Simona Ventrella Author

[ COLLABORATORE ] Folkainomane convinta, abusa di canzoni tristi che la rendono felice. È convinta che un delay salverà il mondo.

Depeche Mode – Spirit

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La musica italiana che gira il mondo || Intervista a GIUNGLA

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GIUNGLA è Emanuela Drei, cantautrice di base a Bologna, già voce e chitarra di Heike Has The Giggles ed ex bassista di His Clancyness. Dallo scorso anno, il suo progetto solista ha raccolto sempre più interesse e consenso, portandola a varcare i confini del bel paese e affrontare nuove ed emozionanti esperienze internazionali.

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Bonobo @ Fabrique, Milano | 13.03.2017

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Il producer londinese Simon Green in arte Bonobo approda a Milano per la prima data in Italia prevista per il 2017. Il concerto sold out da mesi ha richiamato al Fabrique molti fan e non sono mancate le lunghe file all’ingresso e qualche disagio per chi è riuscito a entrare a concerto già iniziato.

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Fast Animals And Slow Kids – Forse Non è La Felicità

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Sohn @ Circolo Magnolia, Milano | 15.02.2017

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In occasione dell’uscita del suo secondo album Rennen, Sohn, musicista e producer inglese, ma ormai trapiantato a Vienna, torna a suonare in Italia, al Circolo Magnolia di Milano. Sohn con questo nuovo lavoro si spinge definitivamente nell’alveo degli artisti che si muovono in maniera traversale tra l’Elettronica Ambient e il Cantautorato di stampo Soul.

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Brunori Sas – A Casa Tutto Bene

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Bonobo – Migration

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GOMMA + The Rodriguez + HÅN @ Linoleum – Rock’n’Roll, Milano 13/01/2017

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Il venerdì milanese da un po’ di tempo si colora di Punk grazie ai ragazzi di Linoleum. Una serata, ma anche un gruppo di persone che sono cresciute molto, diventando un punto di riferimento e di certezza musicale per molti ragazzi e non solo. Le carte vincenti sono certamente l’ingresso gratuito e il format della serata, che unisce live e dj set, ma non sono da meno le intelligenti e spesso alternative scelte musicali, che hanno portato sul palco del Rock’n’Roll molti gruppi di livello e anche tante band emergenti.

Onestamente vedere cosi tanta partecipazione, con la gente accalcata per band emergenti o molto giovani, non può che far piacere e, infatti anche venerdì scorso, 13 gennaio, il trend positivo di partecipazione non è stato disatteso. Questa volta il colpaccio era la partecipazione dei giovanissimi Gomma, ultima ‘creatura’ della V4V Records, che quest’anno a mio avviso non ha mancato un colpo. Basti pensare alle uscite del 2016 di And So Your Life Is Ruined, Mary In June, Le Sacerdotesse Dell’Isola Del Piacere e Bruuno. L’hype e il rumore generato intorno a queste giovani promesse sono cresciuti talmente tanto nell’ultimo periodo che l’occasione di testarli live, non poteva non essere colta.
Partiamo dall’inizio, il live inizia puntuale, come da programma, e a salire sul palco in apertura troviamo due giovani realtà: il duo bresciano Hån, che propone un Indie Pop elettronico, dalle atmosfere rarefatte, ricco di effetti e delay e corredato da una voce leggere ed eterea, e i The Rodriguez, band dal sound più Garage, notevolmente più sporchi nei suoni ma anche meno precisi e gradevoli all’ascolto. Lo spazio sottoterra del Rock’n’Roll a questo punto della serata è già ben saturo, e al piano di sopra la gente si accalca per un posticino che forse non arriverà. In questo clima così underground arrivano sul palco i protagonisti Gomma e il loro album, fresco di uscita, Tocka.

I ragazzi, per nulla timidi, fanno le cose per bene, con una parte strumentale potente, onesta e ben suonata, dove i suoni si amalgamano alla perfezione richiamando alla mente la forza e l’irruenza del Post Rock di gruppi come Fine Before You Came e Gazebo Penguins, ma con la sfacciataggine e l’irriverenza più vicina al Post Hardcore americano di qualche decennio fa. L’energia è tale che, nonostante lo spazio sia poco, le prime file trovano il modo di pogare e sfogare tutta la forza dei suoni in sudore e spintoni. Ci sono pezzi che hanno un grande impatto come “Aprile” ed “Elefanti”, anche se la scelta vocale che predilige un parlato/urlato nella maggior parte dei pezzi rischia di rendere statica e poco dinamica la performance generale. I pezzi e i minuti scorrono veloci e in chiusura c’è posto anche per una cover/omaggio dei Fugazi che in questo caso non riesce a convincere a pieno. Nonostante qualche passo falso e tanta strada da fare i giovanissimi casertani dimostrano sul palco di avere capacità musicali, l’attitudine e l’animo molto Punk. Sarà per questo, ma non posso che tornare a casa contenta e certa di tornare nuovamente al Linoleum. I gruppi annunciati per l’anno nuovo sono molti e molto interessanti. Al momento gli appuntamenti promossi per il mese di gennaio vedranno sul palco venerdì 20 Hermit, Fade e gli Edless e venerdì 27 Be a Bear, La Festa e La Suerte.

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I Dischi del 2016 da non perdere secondo Simona Ventrella

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Le Sacerdotesse Dell’Isola Del Piacere – L’Interpretazione dei Sogni

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Plastic Light Factory – Hype

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Freschezza, sfrontatezza e gioventù sono le tre parole magiche che vengono subito in mente ascoltando Hype, l’EP d’esordio del trio mantovano Plastic Light Factory. Cinque brani completamente autoprodotti che propongono un sound brioso e leggero, fortemente ispirato e influenzato dall’Indie Rock britannico. I riferimenti principali nello stile e nel mood sono gruppi come Franz Ferdinand, Artic Monkeys e Rooney. Tecnicamente il trio dimostra di padroneggiare bene materia e genere riuscendo a mantenere in tutti i pezzi la qualità alta e il ritmo sostenuto, tanto da pensare di trovarsi davanti a un gruppo straniero e non italiano. Se da un lato però i Plastic Ligh Factory ci portano in pista con le loro ritmiche pulsanti e ci solleticano il palato con i suoni effettati e la cassa dritta, dall’altro non provano mai a distaccarsi dal territorio prescelto e fare qualche passo più imprudente e sperimentale. In generale all’EP Hype non manca davvero nulla, e si può benissimo considerare un lavoro ben fatto e molto piacevole da ascoltare: le melodie sono accattivanti, la cassa fa battere il piede e i riff ti travolgono velocemente. Speriamo che le buone premesse e le capacità dimostrate in questo esordio possano solo essere la base sulla quale costruire un futuro sfacciato e personale.

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Sara Velardo – 3

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Sara Velardo è una giovane cantautrice con un carattere forte, pochi peli sulla lingua e una quantità di energia e passione davvero invidiabili. Dopo due album di matrice prevalentemente acustica il suo terzo lavoro in studio, intitolato 3, evolve verso un sound più elettrico e Rock, riuscendo a trasmettere tutta la necessità espressiva dell’autrice, con ancora maggiore enfasi e impatto. Questa svolta elettrica la avvicina ancora di più e per molti versi a cantautrici Rock come Carmen Consoli e Paola Turci.

Sara Velardo, però, con il suo personale stile diretto, ma al tempo stesso carico di sensibilità, ci parla dell’attualità che spesso fingiamo di non vedere, raccontando dal suo punto di vista storie che si legano a doppio filo con tematiche sociali e di degrado, che includono riflessioni sull’immigrazione e sulla violenza sulle donne. Potremmo definirla come una dolce violenza, spesso enfatizzata dalla voce di Sara, dal cambio di registro linguistico e dall’uso del dialetto calabrese , che attraverso i suoi suoni ruvidi e incalzanti, come in “Trageriaturia” e “Migranti”, riesce a superare la barriera linguistica. In generale lo stile del disco non cede  mai il passo a frivolezze e mode passeggere e richiama suoni e sapori antichi, senza suonare vecchio e polveroso. Tra i nove brani si spazia molto: dal cantautorato americano un po’ sixties, che porta con sè tutta l’aria delle strade metropolitane ad episodi in cui la vena femminile e leggiadra prende il sopravvento per brani dalle atmosfere sospese, fino al Pop e agli spunti ritmici tribali.

Possiamo dire che 3 è sicuramente un disco sincero e vissuto, un racconto lucido e moderno in cui c’è spazio per una cover dei Beatles (“Tomorrow Never Know”), per un quasi Rap sperimentale de “I Confini Di Casa Mia”, fino alle ballate struggenti “Come Una Poesia”, senza sembrare contradditorio ne’ confusionario, anzi.

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