1 LIBRO e 1 DISCO – le pagine di Amélie Nothomb e la musica di Marc Romboy

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La lettura, come l’ascolto di un album, è un momento intimo, un dialogo privato tra il lettore – o l’ascoltatore – e una dimensione altra, un mondo che in principio si presenta come estraneo a chi vi si avvicina e che poi si fa pian piano fitto di corrispondenze e di ritrovamenti perduti, come pure di illuminazioni e chiarificazioni. 1 LIBRO + 1 DISCO è la rubrica di Rockambula che mette in collegamento due percezioni diverse, lontane tra loro e spesso ignare l’una dell’altra, per arricchirci la vita di nuove storie.

“Cosmetica del nemico” di Amélie Nothomb + “Voyage De La Planète” di Marc Romboy

C’è una sala di attesa di un aeroporto e poi c’è Jerome, che sta aspettando il suo aereo per Barcellona: questa è la scena iniziale di Cosmetica del nemico (titolo originale: Cosmétique de l’ennemi) il nono romanzo della scrittrice belga Amélie Nothomb.  Durante l’attesa di Jerome, un uomo dall’aspetto normalissimo si siede al suo fianco e comincia insistentemente a parlare, nonostante le rimostranze del protagonista che vorrebbe starsene tranquillo a leggere il giornale. L’interlocutore, che dice di chiamarsi Texor Textel non molla la presa, ormai Jerome è caduto nella trappola, da questo momento in poi non potrà più fare a meno di ascoltare e di capire.
Il nemico è quello che dall’interno distrugge tutto ciò che vale. È quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello che, in un giorno perfetto, troverà un’ottima ragione per torturarti. È quello che ti ispirerà il disgusto per te stesso.

Al breve ma indelebile romanzo di Amélie Nothomb, tradotto in italiano da Biancamaria Bruno, mi è piaciuto avvicinare Voyage De La Planète di Marc Romboy, altrimenti detto “il gigante della Techno”. Il suo disco, uscito nel marzo del 2017, sorprende ad ogni ascolto. Le dieci tracce che lo compongono sono piccole grandi esplorazioni che difficilmente l’ascoltatore riuscirà a non riascoltare, viaggi infiniti e indefiniti che raccordano i temi più noti della tradizione classica ed i concetti essenziali di quella moderna. Da pezzi come “Jules Verne” a “La machine du temp”, i brani di Romboy non nascondono cambiamenti di atmosfere e di registro, un po’ come le donne e gli uomini non sanno camuffare per troppo tempo le loro contraddizioni.

Buona lettura e buon ascolto.

Last modified: 15 Marzo 2019