The Leeches – Underwater

Written by Recensioni

I comaschi The Leeches elettrificano una forte reminiscenza punkyes tale da farci volentieri (ri)afferrare dal ricordo degli eighty scapestrati come un morbo dal quale rimanerci sotto era ed è un gioco da ragazzi, una band forte,radici solide e ben piantate nelle astanterie dell’East Side americano, nelle coralità dei Misfits e nella voracità veloce dei Ramones con punte esponenziali di “sangue”  X o The Dickies; “Underwater” è il nuovo lancinante progetto della band, prodotto da Daniel Ray e interamente delegato per un ascolto istantaneo, energetico e senza nessun risparmio di velleità di riempire charts radiofoniche di settore, tanto è la baldanza e il nervo teso che la formazione lombarda innalza nel giro di tredici tracce.

Ed è una offerta sonica di gran rispetto, chitarre e ritmiche ossesse fanno la parte del leone dietro un cantato piacevolmente fuori riga e stonato ad hoc, tracce che si liberano una dietro l’altra dalla frenesia di farsi esportare oltre il mero ascolto d’orecchio per raggiungere l’impennata giusta  tale da farle appendere ad espressione artistica preziosa;  poi la forma sonica è sempre quella della semplicità e dell’approccio diretto, i famosi “tre accordi punk” che dimensionano alla grande comunicabilità, trasgressione e goliardia mentre la misura dello status sonico  – anche se di un panorama saturo – fa ancora breccia tra estimatori e salvezze dall’egocentrismo maniacale del pop dintorno.

Punk’n’roll con la smorfia contagiosa, eroico e anarchico stracolmo di vitalità e urgenza di dire/urlare, un continuo sprigionare energia grezza e vorticismi amplificati che non conoscono cosa vuol dire riprendere fiato anche per un minuto; gli anthems corali “Piranha boys”, “Feelin’ al right tonight”, il pogo invalidante “Vanilla coke”, “Stop the clock”, “Standing on my tomb” e la fantastica volontà di rimanere sempre younghers incalliti, deliquenzialmente punk fino al midollo “Into the storm” e col cuore in subbuglio con la stupenda rilettura di “Me-262” dei Blue Oyster Cult.

Tutto il resto non fa testo, il verbo dei The Leeches parla chiaro e lineare, è solo punk’n’roll ma di quello inox!

Last modified: 25 Gennaio 2013

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