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Sorrow – Dreamstone

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Dopo una serie di Ep, remix e interessanti collaborazioni con artisti quali Stumbleine, Asa e Submerse, finalmente il Dj e produttore britannico Sorrow presenta il suo primo full lenght, intitolato molto suggestivamente Dreamstone. Una miscela innovativa anche se non stravolgente di Dubstep, Garage, Elettronica e Ambient che mira dritta alla parte più emozionale dell’ascoltatore.

Ritmiche grevi tipiche del Dubstep si stagliano su echi vocali femminili e seducenti e su note leggere ed eteree che in alcuni momenti (“Supernova”, Maelys”) azzardano rielaborazioni di Bossa Nova. Abituato alle collaborazioni, queste non mancano neanche in Dreamstone. In particolare nella title track e in “Dalliance” si evidenzia la presenza di CoMa che riesce ad aumentare la forza delle atmosfere Ambient della musica di Sorrow mentre è la brezza Chill Out a dare all’opera un’aura di completezza, omogeneità e dinamicità.

Tutti gli undici brani per i cinquanta minuti dell’album vivono di un’alternanza naturale tra oscurità ora più dinamiche (“Gallows Hill”, “Flowerchild”) ora più lente (“Dreamstone”) e lucente speranza e ariosità (“Moodswing”) ma senza mai presentare spaccature nette. Le differenze tra un brano e l’altro si limitano a sfumature leggere e quasi impercettibili a orecchio distratto mentre è chiaro come la formula che mira a una miscela di Dubstep, Chill Out, Ambient ed elettronica, per quanto qualcuno possa essere considerata innovativa (hanno parlato di Dubstep Ambient) da alcuni, in realtà è una scelta senza troppi rischi, senza una reale voglia di cambiamento, rivoluzione sonora e nessuno, ascoltando questo Dreamstone, potrà certo parlarvi di un album rivoltoso o fuori dagli schemi, salvo mentirvi o palesare la propria impreparazione. Che lo si chiami Ambient Dub o Dubstep Ambient o come diavolo volete, Sorrow non fa che riprendere e ripresentare in chiave moderna le idee di The Orb, Scorn, Vladislav Delay o Woob ma invece che sperimentare le possibili diverse e stravaganti sfaccettature del genere, come hanno fatto ad esempio Miles Whittaker e Sean Canty ovvero i Demdike Stare, sceglie di lavare il tutto da ogni sporcizia, lasciando solo la parte più pulita, scorrevole, immediata e semplice.

Quello contenuto in Dreamstone è un Ambient Dub oscuro ma non troppo, pesante ma non troppo, melodioso ma non troppo. Insomma è tutto e il contrario di tutto; ma non troppo.

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