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Ponda – Vinavil

Written by Recensioni

0882 è il prefisso telefonico di quella parte della provincia di Foggia che ha a che fare con santi, laghi salati, isole al largo del mediterraneo e piccoli borghi ad alto consumo di Birra Peroni. La 0882 Fam è quella invece citata sulla copertina Vinavil, ultimo disco di  Ponda, un lavoro autoprodotto, registrato e missato dove capita, prodotto grezzo e genuino, come specificato sul retro della copertina. Vinavil, la colla vinilica che tutti almeno una volta nella vita si sono spalmati sulle dita per poi tirarla via, come una pelle che ormai non ci appartiene più; Vinavil, l’adesivo universale inodore, che poi in realtà un odore ce l’ha, e credo sia rimasto impresso nella mente di molti. I riferimenti al Sud ed alla Puglia in particolare sono tanti, a partire già dall’“Intro”, dove a tratti fa capolino l’inconfondibile voce di Lino Banfi; ma l’elemento distintivo principale  di questo prodotto made in Sud è l’utilizzo del dialetto come forma espressiva nella quasi totalità del disco, cosa che caratterizza enormemente il lavoro ma che rischia di renderlo incomprensibile al di fuori del territorio locale. Tuttavia questo non sembra essere un problema per Ponda, che per la sua musica ed i suoi testi sembra non aver bisogno di sottotitoli.

Il disco scorre, e score bene; dalla prima all’ultima traccia (“Roosh Roosh”) Ponda crea un flusso, un unico fiume di suoni senza interruzioni, dove però trova comunque il modo, tra uno scratch ed un finto inserto pubblicitario di promozione del disco, di cambiare ritmo e “musica”. I racconti sono quelli di una terra in cui chi resta, e resta per fare musica, tra milioni di difficoltà da superare, ha anche l’arduo compito di confrontarsi con chi gli chiede “ma quando la finisci”?  Un disco semplice, nell’eccezione buona del termine, senza troppi fronzoli, “genuino”, per prendere in prestito le parole di Ponda; un disco che parla di vita vissuta, in un territorio difficile, in un posto dove a detta di molti non si produce musica, ma i fatti di tanti dimostrano il contrario.

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