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Richard Bona & Mandekan Cubano @ Sant’Elpidio Jazz Festival | 17.07.2016

Written by Live Report

Richard Bona è uno dei più grandi bassisti viventi. Il suo curriculum parla da solo: polistrumentista, ha collaborato con artisti del calibro di Joe Zawinul, Michael e Randy Brecker, Mike Stern, George Benson, Branford Marsalis, Chaka Khan, Bobby McFerrin e Steve Gadd, ed è stato il direttore musicale dell’Harry Belafonte’s European Tour nel 1998 e percussionista e vocalista nel tour mondiale di Pat Metheny del 2002.
Tuttavia un talento così non nasce dal nulla. Le sue origini dicono che il nonno era un cantastorie che girava per i villaggi, un po’ come faceva Omero nell’antichità per narrare i suoi poemi e che la madre era una cantante. Al suo attivo anche diversi album solisti alle spalle, c’è chi lo chiama (giustamente) lo Sting africano (è nato infatti in Camerun) per le similitudini stilistiche ed armoniche con il fondatore e leader degli ormai disciolti Police.

E’ stato quindi un grande onore per il Sant’Elpidio Jazz Festival (manifestazione promossa dall’Amministrazione Comunale di Sant’Elpidio a Mare – Assessorato alla Cultura e Turismo in collaborazione con l’Associazione Syntonia Jazz) ospitare un suo concerto.
L’evento quest’anno prevede in cartellone nomi quali Cyrus Chestnut – Buster Williams – Lenny Withe, Rosario Giuliani – Luciano Biondini Quartet, Mirko Fait Quintet con special guests Roberto Piermartire e Antonio Zambrini, e Simona Molinari che chiuderà la rassegna il 7 agosto.
Per l’occasione il grande bassista è stato affiancato dall’ensemble Mandekan Cubano con cui ha proposto quindici brani dal suo esteso repertorio compreso l’intero Heritage, il suo ultimo album in studio.
Sul palco si presenta con un amplificatore Mark Bass ed un basso a cinque corde con un unico pickup attivo e piezo per simulare il suono di altri strumenti quali gli archi di un orchestra sinfonica. Si inizia con “Aka Lingala tè” che (curiosamente) apre anche il suddetto Heritage. Il pubblico osserva con scrupolosità ed interesse l’evolversi del brano che in realtà è una semplice introduzione vocale di appena un minuto. Il vero opening si può quindi considerare “Ekwa Mwato”, canzone tratta da Reverence, album datato 2001.
Bona non ha mai sovrastato il suo gruppo tranne quando, come in questo caso, ha proposto i suoi brani solisti. Un vero e proprio artista a 360 gradi, che ha catturato l’attenzione dei presenti nonostante il suo carattere un po’ schivo dall’inizio alla fine come pochi sanno fare con le sue doti canore eccellenti.

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Si prosegue quindi con “Bilongo” che risulta molto delicata e ritmata nell’esecuzione e con “Mute Sukudu” che anticipa il ritorno ad “Heritage” con in sequenza: “Jokoh Jokoh” (in cui a dire la verità sono più il piano e le percussioni a fa da padroni), “Cubaneando”, “Essèwè ya Monique”, “Santa Clara Con Montuno”, “Ngul Mekon”, “Muntula Moto”, “Eva”, “Kivu” e “Kwa Singa” rispettando fedelmente la tracklist del disco.
I ritmi africani si fondono progressivamente con le melodie cubane mescolando le anime musicali di due continenti, l’Africa e l’America, che sulla carta appaiono lontani ma che per più di un’ora sono stati vicinissimi se non addirittura confinanti abbattendo ogni distanza geografica.
Un tocco vellutato il suo, formidabile nei suoi duetti all’unisono tra basso e voce; praticamente unico al mondo.
Richard infatti suona il basso con tutte le dita della mano destra, veloce nell’esecuzione e con il groove nel sangue.
La conclusione è stata affidata a “O Sen Sen Sen”, scritto in coppia con Marc Berthoumieux e contenuto in Tiki, disco che conteneva collaborazioni con artisti quali Mike Stern e John Legend.

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Richard Bona è stato anche talmente umile da fermarsi alla fine con i propri fan per foto e autografi di rito vincendo anche quella timidezza che lo ha contraddistinto un po’ per tutto lo spettacolo. Un concerto davvero unico che ha saputo abbracciare vari stili e generi musicali; in oltre venti anni di carriera infatti Bona ha tratto ispirazione da Jaco Pastorius a Tito Puente per arrivare al Jazz Caraibico di oggi. Se lo conoscete già sapete cosa voglio intendere; se non lo avete mai sentito nominare correte a comprarvi per lo meno Bona Makes You Sweat – Live e Bonafied. Scoprirete nuovi universi sonori che solo un musicista eclettico quale è Richard Bona può affrontare con la sua genialità e il suo stile davvero unici.

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