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Cosimo Morleo – Ultreya

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Non so se sia mai nato un nuovo David Sylvian in Italia (a parte forse Andrea Chimenti), ma se così fosse indicherei come primo nome il cantautore torinese Cosimo Morleo. Dopo essersi dedicato a lungo alla musica antica e barocca e alla regia teatrale arriva nel 2012  l’attesissimo esordio Geni Dominanti (Controrecords/ NewModelLabel) prodotto da Enrico Fornatto (Alberto Fortis) e che ha visto la collaborazione di Exir Gennari (Tribà, Fratelli di Soledad), Gianfranco Nasso (Mambassa) e Andrea Rosatelli (Simone Cristicchi, Chiara Civello). Oggi torna con Ultreya, disco anticipato dal singolo “Fonteyn (Madame)”, in cui l’artista piemontese affronta il delicato tema del bullismo omofobico. Cosimo Morleo si era già schierato in passato al fianco del movimento Glbt con “Turing”, brano contenuto in Geni Dominanti, ma pur essendo passati alcuni anni la società italiana appare ancora troppo “chiusa” nei confronti degli omosessuali ed ecco quindi che la musica può giocare un ruolo fondamentale a livello di comunicazione per lanciare un messaggio di uguaglianza che si auspica arrivi presto. Ultreya però affronta anche altri temi delicati quali gli amori clandestini con “Kavafis”, che è ovviamente ispirata dal famoso poeta greco (nato e morto però ad Alessandria d’Egitto). Credetemi quando vi dico che qui la raffinatezza è di casa , già dalle prime note della canzone. Tuttavia Morleo raggiunge l’apice sicuramente in “Mr Thoreau”, questa volta dedicata al celebre filosofo statunitense che visse a fine ottocento. Riferimenti quindi anche ai grandi testi letterari, per un prodotto destinato a un pubblico colto che di certo non segue i talent show. Riferimenti anche ai fatti di cronaca e al film documentario “Io Sto Con la Sposa” in “La Sposa”. Un Pop elegante e mai banale, un po’ retrò, un po’ tipicamente anni ottanta ma anche proiettato al futuro. Che siano queste le nuove direzioni da intraprendere? C’è anche una cover fa le nove tracce contenute nel disco, “Per Una Bambola”, brano scritto da Maurizio Manzi, interpretato da Patty Pravo e portato a Sanremo nel 1984. Trent’anni circa quindi separano la versione originale da quella proposta da Cosimo Morleo. Di differenze se ne notano tante, di affinità altrettante, ma anche il fan più incallito della “ragazza del Piper” non rimarrà deluso. “Retròromantico” è pura poesia sonorizzata; un basso alla Mick Karn e chitarre alla Alberto Radius coesistono nello stesso universo intrecciandosi con il violino di Sergio Caputo. Se Mango fosse ancora vivo sarebbe stato invece l’interprete perfetto per il brano “Un film di Godard”. Sarebbe stato interessante se il più grande cantautore lucano di sempre avesse potuto ascoltare il pezzo e magari duettare con Morleo. “Desiderantes” è l’ultimo brano in italiano, uno sguardo verso il cosmo e le stelle, con l’amore come tema ricorrente. Chiude il disco “Leave The Boy Alone”, composta per il film di Giovanni Coda in uscita nel 2016 “Bullied to Death”, scritto a quattro mani con Maddalena Bianchi, che affronta il tema del bullismo. Curiosamente “Ultreya” è un’antica parola usata dai pellegrini durante il cammino di Santiago in epoca medioevale che significa “Vai oltre, sempre più avanti”. Ecco, questo è l’invito che rivolgiamo a Cosimo Morleo. La strada intrapresa è quella giusta. Sarà importante non smarrire la retta via, perché oggi come oggi molti non guardano più al nostro patrimonio artistico e cercano ispirazione altrove. Morleo invece non ha avuto paura di confrontarsi persino con un mito vivente come Patty Pravo e ciò lascia solo ben sperare per il suo futuro.

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Esce il 31 ottobre Siren’Odrome, il primo album degli ‘IF

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‘IF è un progetto musicale inedito formato da cinque artisti. Una simbiosi artistica che pone al proprio centro creativo l’esplorazione dei canoni dell’Eleganza e della Modernità.
Nato da un’idea di Michele Bisceglia, ‘IF è un open-space creativo, un allestimento musicale progressivo formatosi attorno ad un concetto: “da tempo continuiamo ad interrogarci sul valore dell’espressività della musica che ci circonda, che ascoltiamo, che subiamo. Quanto spazio creativo è riservato all’estetica musicale, all’eleganza dei suoni, alla ricerca delle suggestioni sonore. E “Se” qualcuno provasse ad esplorare quest’orizzonte artistico? “’IF” dall’inglese, in italiano “SE”, è un progetto artistico che prova a immaginare un nuovo paradigma. Un paradigma musicale che mette al centro della composizione l’Eleganza e la Modernità. Dei suoni, dei segni, nei testi, nelle storie.”

Gli ‘IF sono: Michele Bisceglia (suo il musical inedito Gallo de Panama, autore di tutti i brani dell’album), Alessandro Di Lascia (polistrumentista e produttore artistico,già vincitore durante l’edizione del 2008 del Festival di Sanremo, del Premio della Critica “Mia Martini” nella sezione Giovani ), Veronica Granatiero (talentuosa cantante che vanta collaborazioni con artisti nazionali ed internazionali come Michael Bolton, Ami Stewart, Patty Pravo, Massimo Ranieri ecc..), Cristina Bisceglia (cantante Rock dalle tonalità Black con una spiccata originalità interpretativa), Marcello Strinati (cantante, bassista ed eclettica figura in ambito teatrale nazionale dove opera come autore, interprete e regista).

Siren’Odrome è il primo album firmato ‘IF. Un album composto da cinque brani, quattro dei quali interpretati singolarmente ed una title track finale con un arrangiamento vocale a cinque voci. E come estensione del disco, una suite sonora, un’esperienza d’ascolto inedita, senza voci, interamente musicale. Siren’Odrome è disponibile in pre-order su ITunes a partire dal 12 ottobre e ascoltabile sulle maggiori piattaforme digitali (Spotify, Deezer, Shazam, SoundCloud, ecc.) da sabato 31 ottobre, data di pubblicazione ufficiale del disco.
Il disco vanta collaborazioni importanti, tra cui Igor Imhoff autore dell’artwork di copertina (tra i maggior interpreti europei della video animazione) e il fashion designer Francesco Paolo Salerno.
L’album sarà accompagnato da una serie di showcase promozionali in alcune delle maggiori città italiane con un mini-tour teatrale. La presentazione in anteprima nazionale sarà a Roma, giovedì 19 novembre al Teatro Kopò, con un una esibizione elettro/acustica alla quale seguirà una conferenza stampa. Sono in via di definizione le date di Pescara, Foggia, Bologna e Milano.
Giovedì 5 novembre, sulla pagina di Rockambula Webzine, sarà proiettato in anteprima assoluta il videoclip della canzone Siren’Odrome. Stay tuned.


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Marco Parente ha scritto una canzone per Irene Grandi

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Marco Parente ha scritto una canzone per il nuovo album di Irene Grandi Un Vento Senza Nome in uscita oggi, 12 febbraio, su etichetta Sony Music. Il brano si intitola “Cuore Bianco” e rappresenta la prima collaborazione di Marco Parente come autore per l’interprete fiorentina. “Conosco Irene da molto tempo – racconta Marco Parente – e oltre che una grande voce la considero una buona amica. Questo ha reso il nostro incontro, che mi vede autore di una canzone per lei, ancor più emotivo e sensibile. Non ho mai avuto pregiudizi verso lo sconfinamento e incontro tra musicisti di mondi differenti (o presunti tali), anzi ne ho sempre apprezzato i vari esperimenti e benefici che da entrambe la parti sono scaturiti: se da un lato ci si rinfresca e inspessisce un po’, dall’altro saltano alcuni paletti dietro i quali spesso ci trinceriamo con un certo autocompiacimento. Mi piace tutto del risultato finale, in modo particolare la passione e educazione col quale ci si è arrivati.” “Cuore Bianco” è la seconda incursione nel mondo del pop di Marco Parente – che nel 2002 scrisse “Farfalla Pensante” per Patty Pravo – e arriva in un periodo di grande fervore creativo. Parente, la cui ultima pubblicazione a proprio nome risale al 2013 (“Suite Love”), sta infatti lavorando in questi giorni ad un nuovo disco e a breve, con Alessandro Fiori e Lorenzo Maffucci, getterà le basi del secondo lavoro dei Betti Barsantini. Nel frattempo porta in giro insieme al musicista sperimentale Vincenzo Vasi il “Paranormal Tour”, in cui i due si scambiano brani e suggestioni sonore, dando vita ad un incontro di visioni musicali decisamente inconsueto.

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GramLines – Coyote

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Non è di certo una novità che il Veneto sia culla di sana musica. Abbiamo spesso sentito parlare di One Dimensional Man, progetto idea del geniale Pierpaolo Capovilla, dei Non Voglio che Clara, determinati e scuri, degli Artemoltobuffa, simpatici, indipendenti e dal carattere naif. E quanti locali hanno passato “Warp 1.9” del progetto The Bloody Beetroots o il metallo degli Arthemis. E la Patty Pravo che riecheggia per le strade. La lista è sufficientemente lunga e la conosciamo bene, ma oggi siamo interessati ad un nome soltanto: GramLines. Sono in cinque e sono di Padova. Tutta roba italiana, recitata in inglese, che ben si addice allo stile aggressive Alternative che hanno deciso di abbracciare. Nel 2012 esce il primo EP della band, sotto il titolo di Burning Lights EP e due primavere dopo, in maggio sboccia un nuovo lavoro: Coyote EP, suonato su palchi condivisi con nomi del calibro di Linea 77 e Zen Circus. Non male.

Il disco si presenta caratterizzato da tonalità molto impetuose, perfettamente realizzate nella stesura di “The Bone”, capitolo #2. L’orecchio viene inevitabilmente spiazzato da un basso incredibilmente in linea con quanto proposto dai The Strokes ed il paragone è inevitabile, seppur mancante la vena Indie, sostituita da un perfetto stile Alternative. Il risultato è di gran lunga più orecchiabile, caratterizzato da venature a tratti metalliche e a tratti Blues Rock, nulla togliendo ai mitologici newyorkesi. Nell’episodio successivo si fa spazio a tastiere ed arpeggi maggiormente melodici, accompagnati da lievissimi chorus, ma lo stile si afferma e continua a risaltare quella tendenza Blues di cui poc’anzi. Le estroverse chitarre di Stefano Bejor e la camaleontica voce di Francesco Campaioli ben sanno raccontarsi attraverso gli oltre 6’ di “The Road”. Ma Coyote EP sa farsi ben apprezzare e non ha di certo paura di sfoggiare strutture alternative attraverso l’intro Rock’n’Roll di “The Thrill of a Breakdown”, che cede presto spazio al bit bass di Alberto Pavinato. Strutture non di certo banali accompagnano l’intero brano per tutta la sua durata, donando alla traccia un carattere molto più internazionale. L’ultimo episodio dell’EP continua a manifestare lo spirito animalesco dei cari GramLines ed è soltanto a questo punto che si riesce ad apprezzare pienamente il timbro di Francesco e le doti artistiche di tutti i musicisti protagonisti del progetto. Una splendida credit track per uno splendido lavoro.

Nulla da aggiungere, a questo punto, attraverso Coyote EP la vita diviene una strada. È questo il tempo delle bestie? Amano raccontarsi così. Noi intanto raccontiamo le aspettative attraverso un giudizio dal carattere interessante, in attesa di un vero album studio.

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Rockambula propone i Festival dell’estate e intervista Costello’s per il Pending Lips Festival

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Quest’estate fatti un giro rock, invece della solita vacanza al mare; leggi Rockambula e scegli il Festival che fa al caso tuo. In quest’articolo la nostra redazione propone i migliori festival in giro per la penisola e non solo. In più un esclusiva intervista a Simone Castello della Costello’s booking agency. Buona lettura e buone vacanze!!!

La musica e la cultura stanno attraversando un periodo poco felice e, spesso sotto il gioco di continui tagli e difficoltà, faticano a crescere se non addirittura a sopravvivere. I piccoli scompaiono e i grandi annaspano. Il quadro che si delinea farebbe scoraggiare anche i più impavidi, ma per fortuna ci sono realtà  che giornalmente resistono a questa “guerra silenziosa” . L’obiettivo di queste righe è di raccontare brevemente una di queste esperienze, e in particolare una che tocca da vicino il mondo dei festival. Il tema è molto ampio e in questa sede non pretendiamo di realizzare un’analisi esaustiva del fenomeno, ma dare visibilità a un piccolo spaccato di capitani coraggiosi. Risponderà alle domande Simone Castello della Costello’s Booking e Management, un’agenzia di servizi che opera nel mondo della musica e degli eventi, da qualche anno punto di riferimento per le realtà musicali del territorio milanese, con un focus specifico rivolto alle band emergenti. La Costello’s si occupa dal 2011 della direzione artistica del Pending Lips Festival,  rassegna per band emergenti che si tiene a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Innanzitutto ringraziamo Simone e la Costello’s per la disponibilità concessaci e iniziamo con le domande.

La Costello’s è una piccola realtà che riesce a essere cuore pulsante per alcuni eventi e rassegne sul territorio di Sesto San Giovanni e di Milano; vorresti raccontarci brevemente cos’è il Pending Lips festival, la sua storie e come è nata l’esigenza di realizzare una rassegna musicale?
Pending Lips Festival è nato a fine 2011 grazie a noi di Costello’s, ad Arci La Quercia, a Il Maglio e all’Assessorato alle Politiche Giovanili di Sesto S.G. supportato dall’Informagiovani. L’esigenza da parte nostra era di dare vita a un progetto che rispondesse a esigenze concrete e contemporanee di chi suona in un gruppo emergente indipendente. L’esperienza maturata negli anni ci ha aiutato nell’analizzare in che modo potesse avvenire tutto ciò. Pending Lips è venuto alla luce dopo aver pensato nei minimi particolari (dalla composizione della giuria, alla modalità di svolgimento, ecc..) a come creare un contesto innovativo, fertile e piacevole. La formula creata si è dimostrata decisamente vincente e le prime due edizioni ci hanno regalato grandi soddisfazioni. Alcuni dei gruppi che hanno suonato al Pending Lips hanno firmato poco dopo la loro apparizione con importanti etichette e operatori di settore (ad esempio l’anno scorso i MasCara dopo aver partecipato hanno firmato un contratto discografico con Eclectic Circus/Universal, i We, the Modern Age quest’anno con Ghost Records e, sempre quest’anno, Il Rumore Della Tregua ha cominciato a collaborare con Ja.La Media Activities).

Siamo consapevoli del contesto attuale e delle difficoltà che si incontrano, che anche i grandi festival patiscono. In base alla tua esperienza, quali sono le difficoltà maggiori in cui ci si imbatte nell’organizzazione di un evento di questo genere? Milano rappresenta ancora una piazza privilegiata per numeri e possibilità rispetto al resto dello stivale?
Penso che la difficoltà più grande sia legata al fatto che oggi la musica live non ha più l’appeal che poteva avere fino a qualche anno fa. Certo poi ci sono le “banalità” legate ai costi, alla burocrazia, ecc ecc… ma per quanto mi riguarda passano in secondo piano. Nel momento in cui si riesce a coinvolgere il pubblico, il resto in qualche modo si sistema. Pending Lips si svolge interamente a Sesto S.G., che è alle porte di Milano, e ottimamente collegata. In questo senso non so quanto Milano però possa essere considerata una piazza privilegiata rispetto al resto d’Italia. Gli eventi con musica live emergente che funzionano a Milano sono quasi sempre più legati ad aspetti “modaioli” che alla musica in sé (che se è la modalità per far sì che i locali che fanno musica dal vivo continuino a fare il loro, ben venga. Ieri gli hippies, oggi gli hipster?…)

Un festival è qualcosa di prettamente fisico, reale, che si sente e si vede. Che valore ha una rassegna come il Pending Lips in un contesto come quello attuale, nel quale stiamo assistendo a una smaterializzazione dei supporti a favore di uno scenario dominato da dischi virtuali e social network?
Penso che proprio la contemporaneità, insieme alla gratuità e alla direzione artistica, sia stato il valore aggiunto che Pending Lips ha portato con sé in queste due edizioni. Si è creata una rete di collaborazioni che ha garantito al festival (e di conseguenza alle band che vi hanno partecipato) sempre maggiore visibilità e che, come detto, ha dato buonissimi frutti. Come già detto, il nostro intento era quello di creare un contesto molto fertile e il più possibile al passo con i tempi e con la situazione della musica al giorno d’oggi.

Un festival è fatto in primo luogo da musicisti. Vorresti raccontarci qualcosa sul rapporto che si instaura con le band e soprattutto come è strutturata la fase di contatto e reclutamento delle stesse?Per la prima edizione il reclutamento è avvenuto principalmente contattando in prima persona band che conoscevamo già. La seconda edizione invece, grazie anche all’apporto dei quasi 20 media-partners che abbiamo costruito, ha ricevuto più di 300 moduli d’iscrizione. I gruppi sono stati ascoltati uno per uno da 5 persone della direzione artistica di Costello’s. Non è stato facile; sono numeri davvero importanti che dimostrano quanto sia stata significativa la crescita del Pending Lips in un solo anno e quanto sia stato importante compiere sforzi per realizzare anche questa edizione. Il rapporto con i gruppi che hanno partecipato alle due edizioni è sempre stato di collaborazione e di stima reciproca. La cosa più bella che ho notato è proprio la partecipazione che si è creata durante le serate. Band che suonavano in una serata si presentavano ad assistere alla successiva. Forse, almeno tra chi suona, rimane ancora viva la curiosità, la voglia di appartenere a un movimento che possa essere stimolante e appagante, la musica insomma.

Un festival per essere un buon prodotto dovrebbe avere alcune caratteristiche imprescindibili, secondo te quali sono le cinque che una rassegna  deve assolutamente avere per essere considerata di altro livello? E soprattutto dicci un buon motivo per venire a vedere il Pending Lip festival…
Le scrivo di pancia, magari rileggendo tra qualche giorno mi verrà in mente altro:

1) Una buona idea

2) Competenza

3) Passione

4) Una buona location

5) Uno staff preparato

Penso (spero che chi c’è stato sia d’accordo) che il Pending Lips abbia tutte e 5 queste caratteristiche. Spot: “Hey amici, da oggi ci sono almeno 5 buoni motivi per venire il 4 Giugno al Carroponte ad assistere alla serata con i Diaframma con le aperture affidate ai due gruppi che hanno vinto grazie alla giuria popolare il contest: Vulvatron e JJ LaMorve. Parola di Costello’s”. Dopo questa perderemo tutto il potenziale pubblico che sarebbe venuto.

Siamo alla conclusione di questa piccolo viaggio all’interno della tua esperienza, vorresti Raccontaci il tuo “ momento migliore” durante il percorso del Pending LIps?In realtà sono state tutte serate davvero splendide… Vedere così tanta gente presente a serate con gruppi emergenti, sentire la partecipazione e la voglia di esserci, è sempre magico.Se devo trovare un momento in particolare penso che sia stato il giorno antecedente la prima serata dell’ultima edizione. Tanta emozione, tanta vicinanza e supporto, tanta voglia di ripartire. Un piccolo “miracolo” di questi tempi.

Il quadro che emerge da questa testimonianza delinea un stato dell’arte complesso, fatto di alti e bassi, che richiede passione impegno e dedizione. Fare musica e occuparsene obbliga a continui sforzi e a una costante ricerca di mezzi, di idee, di buone strategie, di conoscenze. Le band emergenti in Italia, come in altri paesi, non mancano, e le manifestazioni che si tengono in tutta Europa ne sono un esempio, ma spesso non si riesce a creare un corrispondente alone culturale e di crescita che accompagna questi eventi. L’ascoltatore dovrebbe poter essere più consapevole di quello che sta fruendo, del lavoro sotterraneo di molti e del valore che anche un piccolo festival può avere per band e artisti. I gruppi, da canto loro, devono offrire il meglio in termini di qualità, di energia, di emozione. Insomma: un implicito contratto, fatto soprattutto di reciprocità. Tra alti bassi, festival che vanno e festival che vengono, cerchiamo ora di passare in rassegna cosa succede da noi e all’estero.

 

A Perfect Day Festival
LOCATION:Villafranca di Verona (VR)
DATE:Dal 30 Agosto al 01 Settembre
LineUp: Primal Scream, Bastille, Wmerch Andise, Bloody Beetroots, Salmd, Tre Allegri ragazzi Morti, The XX, Editors
VOTO: 4

Arezzo Wave Love Festival
LOCATION:Civitella in Val di Chiana
DATE:Dal 12 al 14 Luglio
LineUp:UNHEIMLICH!, Avast, Subwayundersea, Emmecosta, Matteo Toni, Catch a Fyah, Boxerin Club, Ansomia, le Cpare a Sonagli, Swordfish Project, Blues Ash of Manaìhattan, Invers, Plof, B:Due, la Rappresentante di Lista, Etruschi From Lakota, in Medias Res, Soul Sailor & the Fuckers, Beautiful Bunker
VOTO: 3,5

Asti Musica
LOCATION:Asti
DATE:Dal 09 al 24 Luglio
LineUp:Ginevra di Marco, Area, la Fame di Camilla, Emma, Zen Circus, Goran Bregovic, Banco del Mutuo Soccorso
VOTO: 2

Bilbao BKK Live
LOCATION:Bilbao
DATE:Dal 11 al 13 Luglio
LineUp:Depeche Mode, Editors, Kings of Leon, Mark Lanegan Band, Green Day, Vampire Weekend, Fat Boy Slim
VOTO: 3,5

Carroponte
LOCATION:Sesto San Giovanni
DATE:Dal 29 Maggio al 12 Agosto
LineUp:il Teatro Degli Orrori, Diaframma, Neffa e molti altri
VOTO: 5

City sound
LOCATION:Milano
DATE:Dal 10 Giugno al 28 Luglio
LineUp:Killers, Mario Biondi, Toto, Korn, Motorhead, National, Iggy and the Stooges, Wu Tang Clan, Skunk Anansie, Atoms for Peace, Deep Purple, Santana, Blur
VOTO: 5

Collisioni Festival
LOCATION:Barolo (CN)
DATE:Dal 05 al 09 Luglio
LineUp:Jamiroquai, Gianna Nannini, Elio e le Storie Tese, Tre Allegri Ragazzi Morti, Marta sui Tubi, Fabri Fibra, Elton John
VOTO: 5

Festival di Villa Arconati
LOCATION:Bollate (MI)
DATE:Luglio
LineUp:Sinead O’Connor, Goran Bregovic, Daniele Silvestri, Francesco de Gregori, Mark Lanegan Band, Orquesta Buena Vista Social Club
VOTO: 3

Festival Strade Blu
LOCATION:Faenza
DATE:Dal 25 Aprile al 21 Giugno
LineUp:Lee Ranaldo and the Dust, Lambchop
VOTO: 3,5

FIB
LOCATION:Benicassim (Spa)
DATE:Dal 18 al 21 Luglio
LineUp:Queens of the Stone Age, Beach House, Beady Eye, Primal Scream, Artic Monkeys, Kaiser Chiefs, Miles kane, Killers, Jake Bugg, Black Rebel Motorcycle Club
VOTO: 4

Fuori Luogo Festival
LOCATION:San Damiano d’Asti
DATE:Dal 14 al 16 Giugno
LineUp:Aart Heering, Abdelkader Benali, Carlo Bordone, Kings of the Opera, James Walsh, Peter Murphy, Smoke Fairies, fabrizio Cammarata, Anna Viola, Davide de Martis, Turin Brakes and more…
VOTO: 4

Lucca Summer Festival
LOCATION:Lucca
DATE:Dal 6 al 27 Luglio
LineUp:Leonard Cohen, Nick Cave & the Bad Seeds, Killers, Mark Knopfler, Renzo Arbore, Neil Young, Litfiba, Thirty Seconds to Mars, Sigur Ros
VOTO: 3

MIAMI
LOCATION:Milano
DATE:Dal 7 al 9 Giugno
LineUp: Linea 77, Di Martino, Sadside Project, Bachi da Pietra, Gli Ebrei, Verbal, Bot, Riva Starr, Jennifer Gentle, HardCore Tamburo, Dumbo Gets Mad, New Ivory, at the Weekends, Selton, Amari, Phill Reynolds, Appino, Patty Pravo, Giardini di Miro’, Cosmo, Vanity, Wildmen e molti altri
VOTO: 4

Reading Festival
LOCATION:Reading (UK)
DATE:Dal 23 al 25 Agosto
LineUp:Green Day, System of a Down, Deftones, Bring me the orizon, Skindred, Eminem, Chase and Status, Foals, White Lies, Biffy Clyro, Nine Inch Nails, Fall Out Boy, Lumineers, Editors
VOTO: 4,5

Rock in Roma
LOCATION:Roma
DATE:Giugno/Luglio
LineUp:Green Day, Killers, Toto, Korn, Iggy and the Stooges, Max Gazzé, Rammstein, Arctic Monkeys, Bruce Springsteen, Mark Knopfler, Smashing Pumpkins, Mark Lanegan Band, Atoms for Peace, Ska-P, Deep Purple, Zucchero, Daniele Silvestri, Neil Young, Sigur Ros, Blur
VOTO: 4

Roma Incontra il Mondo
LOCATION:Roma
DATE:Giugno/Luglio
LineUp:Cocorosie, Steve Vai, Modena City Ramblers, Almamegretta con Raiz, Il Teatro Degli Orrori, Giuliano Palma, Neffa, Miss Kittin, Alborosie, Officina Zoe’, Apres la Classe, Elio e le Storie Tese, Kinks of Convenience, Sud Sound System, Intillimani, Skatalites
VOTO: 3,5

Sexto’nplugged
LOCATION:Sesto al Reghena (PN)
DATE:Luglio
LineUp:Loca Natives Villagers, Of Monsters and Men, MùM, Ane Burn, Rover
VOTO: 3,5

Sherwood
LOCATION:Padova
DATE:Dal 12 Giugno al 12 Luglio
LineUp:Marta sui Tubi, Modena City Ramblers, NOFX, Motel Connection, Ministri
VOTO: 3

SoloMacello Fest
LOCATION:Milano
DATE:26 Giugno
LineUp:Red Fang, Karma to Burn, in Zaire, Wrust, Fuzz Orchestra, Nero di Marte, Zolle, Black Moth
VOTO: 2,5

Southside Festival
LOCATION:Neuhausen ob Eck (GER)
DATE:Dal 21 al 23 Giugno
LineUp:Rammstein, Queens of the Stone Age, Arctic Monkeys, paul kalkbrenner, Sigur Ros, Portished, Smashing Pumpkins, Ska-P, National, Editors, NOFX, Hives, Kasabian, Gogol Bordello
VOTO: 4,5

Strummer Live Festival
LOCATION:Bologna
DATE:Dal 3 al 5 Luglio
LineUp:Goran Bregovic, Manu Chao, Modena City Ramblers, Alborosie, Africa Unite
VOTO: 2

Sziget
LOCATION:Budapest
DATE:Dal 5 al 12 Agosto
LineUp:Alex Clare, Azealia Banks, Blur, David Guetta, Die Arzte, Editors, Seeed, Ska-P, Skunk Anansie, Biffy Cliro, Mika, Nick Cave and The Bad Seeds, Bat For Lashes, Everything Everything, Flogging Molly, Afterhours, Bad Religion, !!!, Peter Bjorn & John, Editors e molti altri
VOTO: 4

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All Female Bands (seconda parte)

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Continuando il viaggio intrapreso la settimana precedente sull’universo musicale femminile, affrontiamo il discorso sotto un’ottica tra Pop e Rock, tra massa e individuo.

Nonostante le girl-band siano certamente una realtà in crescita anche se comunque una minoranza (e ciò molte volte è dovuto al fatto che risulta troppo impegnativo riuscire a conciliare una carriera musicale con gli obblighi famigliari oppure nella difficoltà spesso di trovare giovani donne che suonino strumenti classicamente Rock come la batteria), bisogna anche riflettere su quanto invece sia estremamente facile trovare voci femminili, e come queste abbiano avuto e hanno tutt’ora potere e spazio nel panorama musicale.

L’interprete femminile, infatti, ha sempre ricoperto un ruolo importante nella musica in generale (ricordiamoci che personaggi come Mina, Patty Pravo, oppure Caterina Caselli hanno cavalcato le classifiche musicali per un lungo periodo) e che la voce raffinata e profonda di Mina sia stata riconosciuta non solo all’interno del panorama musicale nazionale, ma anche oltreoceano: nel 1961 This World we Love in – versione inglese di Il Cielo in Una Stanza – riesce a entrare all’interno della classifica dei singoli più venduti secondo Billboard, e All Music Guidela definisce come “One of the most popular and influential postwar italian artist”. Quindi la donna è stata importante e lo è tutt’ora all’interno della musica mainstream, che comunque rimane la musica maggiormente influente per l’opinione e la visione della donna, non solo nel settore,  ma anche nella società.

Ecco dunque che qui si pone un’ulteriore riflessione: spesso la donna viene accusata di utilizzare il proprio corpo come veicolo principale per promuovere la propria arte e di proporre un’immagine troppo ammiccante e non vicina alla realtà di tutti i giorni. Questo è vero? È giusto? È sbagliato? Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma ciò mi permette di ampliare la questione anche alla scena rock femminile. Parlando proprio con una componente di una all female band rock nostrana, le Rocker Pussy Grim, la questione è venuta a galla dopo che la cantante mi ha riferito di aver ricevuto una critica che affermava come il successo dei  gruppi Rock femminili non sia dovuto ad un fattore musicale, ma unicamente a una scelta di marketing e d’immagine. Non prendiamoci in giro, le Bikini Kill erano tutte donne, suonavano musica tecnicamente semplice, eppure non hanno avuto successo solo perché erano donne e basta, ma perché erano donne incazzate che gridavano al mondo la loro rabbia verso l’omofobia e i pregiudizi, promuovendo la parità dei sessi. Era una band che trasmetteva messaggi contro lo sfruttamento del corpo femminile utilizzando il corpo stesso. Un ossimoro certo, ma un ossimoro che colpisce, ha un significato profondo e risulta efficace. Anche noi in Italia non siamo stati da meno e avevamo una giovane Jo Squillo che, prima di buttarsi nell’Italo-Disco e successivamente diventare la regina della moda trash televisiva, capitanava un gruppo di donne Punk incazzate dal nome Kandeggina Gang. Non erano molto distanti dalle idee delle Bikini Kill, e nei loro testi l’odio verso l’altro sesso e verso una società perbenista, maschilista e noiosa usciva prepotente senza mezzi termini: “Che lavaggio del cervello tu non pensi che al tuo uccello, che lavaggio secolare tu non pensi che a scopare, orrore orrore mi fai vomitare” cantavano in Orrore del 1979. Insomma: erano delle adolescenti ribelli che al posto di fregarsene delle critiche che in quel periodo venivano rivolte verso la generazione giovanile – definita spesso fannullona e senza ideali – decisero di creare qualcosa di nuovo e forte per scuotere l’opinione della gente. Il futuro era in mano ai giovani e loro erano giovani, contro il perbenismo, e soprattutto consapevoli della loro forza.

Ora, continuando cronologicamente all’interno della storia musicale e arrivando dunque ai primi anni ’90, ecco che l’argomento delle girl-band e rispettivamente delle boy-band entra prepotentemente all’interno dell’immaginario collettivo. Inizialmente uno dei primissimi esperimenti discografici su questo fronte sono stati i Take That (da cui uscirà poi vincitore Robbie Williams) che nel giugno 1993 sfornano il loro primo singolo da top 10: Pray. Questi cinque ragazzi, grazie anche all’utilizzo del proprio corpo, diventano presto gli idoli di giovani teenager e giovani omosessuali sparsi per il mondo. Ovviamente, dopo questo enorme successo, l’industria musicale non si fa scappare l’occasione di investire in questo nuovo mercato, e pensa bene di allargare il cerchio anche alla sfera femminile, lanciando le ormai famosissime Spice Girls. Ora, per quanto siano state e sono per molti un gruppo di bassa qualità Pop e unicamente un prodotto discografico confezionato, le liriche delle Spice Girls,se si ascoltano attentamente,  nascondono al loro interno molti messaggi riguardanti l’indipendenza femminile, che presto diventerà parte integrante dello “Spice Brand(es. il DVD “Girls Power! Live in Istanbul” del 1997 con l’inserto “Girls Talk”). Messaggi d’individualità e del discorso Girl Power gli troviamo anche nella personalità differente di ognuna di loro, infatti ogni Spice ha una propria personalità e una propria collocazione sociale (Geri èquella sexy e determinata, Mel B l’afroamericana piercingata, Mel C la maschiaccia coi pantaloni della tuta, la dolce Emma e la fashion Victoria). Tutto questo,ovviamente, fa parte di una mossa studiata a tavolino per rispondere all’esigenza di aggregare in un unico brand (come una gang) diverse origini culturali. Tirando le somme, queste cinque ragazze hanno lanciato il messaggio che “L’individuo e la sua soggettività sono indispensabili e l’appartenenza ad un gruppo rende questi valori forti e rispettabili”. Ecco spiegato il motivo di tanto successo, le Spice, in fondo, altro non erano che delle figure di riferimento per tutte le giovani teenager che si aggregavano in gruppi di appartenenza mentre passavano la fase intermedia, quella in cui non ci si sente più bambine ma nemmeno ancora donne. Questo era il loro target d’audience, questo era il loro mercato, questo era ciò che rappresentavano. Noi italiani ovviamente ci siamo arrivati dopo, come sempre (quando mai i discografici nostrani sarebbe riusciti a guardare così oltre?!), e nei primi anni 2000 abbiamo fatto lo stesso esperimento con le Lollipop (che, per altro, si sono riunite e sono pronte per un nuovo tour).

Bene, tutto questo lungo blablabla sulle girl-band nel pop è servito a far risaltare ancora di più la potenza che l’immagine ha sulla cultura sociale e dunque quanto possa influenzare il collocamento della donna nella società. Il discorso su cosa sia giusto trasmettere attraverso la musica e in che modo sia opportuno farlo essendo donne potrebbe continuare all’infinito. Concludo dunque ricordando che le donne oggi fanno musica, sono libere di esprimersi, spesso sono consapevoli del potere che il loro corpo ha, spesso lo utilizzano per lanciare dei messaggi e altre volte, invece, per vendere dischi. In fondo il mondo è bello perché vario, ma vorrei che ogni donna potesse avere la libertà di salire su un palco senza preoccuparsi di mettersi una minigonna ed essere additata come una che lo fa per creare audience. Si piace così, e dunque perché non dovrebbe più essere vista come una musicista ma invece come una con due gambe e un paio di tette? Tutto sta negli occhi di chi guarda.

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