna una melodia vocale leggera e sussurrata. Il sound ricreato é molto personale e volutamente lo-fi. Il titolo del brano rivela uno dei possibili significati del testo, formato da poche frasi che possono essere liberamente interpretate. Nails&Castles è un duo indie pop milanese, le cui sonorità mischiano strumenti analoghi e all’apparenza contrastanti come basso e contrabbasso sui quali vengono sovrapposti inserti di ukulele completati da una voce fortemente influenzata dal punk e dalla new wave. La costruzione ritmica è affidata, invece, a batterie programmate e suonate.

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Karoshi – Libellula [FREE DOWNLOAD]

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Karoshi stanno per tornare con il loro secondo EP, Antera, quattro brani tra sperimentazioni psichedeliche e post-rock, in uscita l’8 marzo prossimo. 

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Morfema – “Corallo” [VIDEOCLIP]

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“Corallo” è il secondo singolo dei Morfema estratto dal nuovo disco Al Mare D’Inverno in uscita il prossimo 27 Gennaio. Al Mare D’Inverno nasce dalla necessità di sfuggire a qualcosa, passando dalla malinconia attraverso l’introspezione, per trovare piccole isole felici da esplorare con cura senza perdere mai la rotta. I Morfema nascono nel 2009 nella provincia di Bergamo dall’incontro tra Stefano Gamba (voce) e Virgilio Santonicola (chitarra). Tra i due nasce la volontà di creare un’idea di famiglia sonora che si concretizzerà con l’ingresso di Roberto Cucchi (chitarra), Matteo Zorzi (batteria) e per finire Maurizio Nembrini (basso).

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Le Chiavi Del Faro – “Plastiche, L’inventario” [FREE DOWNLOAD]

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“Liberi ma legati, corriamo restando fermi.

Gli opposti sono il tema che scorre lungo Plastiche, L’inventario.

In noi convive il contrasto di rapporti agli antipodi.
È sempre la stessa storia…vorrei ma non posso, devo ma non voglio…e siamo sempre solo all’inizio.
Le estremità che vanno in collisione, sfidandosi in una lotta senza fine.
Le nostre contraddizioni ci spronano a scegliere da che parte stare e non c’è soluzione se non quella di abbracciarne l’imprevedibilità, per poi capire, modificarsi e migliorare.
Rischiare ma essere partecipi, essere veri e combattere i silenzi.
Arduo sarà mostrare il contenuto ma solo allora saremo slegati da ciò che è comodamente visibile”.

Scarica il brano QUI

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Greta Gray – “Black Mamba” [VIDEOCLIP]

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“Black Mamba” è il primo singolo estratto dall’album d’esordio Irony.

Una delle cantautrici più irriverenti e anticonvenzionali del panorama indipendente, un’artista che ama raccontare storie e ancor di più ama utilizzare metafore per farlo. Cosa c’è di più pericoloso di un uomo violento e meschino che, come il più letale dei serpenti, soggioga e disprezza la propria compagna? Certamente solo una donna che prende coscienza della propria forza. Questa è la storia raccontata da “Black Mamba” con le sue sonorità cupe, i suoi sintetizzatori nervosi, le campane tubolari ed il tremolo delle chitarre. Una pura atmosfera noir dove le strofe cariche di ritmo e di tensione, lasciano spazio ad incisi più distesi che, tuttavia, conservano la concitazione del brano. Sul finale la voce di Greta Gray esplode in tutta la sua potenza ed è qui che avviene il definitivo riscatto della donna nei confronti dell’uomo che la teneva prigioniera. Irony è un disco scritto da Greta Marcaletti, Paolo Merlo e Francesco Venturini. Undici brani inediti in inglese che seguono la scelta di genere intrapresa dall’artista sin dai suoi primi acclamati singoli, quella del pop elettronico, e che vogliono tracciare i confini di una nuova dimensione. Così l’album, carico di sintetizzatori, batterie elettroniche, sezioni d’archi e di fiati, passa per brani dance, come “Save Lady Gaga” e “Devil In Paradise”, sosta su altri ritmicamente più attinenti al mondo dub e dancehall, come “Black Mamba” e “Hands”, prosegue con un pezzo sfacciatamente rock come “Ride My Pony” e approda ad “Emma”, la ballata potente e minimale, quintessenza di uno stile ben lontano dalle mode e capace di durare nel tempo.

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Qualunque – “Libellule” [VIDEOCLIP]

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Qualunque è una voce che sicuramente non è la tua ma potrebbe dire esattamente quello che tu pensi. Qualunque è amare alla follia il riverbero di una fabbrica abbandonata, gridare e risentirsi un secondo dopo, parlando tra se e se. Qualunque è rovinarsi la vita ascoltando il disagio degli anni novanta e non riuscire più a venirne fuori. Qualunque è la malinconia di una giornata a caso di dicembre, quando ti svegli e scegli di restare sotto alle coperte. Qualunque è quando ci pensi troppo, passa l’attimo e pensi che sei un coglione. Qualunque è Luca e Luca è un ragazzo qualunque. Uscirà a Marzo per Panico Dischi l’album d’esordio di Qualunque, Mafalda, il Meteo e Tutto il Resto. Quello che propone Qualunque è uno spaccato generazionale che si poggia su una poetica cruda e sofferta. Il disco è composto da 8 brani prodotti grazie all’aiuto di Simone Sproccati al Crono Sound Factory di Vimodrone e rappresenta l’esordio ufficiale del musicista milanese. In anteprima per Rockambula il video di “Libellule” .

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Parranda Groove Factory – Los Parranderos [VIDEOCLIP]

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Un producer di musica elettronica, un bassista e 8 percussionisti uniti in un unico progetto: mischiare gli strumenti della tradizione percussiva brasiliana con le sonorità della musica Funky, Reggae, Blues, House ed Elettronica.

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‘IF – “Siren’Odrome” [VIDEOCLIP]

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È da poco stato pubblicato il loro primo album, e gli ‘IF tornano a far parlare del loro progetto artistico con il lancio del loro primo videoclip promozionale estratto dal singolo omonimo del disco, Siren’Odrome. Nato da un’idea di Michele Bisceglia, ‘IF, è un open-space creativo. Un allestimento musicale progressivo formatosi attorno ad un concetto: da tempo ormai, continuiamo ad interrogarci sul valore dell’espressività della musica che ci circonda, che ascoltiamo, che subiamo.
In tal senso la Produzione dell’intero progetto ha affidato la regia ad un giovane e promettente regista italiano, Stefano Guerra ed al suo staff. L’intero videoclip è stato girato e realizzato da MAC Academy (con Luigi Prencipe e Domenico Ciociola), una delle più accattivanti novità nel panorama artistico pugliese, attiva in molteplici discipline creative come l’arte, la musica e le nuove tecnologie digitali con un solo leit motiv: Creatività! A 360 gradi! Il videoclip vede la partecipazione dell’intera band e la sensuale presenza della modella Marika La Torre oltre alla collaborazione del fotografo, autore dell’intero shooting del disco, Fabio Arcozzi.
Siren’Odrome è disponibile su ITunes, Amazon.com e GooglePlay e sulle maggiori piattaforme digitali (Spotify, Deezer, Shazam, SoundCloud, ecc.) da sabato 31 ottobre, data di pubblicazione ufficiale del disco e in vendita anche nel formato Audio CD, sarà inoltre accompagnato da una serie di showcase promozionali in alcune delle maggiori città italiane con un mini-tour teatrale.
L’album sarà infatti presentato in anteprima nazionale a Roma, giovedì 19 novembre al Teatro Kopò, con una esibizione elettro/acustica alla quale seguirà una conferenza stampa.

 

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The Ties and The Lies – “Home is Where the Heart is” [VIDEOCLIP]

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Il quartetto bolognese The Ties and The Lies torna in scena con un nuovo disco che anticipiamo in anteprima con il video del primo singolo estratto dal titolo “Home is Where the Heart is”. Disponibile dal prossimo 5 Novembre 2015, questo lavoro è un viaggio lungo una vita tra obblighi e verità, tra ciò che ci rende liberi e ciò che invece ci costringe a forme di privazione, sociale quanto psicologica. Un disco che non abita certo in Italia e che, invece, porta il nome di una cittadina del New Mexico: Truth of Consequences. Appunto obblighi o verità, un diario di bordo di 6 inediti che dividono il lavoro e l’ascolto in due emisferi umani e sentimentali. Tra le strade notturne della piccola cittadina (TOC) fino al cambiamento di vita, interiore, con gli altri. Un bel Pop Rock anche tinto di colori britannici piuttosto che, ovviamente, di sceneggiature americane da grandi ruote. L’intervista per Rockambula:

Avete intitolato questo nuovo disco con il nome di una cittadina del New Messico: Truth of Consequences la domanda nasce spontanea: ma ci siete stati davvero? Come l’avete scoperta?
Truth or Consequences. Ci siamo stati? No, purtroppo, ma ci siamo ripromessi di farlo, prima o poi, non foss’altro per chiudere il cerchio. L’abbiamo scoperta in una di quelle serate senza sonno in cui ti metti a cercare le robe più disparate su Internet. Parti da un Talk di TED, poi ti trovi dopo mezz’ora a guardare un documentario sui canguri su YouTube. Ecco, io ad un certo punto sono capitato sulle foto dell’unico spazioporto realmente funzionante ed esistente della Terra, che ovviamente è a Truth or Consequences. Da lì è partito tutto… Cioè, come fai a non innamorarti di un posto che ha costruito una stazione di servizio per i viaggi intergalattici?

E traducendo questo titolo: Obbligo o Verità. Iniziamo con le domande difficili. I Ties cosa scelgono?
Scegliamo verità, anche se è una risposta meno scontata del previsto. Fare le cose per costrizione e non per convinzione ha sempre dei risvolti negativi.

Ascoltandolo in anteprima abbiamo trovato forti richiami all’Inghilterra dei Babybird o Franz Ferdinand piuttosto che all’America dei Guns. Cosa ci dite in merito?
Come sempre, la verità sta nel mezzo. Per noi l’Inghilterra è sempre stata importantissima, musicalmente ma anche a livello personale (fra l’altro la domanda è comica perchè sto rispondendo da un ufficio di Londra). Ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a suonare con il Brit Pop degli anni ‘90, abbiamo amato i parka e le vespe dei mod e indossato le Adidas di Ian Brown e di Noel. Il grande amore per l’indie è arrivato solo dopo, anche grazie ad una città -Bologna- in cui l’impronta alternative è sempre stata forte e ben riconoscibile. In questo senso un po’ olistico ci piace pensare che Truth or Consequences sia il nostro disco meno inglese e più americano, non solo per i suoni, ma anche e sopratutto per i colori, gli immaginari e le ispirazioni. È più un’America a pastelli tenui che quella delle grandi metropoli: è l’America del Sud, dei Drive-In, dei colori caldi e del rodeo.

Tra rabbia e romanticismo, lanciate il disco con un singolo dal titolo emblematico: “Home is Where the Heart is”. È un modo per ricordare alle persone la nostra vera natura? Al di la degli aspetti meramente romantici, sbaglio a leggerci anche una denuncia verso la superficiale condizione artistica nel mondo della cultura e del lavoro italiano?
No, credo di no: non è un messaggio per ricordare a qualcuno chi siamo. Truth or Consequences non è un manifesto di intenzioni, al contrario. È un posizionarci nel “qui ed ora”, funziona più da àncora che da aquilone. Avevamo bisogno di un lavoro solido, forte, in cui riconoscerci. E dentro c’è quello che è importante per noi oggi. “Home is where the heart is” parla esattamente di questo: dell’importanza della famiglia, degli amici veri, di mettere il cuore e il tempo nelle cose e nelle persone davvero importanti. D’altro canto è certamente una canzone romantica ma con diversi rimandi alla condizione media in cui più o meno tutti si ritrovano in questo periodo: l’impressione è che si stia vivendo in un periodo molto confuso e con pochissimi punti di riferimento, in cui perdere la propria identità è un rischio altissimo.

Spesso parlate di “immaturità” citando i vostri vecchi lavori. Oggi invece? Questo disco cosa promette? Cosa dobbiamo aspettarci?
La verità è che forse “immaturo” non è la parola giusta, almeno non a livello musicale. A differenza degli altri lavori, Truth or Consequences è quello che ci rappresenta di più, che dà una fotografia più precisa di quello che sono i Ties oggi. È stato un disco musicalmente facile, per noi, sia da scrivere che da suonare, cosa che non è stata vera per gli altri lavori. Ognuno ascolterà e giudicherà, ma siamo orgogliosi di avere fatto un disco sincero, molto spontaneo, che contiene tanto di noi.

Come citato anche da voi, il disco in qualche modo soffre dei mille ingranaggi di produzione che ormai sono ovvi e scontati per tutti. Cose che poi avete risolto brillantemente. Quindi col senno di poi pensiate sia stato un valore aggiunto o magari un rimpianto per non aver fatto davvero le cose come volevate?
Come dicevo prima, una delle cose più belle di questo disco -guardandolo da qui, da adesso- è che non ci sono rimpianti. Certo, ci sono stati gli alti e i bassi inevitabili di quando si registra e si produce un disco in maniera indipendente ma a conti fatti non potremmo essere più contenti. Personalmente, credo che ogni difficoltà affrontata e poi superata rappresenti un grande valore e qualcosa che di per sè vale il prezzo del biglietto.

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Endi – “Underground” [VIDEOCLIP]

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Dopo il successo di “I Love Bombolone” passato in anteprima anche su Rai3, torna il sound sovversivo e dissacrante di Endi, artista veneto da anni sulle scene del Rap e Hip Hop italiano. “Underground” è un brano che nasce di getto e dall’attitudine Hip Hop da cui è partito il mio viaggio in questa cultura. Underground è la forza che viene da dentro. Il rap, la musica è la mia arma: odio che viene sfogato con la musica e con le rime. Il brano nasconde anche un pizzico di provocazione verso la strada che la musica in generale ha preso. L’underground come valore scenico e come strade e mondo circostante. Nel video il protagonista è rinchiuso in un carcere da dove viene poi liberato. Liberazione metaforica come fuga da se stessi, così Endi raffigura e racconta l’evoluzione artistica, di questa madre musica che si genera da nostro intimo interiore e poi pretende di venir liberata. Siamo tutti complici e colpevoli della sua prigionia. Il video è stato realizzato da Train’s Explosion da Danny Rambaldo e la produzione è firmata da Martino Cuman che ritroviamo protagonista nel corso di tutte e dieci le tracce dell’album assieme alla splendida voce di Gloria B Vega. In tutti i digital store: Ci Vorrebbe la Felicità. Il nuovo disco di Endi.

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Slowmother – EP [STREAMING]

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Slowmother è una band di Milano attiva dal 2012 composta da Alessio (chitarra e voce) e Grace (Batteria,cori). Slowmother è l’incontro , il bivio e la ricongiunzione di due menti riunitesi per volere della teoria del caso, dopo 10 anni. Slowmother unisce le radici blues e garage/rock n roll al sound electro anni 80… Sonorità infinite e definite come un trip chemical da assaporare in tutte le sue sfumature. “Tutto ciò che è squisito matura lentamente“.  Slowmother – EP (autoproduzione, 15.10.2015). Registrato presso Reclab Studio. Mixato da Larsen Premoli. Basso registrato da Roberto Paladino. Tracklist: 1. Liar 2. Lipstick 3. Outlaw 4. My Grave.

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