CAPVTO || digitali distorsioni dell’essere

Written by Interviste

Ascoltando questo nuovo e del tutto inaspettato disco di Valeria Caputo ci divertiamo a poter usare tanti aggettivi e saper sempre di non sbagliare.

Scordiamoci il folk e l’America ma andiamo dritti in Islanda piuttosto che nei locali notturni di Berlino. Prendiamo le luci al Neon e programmiamo i sintetizzatori. L’estro artistico di Valeria Caputo farà il resto e, nelle organze pregiate di melodie tutt’altro che banali, nasce la trasgressione digitale di CAPVTO. Un “esordio” digitale dunque per la cantautrice romagnola che si intitola Supernova come a solleticare l’idea che tutto questo inaspettato merchandising di souvenir dal futuro sia un’esplosione di dolcissima follia repressa. In rete il video del singolo “Blooming” con la featurign di Chris Yan.

Il mondo di immagini e sue distorsioni. Quante interpretazioni. Secondo te è giusto che ognuno sia libero di deformare il significato che tu hai cercato di trasmettere?
Le mille sfaccettature di un’emozione, sono, più che una deformazione una interpretazione. Fondamentalmente secondo me è giusto che ognuno sia libero.

Dovessi scegliere tu un’immagine che ti rappresenti…?
La copertina dell’album direi che è una buona rappresentazione di me, nero su bianco, liquida, come l’inchiostro. L’ho scelto anche per la sua semplicità ed efficacia. Un disegno di Valentina Portone che ho recuperato da un foglio, scritto di suo pugno, in cui aveva fermato una sua poesia. Che poi è quella che si trova in versione inglese nell’interno del libretto del cd. Lo trovo attinente col periodo e con la mia fase attuale.

Supernova a chi si rivolge? Perchè di certo non è un disco per tutti…
Supernova si rivolge alle orecchie che vogliono ascoltare e ai cuori che vogliono accogliere. Sinceramente non lo ritengo un disco intellettuale, molto di più istintivo e “di pancia” anche se ha una sua maturità, esattamente come potrebbe essere il disegno di un bambino prodigio. Spero che possa arrivare a tantissime persone.

Sei d’accordo quando si usa la parola PSICHEDELIA? Secondo te questo è un disco PSICHEDELICO?
Se facciamo riferimento all’etimologia della parola, “psichedelia” è un termine derivato dalle parole greche ψυχή (psykhé, anima) e δῆλος (dêlos, chiaro, evidente), nel senso di “allargamento della coscienza”…beh in questo caso direi di sì. La musica mi ha aiutata ad ampliare la mia coscienza. Il momento della composizione mi ha aiutata a fare luce sulla mia anima e viceversa. La musica è sempre stato il canale attraverso il quale collegarmi profondamente con la mia coscienza e mi piace che questo sia avvertito da chi ascolta e arrivi in senso formale riguardo all’estetica della musica stessa. La musica psichedelica per me è molto importante e interessante…mi interessa proprio l’aspetto lisergico, nel senso di alterazione della coscienza e le visioni che la musica ha il potere si provocare. La musica infatti è un veicolo, non è fine a se stessa. Anche solo per passare un’ora della propria giornata a ricevere buonissima energia, fare un viaggio nella propria coscienza, prendere consapevolezza di qualcosa che la musica ti da l’opportunità di cogliere, proprio perché riesce a toccare l’anima e a guidare l’introspezione. E’ molto importante tutto questo, si sono contenta se qualcuno ritiene che Supernova si tale e spero lo sia davvero, per me lo è stato. Concludo con una frase che mi ha dedicato Matteo Guarnaccia, artista esponente importantissimo della psichedelia italiana e non solo, dopo che ha ascoltato il brano Blinfolded: <La voce, dolce come la prima goccia di un temporale radioattivo sulla corazza di uno scarabeo dorato. il ritmo, piantagrane come il mulinar di elitre nella pozzanghera del tempo> Psichedelia!!!

Dovessi invece scegliere un suono di questo disco che lo rappresenti?
Se ho capito bene la domanda dovrei pensare ad un suono reale che rappresenta il disco?
Penso al battito cardiaco.

In un set live. Hai pensato di unire ai suoni l’immagine? In che modo?
Si, ho pensato di farlo e infatti per la presentazione del disco mi sono affidata a Ishtar Arts and Lighs un gruppo di artisti e tecnici che grazie a delle proiezioni ad hoc con l’ausilio di una danzatrice hanno interpretato la mia musica. Credo che l’immagine deve avere un potere, ma non quello di distrarre dalla musica… invece quello di essere un valore aggiunto. Per questo ho pensato a una danzatrice, qualcosa di vivo, energico, enigmatico, reattivo. Una mistura di arti che interagiscono nello stesso contesto, cosa di più bello?

Last modified: 21 Febbraio 2019

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