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Misfatto – Rosencrutzis Dead

Written by Recensioni

Sono passati ormai venticinque anni dalla prima apparizione in studio della trip-rock band piacentina Misfatto. Era proprio il 1990 quando vedeva la luce Il Peso dell’Innocenza, album nato in pieno periodo grunge. Di quelle atmosfere i Misfatto sono sempre rimasti figli, portando avanti una carriera che ha visto anche la pubblicazione, a nome del chitarrista Gabriele Finotti, di un volume edito da Zona chiamato La Chiesa Senza Tetto, un romanzo gotico ispirato ad una chiesa di Lisbona rimasta in piedi dopo il terremoto del 1755. Proprio dalla compenetrazione di musica e testo del libro nascono gli ultimi tre album della band Heleonor, Heleonor Rosencrutz e Rosencrutzis Dead. L’ultimo lavoro, uscito a maggio, è dunque la chiusura naturale della trilogia iniziata nel 2013. Siamo di fronte ad un lavoro intenso, dove la perfetta fusione tra cantato e linee melodiche è l’obiettivo primario della band. Dalla dimensione quasi rarefatta di “Kamaleon” si corre verso la deflagrazione di “Rosencrutzis Dead”, brano manifesto della band, passando per la carica “Walking Down the Sea” che ricorda i migliori Skunk Anansie . La voce di Melody Castellari è una gemma incastonata tra riverberi e distorsioni che creano una densità compositiva strepitosa e una pienezza sonora assai gradita in tempi del ritorno di fiamma per li lo-fi. Rosencrutzis Dead non è un ascolto facile, almeno al primo play. Ascoltandolo varie volte però si scopre un mondo meraviglioso fatto di messaggi segreti e codici nascosti e si entra, a piccoli passi, in un’idea. Nel periodo della musica usa e getta, dell’ascolto mordi e fuggi, la riconoscibilità diventa un elemento sempre più importante per essere ricordati nel calderone dell’epoca moderna e i Misfatto, oltre a un equilibrio e una credibilità disarmanti, possono fare vanto di questa rara dote.


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