Television 60’s – Celebr-Hate

Written by Recensioni

Quante probabilità ho di rinvigorire oggi che ho un mal di testa da record? Sicuramente con una buona dose di Moment, una tisana rilassante e Jackson Browne che partorisce miele dalle casse sarei sulla buona strada. Purtroppo il disco che mi tocca recensire oggi è ben lontano da onde lente e rilassate. L’attacco di “Celebr-Hate” è micidiale, mi stende: velocità, frenesia, rullante-martello, chitarroni trapananti sciolgono le tensioni del mio cervello, riportandomi in un paradossale stato di relax nevrotico. Il sorriso storto mi si stampa in viso, come una stupida posa, e mi sale su tanta, ma proprio tanta, voglia di rock’n’roll.

Ma capiamo meglio questi Television 60’s. Sono giovani e vengono da Bergamo ma si formano quasi per scherzo a Glasgow in una notte etilica. Sono sfrontati, con un look un pò campato in aria, con un nome che non vuol dire nulla ma suona bene. E poi soprattutto non hanno un pezzo che sia memorabile, suonano ritriti come 2000 band tra punk e hard rock, sempre in quell’isola sicura tra Stoccolma e Los Angeles. Ma hanno un’attitudine che io semplicemente adoro. Quella delle chitarre tenute alle ginocchia, degli assoli veloci e delle rullate assassine. E il coraggio di fare tutto questo senza capelli lunghi, occhiaie spropositate e tatuaggi di donne nude o dadi infuocati.
Già l’attitudine, questa formula così irregolare e futile. C’è chi la cerca per una vita, passando ore davanti allo specchio ad ingellarsi i capelli e a cercare giubbotti di pelle attillati ai mercatini delle pulci. E poi c’è chi piazza una maglietta bianca, un taglio di capelli da bravo ragazzo e spazza via qualsiasi legge aurea con un sound furioso. Television 60’s sono degli outsider e lo sono con una spaventosa naturalezza. Spaventosamente credibili nel loro buffo habitat. Sono anti-star, proprio come Cheap Trick o sua maestà Angus Young.

Ma lasciamo perdere queste fesserie e parliamo della loro musica. “Celebr-Hate” è una fottutissima fucilata. Una raffica di proiettili che mi si scaglia in testa e mi pialla l’emicrania. I ragazzi  sfoderano pezzi come “Generation (Again & Again)” o “Sick Circus”. A scuola il rock’n’roll l’hanno studiato benone ma senza risultare dei secchionazzi, mantenendo quella buona dose di ignoranza da ultima fila e da porno letti sotto banco. E allora The Hellacopters (quelli con Dregen eh!), The Stooges, Motorhead siedono in cattedra pronti a deviare verso le pennate più heavy di “Seek Salvation, Find Damnation” (non ricorda un po’ troppo “Before I Forget” degli Slipknot?) o più punkettone di “Get Wasted”. Non si può’ certo dire che il risultato sia noioso. E in ogni caso gran coerenza e compattezza tra gli 8 brani del disco, che non si piegano mai neanche di un grado verso virate più soffici (e io che speravo in un Jackson Browne…mah). La produzione è magistrale: chitarroni arrogantissimi, con assoli frenetici, nervosissimi e velocissimi (un po’ troppo? naaa!), rullante picchiaduro, basso bello spinto e la voce di Mikki non di certo matura e graffiante ma genuina, intonata, mai esagerata e ben consapevole dei suoi limiti, doti non troppo scontate per il genere.
L’omonima “Celebr-Hate” chiude il cerchio con una cavalcata decadente, riffone grosso, voce al limite e che profetizza: “girls are cool but drugs are better”. Nulla di trascendentale, nessuna grande pretesa, nulla da riascoltare tra dieci anni. Television 60’s sono da consumare velocemente e subito, come una medicina con una marea di controindicazioni.

Ragazzi, poco da dire, questo pare proprio essere rock’n’roll! Che ogni tanto si diverte ancora a sollevare una mano dal sottosuolo per riemergere dalle tenebre.

Last modified: 12 Novembre 2012

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