Ozzy Osbourne Tag Archive

What’s up on Bandcamp? [ottobre 2019]

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I consigli di Rockambula dalla piattaforma più amata dall’indie.
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Fast Listening | Settembre 2016

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Sophia – As We Make Our Way (Unknown Harbours) (Alt Rock, Songwriting) 6,5/10
Dopo sette anni di silenzio i Sophia ritornano con un disco che miscela piuttosto sapientemente suoni elettrici ed acustici ma che paragonato al passato perde qualcosina a livello lirico (ma non pensate manchi di emozionare) e si appoggia spesso ad un sintetismo che non sempre convince. Nonostante questo il disco scorre via piacevolmente (parliamo di Sheppard dunque pesate bene il termine) tra Pop di elevata fattura (“Blame”) ed aperture più facili e solari (“California”, per quanto da quelle parti nel testo il sole non sia tutto passando per quei brani dalla classica intimità che da sempre contraddistingono questo valido progetto(“The Drifter”, “Baby, Hold On”), fino a giungere alla conclusiva “It’s Easy To Be Lonely”, tra i momenti migliori del disco con la sua ottima coralità, senza però far mancare lungo il percorso qualche piccolo passo falso (il Rock leggermente sintetico di “St.Tropez / The Hustle” proprio non convince). Per quanto qualcosa di meglio si potesse sicuramente aspettare il disco non delude e non possiamo dimenticare che è sul palco che Robin Proper-Sheppard (in solitudine come coi suoi compagni) aumenta a dismisura la sua travolgente intensità.

[ ascolta “Resisting” ]

uKanDanZ – Awo (Jazz-Rock, Ethio Jazz, Free Jazz, Noise ) 7,5/10
Terzo lavoro sulla lunga distanza per questo combo che fonde al suo interno un quartetto di ottimi musicsti Jazz di Lione (chitarra, basso, sax, batteria) e la voce di Asnake Guebreyes, bravissimo e carismatico cantante proveniente da Addis Abeba. Il disco sprigiona un’energia Punk Rock ispirandosi a canti della tradizione etiope. Il lavoro dei 4 musicisti ed il canto appassionato di Guebreyes si fondono in una miscela insana, enrgica e dalla grande e mai invadente dinamicità che rimane ardente anche durante “Gela Gela” il brano più tranquillo del lotto, con l’ottimo ed ipnotico lavoro della sezione ritmica, il sax e la chitarra sempre puntuali ed all’altezza della situazione durante i loro interventi ed una voce in questo caso più che mai evocativa. Il sound della band fonde perfettamente vari stili (non mancano neanche momenti che potremmo classificare come Rock Progressivo) creando una simbiosi perfetta dei due continenti che fanno da casa al quintetto, senza farcene mancare un terzo, parliamo ovviamente dell’America, patria del Free Jazz. Ascolto piacevole, ricco, pulsante, suggestivo, ed ovviamente consigliato.

[ ascolta “Tchuhetén Betsèmu” ]

Ramachandran – Marshmallow (Heavy Psych, Stoner ) 5,5/10
Il power trio toscano formato dalla voce di Sara Corso, dalla chitarra di Andrea Ricci e dalla batteria di Andrea Torrini sforna un concept che citando psicologi e neuroscienziati cerca, in modo anche ironico, di spiegarci come funziona il cervello. La voce della Corso può in alcuni casi far pensare ad una versione femminile di Ozzy Osbourne, chitarra e batteria sono sempre lanciatissime e infuocate eppure non sventrano mai. Non c’è molto da dire, il disco è composto da 6 brani che scorrono via in 22 minuti, ma che, gira e rigira la frittata, si somigliano forse un po’ troppo e cercano soluzioni (leggermente) diverse giusto in un paio di occasioni. Le capacità sicuramente non mancano, ma è indubbio che a questi ragazzi serva anche un pizzico di fantasia e di coraggio in più, e magari anche una registrazione meno sporca e, perchè no, l’aggiunta di un basso.
[ ascolta “Vilayanur” ]

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BLACK SABBATH: nuovo album e data italiana

Written by Senza categoria

Dopo 35 anni i membri originari e fondatori di BLACK SABBATH si riuniscono per registrare un nuovo album e per intraprendere un tour. Ozzy Osbourne (voce), Tony Iommi (chitarra) e Geezer Butler (basso) pubblicheranno “13” – prodotto dal multi premiato Rick Rubin e che vede alla batteria Brad Wilk di Rage Against The Machine – il 10 giugno prossimo su Vertigo Records. All’uscita del disco seguirà un tour che porterà Ozzy Osbourne & co. in Italia, dove molti fan li attendono da anni, per un unico show che si terrà il 5 dicembre a Milano e in cui BLACK SABBATH eseguiranno i brani che hanno segnato la storia del rock ovvero “Paranoid”, “War Pigs” e “Sabbath Bloody Sabbath”…
05 dicembre MILANO, Fiera Milano Live Rho
(Padiglioni 13/15)
Prezzo del biglietto: €60,00+d.p.

Biglietti in vendita su www.livenation.it e www.ticketone.it a partire dalle ore 10.00 di venerdì 12 aprile.

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Seamount – IV: Earthmother

Written by Recensioni

Tra i molti dischi che ti arrivano capitano chiaramente anche quelli che ti stupiscono e ti rapiscono al primo ascolto e quelli che proprio non riesci a digerire. Magari quest’ultimi saranno più apprezzati dopo che hai ascoltato una sfilza di scadenti dischi Black e Grind che poco hanno da dimostrare. Con i Seamount invece è successo che dopo una carrellata di dischi che mi hanno lasciato con l’amaro in bocca sono arrivati come un fulmine a ciel sereno, un disco che “spacca” e ti rilassa i sensi. Insomma che cade a fagiolo. Si tratta del quarto capitolo del gruppo di Phil Swanson e soci, ovvero di IV: Earthmother. Cominciamo a  dire che i Seamount con questo lavoro si sono discostati abbastanza dal loro sound iniziale, quei sottofondi baritonali e quelle sorte di melodie deprimenti, almeno in questo disco, vanno a scemare quasi non fossero presenti. Spesso il cambiamento mette un po’ di timore perché non sai mai i tipi di risvolti che prendono o che vogliono prendere volontariamente le band e il più delle volte, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, questa trasformazione non è andata mai bene. Ma i Seamount sono l’eccezione alla regola, questo loro addolcirsi e spostarsi su sonorità più Heavy  non ha fatto altro che giovare al loro nuovo disco. L’unica pecca è che troviamo un Phil Swanson che gioca troppo a fare l’Ozzy Osbourne, è vero quel timbro di voce è più che adatto a questo tipo di  proposta dei Seamount ma un pizzico di personalità da parte del cantante non avrebbe affatto guastato. Quando un disco è bello ed interessante lo noti già dalla prima traccia e “Surrender”(l’opener) è un meraviglioso apri pista. Quasi tutte le tracce suonano un po’ come quella citata poco prima eccetto “Echoes”, una  sorta di ballata un po’ più leggera (per cosi dire) ma comunque con un suo personale fascino. L’apice viene raggiunto con la title track  “Do It Again”, un vero e proprio gioiello, i riff e i giri di chitarra presenti sono delle vere e proprie lezioni. I Seamount con IV: Earthmother hanno fatto centro, sono riusciti a comporre un album dalle mille sfaccettature che miscela Doom,  Sludge ed Heavy Metal. Con questo disco la band tedesca ha dimostrato di saperci fare e di avere una visuale assai ampia, oltretutto i musicisti hanno dato il meglio di se e questo quarto capitolo ne è la prova.

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Heimdall – Aeneid

Written by Recensioni

“Aeneid” è, in Italiano, l’Eneide di Virgilio. Il tema del quinto lavoro della ormai quasi ventennale band campana, che arriva dopo 9 anni di silenzio (caratterizzati da diversi cambi di formazione) dal precedente lavoro in studio Hard as Iron, è dunque il simbolo stesso dell’avventura epica come la buona tradizione del power metal richiede. Il coraggioso concept-album degli Heimdall, pubblicato dalla Scarlet Records, non tradisce le alte aspettative di un’ispirazione così importante e regala all’ascoltatore, dalla prima all’ultima traccia, un metal genuino e tradizionalista ma al tempo stesso moderno nelle sonorità, coraggioso negli arrangiamenti, mai scontati e sempre egregiamente realizzati. Una produzione di ottimo livello anche tecnicamente parlando, con un suono potente soprattutto grazie alle chitarre del tridente composto da Fabio Calluori, Carmelo Claps e Umberto Parisi. Le linee melodiche della voce di Gandalf Ferro sono perfettamente in stile e ben cantate, supportate da ottimi cori degli stessi chitarristi, le ritmiche di basso e batteria (Daniele Pastore e Nicolas Calluori) sempre corpose e incalzanti. Infine un plauso particolare per le tutt’altro che trascurabili tastiere che, meravigliosamente concepite, rendono l’atmosfera evocativa ai massimi livelli.
Che dire, potrei passare traccia per traccia, dall’immancabile e romanzesco prologo all’epilogo (quattordicesima traccia!), appunto “The Last Act”. Ma a cosa servirebbe? Non c’è una traccia brutta in questo disco. Non c’è una traccia che preferisco sulle altre. La storia è quella di Virgilio. L’interpretazione e la realizzazione degli Heimdall è magistrale. Questo “Aeneid” in sostanza offre tutto ciò di cui un sano metal-lover abbisogna, portando una ventata di modernità sonora ma rimanendo fedele alla tradizione degli artisti ispiratori della band di Salerno: Ozzy Osbourne, Judas Priest, Iron Maiden, Helloween e Metallica, solo per citarne alcuni. Potenza, atmosfera epica, melodie evocative, giusta dose di cuore, anima, sangue. L’uscita del disco è prevista per il 26 febbraio 2013. Chi non ama il genere probabilmente non sta nemmeno leggendo il mio articolo. Per tutti gli altri nessun indugio! Per quanto mi riguarda, quando avrò voglia di metal, so che avrò certamente gli Heimdall nella mia playlist.

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