Max Gazzè Tag Archive

L’esperienza a Sanremo: intervista a Folcast

Written by Interviste

Dopo il palco dell’Ariston il cantautore romano si prepara al tour autunnale.
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Sanremo 2021 su Spotify: i passabili e gli skippabili

Written by Playlist

Recap vagamente ragionato delle canzoni in gara quest’anno.
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Il Terzo Istante @ Garbage Live Club, Pratola Peligna (AQ) | 18.02.2017

Written by Live Report

Il Terzo Istante è musica fatta a mano; questo scrivono di loro stessi i tre ragazzi di Torino e stasera cercheremo di scoprire il senso di quest’affermazione. All’arrivo nel Garbage Live Club di Pratola Peligna (AQ) saranno tuttavia in quattro; Lorenzo De Masi è tastiere e voce, Fabio Casalegno chitarra, Carlo Bellavia batteria ma in fase live non potrà mancare il suono del basso di Luca Sbaragli.

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Serena Abrami – Di Imperfezione

Written by Recensioni

Dopo il debutto con Lontano da Tutto, la cantautrice marchigiana torna con un nuovo Lp per l’etichetta Nufrabic, con l’intento di non fossilizzarsi sotto la catalogazione musicale e cercando di riunire una certa poliedricità per creare un’opera di senso compiuto. Di Imperfezioni è dunque opera dalle mille facce, costruito in un lungo arco temporale, con la collaborazione di virtuosi musicisti e degli scrittori Luca Ragagnin e Francesco Ferracuti per la parte lirica. È anche un disco congegnato con cura e non è un caso che abbiano scritto brani per lei artisti come Ivano Fossati o Niccolò Fabi o che abbia duettato con Max Gazzè, con i quali e non solo con loro (vedi Perturbazione, Cristina Donà, Simone Cristicchi, ecc…) ha condiviso anche alcuni importanti palchi nazionali. Tutte considerazioni che lascerebbero protendere per un giudizio positivo ma non è per niente così; quella ricerca di unità nella varietà finisce per portare su territori pericolosi, con un sound banale a far da sfondo a qualche tentativo di eccentricità che molto sa di forzatura. Gli arrangiamenti, certo ben curati, sono paurosamente mediocri, poco coraggiosi, Pop se vogliamo, nel senso più commerciale del termine, ma incapaci di elevare le undici canzoni oltre la banalità del genere. La lingua italiana non è supportata da una voce in grado di mostrarsi superiore per tecnica e timbrica alle sue colleghe e l’idea generale che si costruisce ascolto dopo ascolto, è di un lavoro studiato a tavolino per provare inutilmente a ficcarsi nel plastico mondo del Pop da radio commerciale (ha partecipato a Sanremo Nuove Proposte nel 2011 e la cosa significa più di molte parole), con il problema che per imbucarsi in tali strade, conta saper toccare i tasti giusti delle persone giuste ma anche costruire canzoni che, se proprio non siamo memorabili sotto l’aspetto artistico, possano almeno essere orecchiabili, intuitive, d’immediato e sicuro impatto. I brani di Di Imperfezione non hanno nessuno di questi pregi ma anzi, a tratti infastidiscono per quanto lasciano trasparire certe intenzioni malsane. Il nuovo e secondo disco di Serena Abrami non è altro che un bel costruito esercizio di stile di qualcuno con non molto più talento delle centinaia di cantanti e musiciste che provano a scalare i muri di vetro che li dividono dalla fama. Non è certo di costoro che la musica italiana ha davvero bisogno come non ha bisogno di Sanremo o di altro Pop inutile e ridondante.

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #17.06.2016

Written by Playlist

Max Dedo, il nuovo singolo “Resta sul Divano”

Written by Senza categoria

Dedo è un personaggio musicale molto interessante: si divide tra la carriera concertistica (è stato diretto dai più insigni maestri come Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini, Giuseppe Sinopoli), i musical (suona nei più famosi musical comeA Chorus Line, Saranno Famosi, La febbre del sabato sera, My fair lady, Sette spose per sette, Evita e Jesus Christ Superstar), i tour in Italia, Europa e Usa (collaborando ed incidendo con artisti italiani del calibro di Max Gazzè, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Raf, Nicola Piovani, Mario Venuti, Tosca, Elio e le Storie Tese, Nomadi, Bandabardò, Marina Rei, C. De Andrè, Fabrizio Moro, Arisa, Bibaband e Kunsertu), programmi tv (accompagnando star del calibro di George Benson, Michael Bublè, James Taylor, Caetano Veloso, Amii Stewart, Ben Harper, Rod Stewart, Michael Bolton), campagne pubblicitarie (Denim, Vidal, Albatross e Dietorelle) e la propria carriera musicale con all’attivo 3 dischi.

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Max Gazzè 11/07/2015

Written by Live Report

Max Gazzè – Flowers Festival Collegno (TO) 11/07/2015

L’atmosfera al Parco della Certosa per questa serata di Flowers pare tranquilla, forse troppo dal momento che i presupposti sono quelli di festa grande. Di quelle sane e con la forza di chi si sballa solo con una birra di troppo e tanti amici. La  serata è infatti organizzata in collaborazione con i ragazzi torinesi di Partycillina, che per l’occasione raccolgono fondi per l’associazione no profit Find The Cure. Purtroppo in queste occasioni farebbe piacere vedere un bel pienone, ma nonostante i nomi di spicco in cartellone (oltre a Gazzè ci sono Dente, Due Venti Contro, Dari) il pubblico riempie l’area del parco per poco più di metà.

Ma poco importa infondo se il paesaggio regala un festival organizzato al meglio: ricco di stand, cibo di ogni tipo (a prezzi più che ragionevoli per altro!), giochi per bambini, postazione per dj-set e un ampio spazio verde. Se poi a colorare il paesaggio ci pensa la musica del buon Max Gazzè, allora anche tutti i centimetri di asfalto si ricoprono di alberi in fiore. Il suo set sembra un house concert, Max sembra invecchiato (bene!) e più statico del solito, vestito con un jeans e una maglietta prese a caso dall’armadio. Poca scenografia ma tanta buona musica, sebbene manchi un poco la fluidità nella sua band che a sua detta ha provato pochissimo per questa prima data del tour. Lo si nota quasi subito in “I Tuoi Maledettissimi Impegni”, suonata lievemente sommessa, quasi con il rischio di sbagliare. Ciò nonostante la canzone non perde la sua rabbia soffusa, la sua ribellione soffice.

Le dita di Gazzè accarezzano il basso in “Vento d’Estate”, perfetta per questa stagione che, dopo diversi giorni, concede un po’ di freschezza alle porte di Torino. “A Cuore Scalzo” rimane il suo capolavoro, perfettamente confezionato da una band che anche se poco rodata segue bene le onde senza mai far naufragare la nave del cantautore romano. Poi un pubblico che canta a memoria “Il Timido Ubriaco”. Gente di ogni età e di ogni genere mentre si abbraccia, si bacia, accenna goffi passi di danza con la birra in mano, rende l’aria molto più quotidiana, un venerdì sera passato in famiglia. Ma una grossa famiglia che va dal metallaro con la maglietta del Sonisphere alla bimba sonnolente nel passeggino, con tanto di cuffie antirumore nelle orecchie. Poche cose ci intimoriscono stasera, a dirci “Quel Che fa Paura” ci pensa Gazzè con questo brano dal disco d’esordio di vent’anni fa, vera chicca di questo concerto. “Come sputi a gola secca, scagliati contro le onde del mare”, frasi forti e visionarie ma di una semplicità disarmante che entrano nelle nostre coscienze anche in una serata così rilassata.

A distendere un po’ gli animi ci pensa “Cara Valentina”, spensierata più che mai grazie ad un riuscitissimo intermezzo Reggae. Qui qualche goccio di birra cade a terra a seguito di passi di danza un po’ troppo azzardati. Altre due chicche arrivano subito dopo: la prima pescata dal 1998 ed è la contorta “Comunque Vada”, poi a sorpresa Max rispolvera un momento di grande musica condiviso con i compagnoni Fabi e Silvestri. Ecco “L’amore Non Esiste”. Non manca niente, Gazzè e musicisti reggono la baracca con umiltà e scioltezza, la gran dote di chi si guarda in faccia e sa come muovere in concomitanza tutte le onde sonore.

La seconda metà del concerto è puro greatest hits e qui mi accorgo di quanto il cantautore romano abbia dato alla musica italiana: “L’uomo Più Furbo Del Mondo” scatena tutto Flowers, “Il Solito Sesso” è poesia che vaga lenta nel parco ma tutti sono troppo timidi per raccoglierla tra le mani, “Mentre Dormi” è forse una delle più belle canzoni d’amore italiane e poi “La Favola di Adamo ed Eva” dove Max Gazzè ottiene la meritata ovazione dei presenti, che anche se non riempiono lo spazio, mostrano tutto il calore che hanno in corpo. Poi c’è “Sotto Casa”, un po’ di nazional popolare suonato bello tamarro come merita di essere.

C’è infine tempo per qualche bis, Max torna sul palco con la t-shirt di Find The Cure (andate a buttare un occhio al loro sito se non li conoscete) e regala una jazzaggiante “Perso” seguita da “L’amore Pensato” e dalla frivolezza di “Annina”, intramontabile proprio come il finale di “Una Musica Può Fare”. Finalmente suonata decisa, con un bel po’ di enfasi, mancava davvero solo questo. In ogni caso Max Gazzè dirige le onde della sua musica come un burattinaio e questo spettacolo incanta. Non per gli effetti speciali, molto di più per la semplicità con cui lui realizza i suoi giochi di prestigio. L’ho capito davvero solo alla fine, ma la festa non erano Max Gazzè e la sua band ma l’aria magica e paradossalmente casalinga che ci hanno fatto respirare.

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Flowers Festival, estate calda alle porte di Torino

Written by Senza categoria

FLOWERS FESTIVAL è un nuovo festival musicale che si tiene a Collegno (TO), dal 4 al 27 luglio, nel Parco della Certosa, parco urbano di 400.000 mq, in un’area attrezzata per 5000 spettatori.
L’area spettacolo, allestita nello spazio noto come Cortile della Lavanderia, è racchiusa da due delle grandi esperienze di riprogettazione urbana messe in atto dalla Città di Collegno: la Lavanderia a Vapore, eccellenza della danza contemporanea internazionale e il Padiglione 14, centro culturale giovanile.

In quello che fu il Cortile della Lavanderia del Manicomio di Collegno, nasce FLOWERS FESTIVAL, che riporta alla mente i grandi spettacoli di teatro e musica cha a partire dagli anni ottanta, (momento dell’abbattimento delle mura manicomiali) fino ai primi duemila, hanno contribuito al rinnovamento di questi spazi meravigliosi, sull’impulso della amministrazione pubblica.
Il Flowers Festival, riparte da lì, da quello stesso bisogno di condivisione e apertura. Si presenta come festival di livello nazionale, ospitando due artisti/manifesto di grande trasversalità come PATTI SMITH e GORAN BREGOVIC o ancora CAPAREZZAMODENA CITY RAMBLERSAFRICA UNITE e MARLENE KUNTZ per restare nel nostro Paese. Ancora nomi internazionali dai suoni caldi e inclusivi come CHINESE MAN (Fra), GROUNDATION (Usa), DUBIOZA KOLEKTIV (Ser), DUBFX (Aus), BONOBO (Uk) e le star dell’elettronica divertente con DJS FROM MARS e DJ SHANTEL (Slo). Poi uno spazio ai suoni giovanissimi e popolari con il rap di SALMO, GEMITAIZ & MADMAN e CLEMENTINO, al nuovo reggae italiano dei MELLOW MOOD, agli alfieri dello swing SWEET LIFE SOCIETY e BANDAKADABRA al gruppo giovane per eccellenza di questi anni dieci: LO STATO SOCIALE con MAGELLANO e L’ORSO.
E ancora, il meglio della musica indipendente italiana: TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, ORCHESTRINA DI MOLTO AGEVOLE, AUCAN, GODBLESSCOMPUTERS, MANAGEMENT DEL DOLORE POSTOPERATORIO.

La prima edizione presenta artisti provenienti da diverse nazioni, tutti di grande richiamo e dai prezzi di biglietto popolari, compresi tra i 5 e i 25 euro.
Tutti i concerti hanno una parte notturna di qualità che si basa sulle principali serate dell’area metropolitana torinese. Si va dalla serata fané AVANZI DI BALERA, ad I LOVE ROCK, firmata dai Mostricci; dall’elettroswing di SWEET LIFE SOCIETY alla festa per una buona causa, PARTYCILLINA, realizzata dagli studenti della Facoltà di Medicina.
La condivisione è alla base dello spirito del neonato festival: infatti, se la progettazione dello stesso è opera dell’Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour, l’esperienza che ha creato negli anni i principali festival piemontesi (Traffic, Pellerossa, Extrafestival per citarne alcuni), la stessa viene aperta a molte collaborazioni: dalla discografica rap BM Records alla principale agenzia della scena alternativa italiana BPM; dai collettivi artistici di Partycillina e Sweet Life Society a quelli etici di Slow Food International.
E ancora da segnalare l’attenzione per il territorio di Collegno e dell’area in cui si svolge il festival utilizzando tutte le capacità professionali sviluppate negli anni nell’esperimento pilota di riqualificazione Padiglione 14. Dalla realizzazione del kinder garden, funzionante nelle serate del festival ai servizi di pulizia, accoglienza e catering interni.

Flowers Festival è realizzato grazie al sostegno di Città di Collegno, Regione Piemonte e il patrocinio di Città Metropolitana Torino.

Ecco il calendario degli appuntamenti.

04 luglio: INDIEPENDENCE DAY: TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, AUCAN, GODBLESSCOMPUTER, MANAGEMENT DEL DOLORE POSTOPERATORIO, ORCHESTRINA DI MOLTO AGEVOLE e altri
07 luglio: MODENA CITY RAMBLERS, DUBIOZA KOLEKTIV
08 luglio: DUB FX, BONOBO
09 luglio: SALMO, GEMITAIZ & MADMAN, CLEMENTINO
10 luglio: MAX GAZZÈ, DENTE, DJS FROM MARS e altri
11 luglio: CAPAREZZA
12 luglio: GORAN BREGOVIC, DJ SHANTEL, BANDAKADABRA 
14 luglio: CHINESE MAN, SWEET LIFE SOCIETY
17 luglio: MARLENE KUNTZ perform CATARTICA
22 luglio: GROUNDATION, MELLOW MOOD

23 luglio: AFRICA UNITE 
24 luglio: STATO SOCIALE, L’ORSO, MAGELLANO
27 luglio: PATTI SMITH performs HORSES

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Fabi Silvestri Gazzè – Il Padrone della Festa

Written by Recensioni

Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè insieme per un album corale, in parte scritto a sei mani e in parte fatto di apporti personali dei tre cantautori della scuola romana. Apprendo la notizia sul web ad aprile dello scorso anno, a ridosso dell’uscita del primo singolo estratto, “Life is Sweet”. Un banner pubblicitario lampeggia sulla pagina web, sono mio malgrado alla ricerca di una macchina nuova e non c’è modo di sfuggire agli algoritmi della rete, e accanto all’articolo l’ironia della sorte ha appiccicato un annuncio che recita “usato garantito”. Sono in molti a dire che l’arrivo di un lavoro corale fosse prevedibile e alcuni lo auspicavano da tempo. A metà settembre, la release ufficiale de Il Padrone della Festa. È inequivocabile sin dal primissimo ascolto che il succitato padrone qui è Fabi. Tra le dodici tracce individuo i brani di Max Gazzè con un pizzico di fatica in più di quella che avevo preventivato. Il suo sound ironico fa capolino solo in “Arsenico”, giustapposizione di fiati e liriche sottili, dopo tre brani sufficienti a sancire il ruolo di deus ex machina di Niccolò. Non si discute l’eccelsa fattura del prodotto finale. Esecuzione raffinata e cura puntuale nelle registrazioni sono garantite da un esercito scelto di musicisti, tra cui Roberto Angelini e Adriano Viterbini solo per citarne un paio, oltre che ovviamente dall’esperienza dei tre generali. Ciò nonostante resto perplessa sulle dichiarazioni del trio sulla natura ludica e spontanea dell’esperimento. Il Padrone della Festa ha piuttosto l’aspetto di un’esca da lanciare nei palasport, non di un divertente e sperimentale mescolarsi. Eppure in passato li avevamo visti collaborare fruttuosamente (indimenticabile “Vento d’Estate” di Fabi e Gazzè, raro caso di pop contagioso e al contempo raffinato) o guidarsi vicendevolmente l’uno nelle fatiche dell’altro senza contaminarne la natura. Li ritroviamo ora miscelati in un modo che finisce per appiattire le peculiarità di ognuno, quei dettagli che pur gravitando nello stesso circuito li avevano sempre piacevolmente contraddistinti. Inevitabile è perciò che questo “usato garantito” che i tre propongono oggi suoni meno potente se paragonato agli episodi del passato di ognuno dei tre. Sì, insomma, sono un po’ incazzata, perché penso che con qualche sforzo in più e qualche sold out in meno ora io avrei tre ottimi dischi da ascoltare mentre invece me ne ritrovo uno soltanto con cui devo anche in qualche modo tentare di far pace, ed anche che dopo il successo del tour in Italia e in Europa la situazione appaia ormai consolidata e dovrò probabilmente accontentarmi di metter su “Lo Spigolo Tondo” quando avrò voglia della vocazione gitana di Silvestri, di “Canzone di Anna” come condensato degli arrangiamenti orchestrali di cui Fabi è capace, e accenderò un cero a “Il Dio delle Piccole Cose” pregandolo di concedermi a breve un Max nella sua forma migliore, tutto intero.

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Egokid – Troppa Gente su Questo Pianeta

Written by Recensioni

Il tre è il numero perfetto. E gli Egokid tornano dopo tre anni dall’ultimo disco e giungono al terzo full length della loro carriera. Numeri importanti che creano una certa aspettativa con cui è difficile avere a che fare. Troppa Gente su Questo Pianeta apre con “Il Re Muore”, traccia cantautorale con un’impronta vocale alla Max Gazzè. “La Madre” è Indie Rock puro con le chitarrine plin plin, aperture ariose, tempi dilatati e poco slancio (purtroppo). Gli Egokid si apprezzano particolarmente nella terza traccia, “In un’Altra Dimensione”, con un arrangiamento introduttivo quasi da cantautorato Jazz alla Paolo Conte e fini inserimenti strumentali per brevi incisi melodici gustosi e reiterati con un certo autocompiacimento. Anche qui, però, il pezzo non aggancia l’attenzione.

Ne “Il Mio Orgoglio” echeggia la lezione di Miles Kane e in “Solo Io e Te” quella dei Muse, mentre “L’Alieno” è una ballatona delicata con un arrangiamento abbastanza scontato, costruito su una chitarra arpeggiata e lunghi accordi delle tastiere in sottofondo.  Il Pop Italiano, un po’ datato e dal sapore vintage è alla base di “Che Tempo Fa”, ma le troppe rime finiscono per svilire una canzone potenzialmente bella, fresca e frizzante. “Frasi Fatte” è il brano in cui il cantato mi ha convinto di più: è quasi un recitativo teatrale, come se il pezzo fosse estrapolato da un musical. Un certo gusto parodico si trova in “Non Balliamo Più”, siparietto elettronico all’interno di un disco Alternative e colto, come una citazione estemporanea di una certa Dance nostrana che decisamente (e fortunatamente) non c’è più. “La Malattia” ha un arrangiamento molto complesso e molto ben curato e reso, con un tono sommesso e battagliero che ricorda “Solo un Uomo” di Nicolò Fabi. Niente comunque, che basti per convincere che gli Egokid abbiano sfornato un disco che suggelli meritocraticamente la loro carriera. Troppa Gente Su Questo Pianeta è un album pregevole, ma poco accattivante, colto ed elitario ma poco coinvolgente, ben arrangiato e strutturato ma poco comunicativo. Davvero peccato.

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Live Music Is Not Dead! Si può ancora proporre musica dal vivo in Italia senza ricorrere a Cover Band o Dj? Parte seconda. Intervista ad Aldo Minosse del Pin Up.

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Nella prima parte del mio articolo Live Music Is Not Dead! mi sono chiesto quale potessere essere il problema della musica dal vivo in Italia e quali le principali difficoltà che devono affrontare le band per proporsi in esibizioni live. Ho cercato di inquadrare tutti i punti di vista dei diversi soggetti interessati ma la soluzione sembra più complessa del previsto.Per questo, ho deciso di intervistare Aldo Minosse del Pinup, giovanissimo locale che propone musica dal vivo di altissima qualità e che si sta prepotentemente ritagliando un ruolo notevole nella scena del centro Italia. Cerchiamo di capire con lui se si può e come si può dare ancora spazio alla musica “da palco”.

Ciao Aldo. Per prima cosa, come stai?
Bene grazie, ti volevo ringraziare per l’opportunità che la tua zine ci da.

Racconta ai nostri lettori chi è Aldo Minosse.
Io sono stato sempre un appassionato di musica, negli anni 80 organizzavo concerti metal, poi dal 1998 per quattro anni ho curato la direzione artistica dell’Indhastria, rock club di Giulianova dove sono passati nomi importantissimi della scena musicale italiana e straniera a memoria: Afterhours, Subsonica, Andy White, La Crus, Max Gazze, Daniele Silvestri, Bonnie Prince Billy, Sophia, Bandabardò, 24 Grana, Sud Sound System, Massimo Volume, Extrema, Linea 77, Fuck, Six by Seven, Toshack Highway, esordirono da noi i Perturbazione e poi tantissimi gruppi underground. Poi ho continuato a coltivare la passione dell’ascolto e ad andare ai concerti, e da quest’anno sono ripartito con questa nuova impresa.

Raccontaci come e quando è nato il PinUp. Quanti siete a gestirlo e quanti dipendenti avete?
Il Pinup è un progetto che risale ad paio di anni fa, ma che sì è materializzato il 15 dicembre 2112, c’è una proprietà e nelle varie attività siamo circa quindici le persone impegnate.

Una delle tante cose che mi hanno colpito è l’organizzazione praticamente perfetta. C’è un preciso organigramma che vi permette di svolgere ognuno il suo compito? Come vi organizzate?
Si, le attività sono divise per reparto, ci sono delle riunioni settimanali e si pianificano gli impegni successivi.

Il locale è in un vecchio capannone. Splendido esempio di recupero industriale il vostro. Cosa c’era in quel posto prima di voi? La sua riconversione ha migliorato l’identità produttiva intellettuale/culturale ed economica della zona?
Fino a cinque anni fa c’era un mobilificio, Per quanto riguarda la seconda parte della domanda dobbiamo aspettare ancora un po’, si tratta di una zona industriale, con molti capannoni. Sicuramente ci sono quindici persone che guadagnano qualcosa in un Iuogo che prima non produceva nessun tipo di ricchezza.

Perché avete scelto di aprire un locale che promuova la musica dal vivo? Non avete avuto paura di fallire, vista la difficoltà di tali locali specie in Abruzzo oppure di dover scendere a scomodi compromessi?
Abbiano fatto questa scelta perché innanzitutto siamo delle persone che amano la musica ed i concerti, abbiano sempre creduto che dalle nostre parti mancasse un luogo che potesse ospitare dei live organizzati in modo professionale e dove l’artista avesse a disposizione una struttura progettata appositamente per i concerti, palco otto metri per sei, impianto Meier residente, mixer sala e palco analogici o digitali come da richiesta da parte degli artisti. Con zona scarico strumenti dietro il palco e camerini con tutti i comfort. A questa passione per la musica dal vivo si è unita quella per la birra, a quel punto abbiamo deciso di metterle insieme. Alla base di questa scelta c’è una forte motivazione a investire sulla musica dal vivo, chiaramente quando si intraprende un’attività in un periodo di crisi come questo si ha sempre paura. Ovviamente non si è trattato di un salto nel buio, è stata fatta un’ analisi di fattibilità dalla quale è emersa la mancanza di un club di grandi dimensioni nel centro sud.

Che rapporto c’è tra la vostra struttura e la gente e le istituzioni del posto? Quanto vi hanno aiutato?
Siamo situati un una zona industriale, quindi intorno abbiamo delle fabbriche che quando noi lavoriamo, il sabato di notte sono deserte, quindi diciamo che non c’è una grande interazione, la cosa comunque è stata voluta proprio per evitare di andare incontro a problemi di rumore che si incontrano nei centri abitati. Le istituzioni sono coscienti delle difficoltà che ci sono nel mondo del lavoro, e quindi hanno colto l’occasione di poter riqualificare una struttura in disuso.

Quale è stato l’episodio più bello capitato in questi ultimi mesi? E quello che vorreste dimenticare il prima possibile?
Non ci sono episodi particolarmente negativi, belli tanti. Da fan la possibilità di incontrare J Mascis che chiede una bici per fare un giro e quindi…panico… nessuno di noi aveva una bici a portata di mano, alla fine abbiamo recuperato una vecchissima mountain bike di mio padre e lui “That’s cool”. Personalmente le espressioni di contentezza di tutti i ragazzi e ragazze davanti ai loro musicisti preferiti.

Ora che ci siete di nuovo dentro, avete capito perché la musica dal vivo è in forte declino in Italia? Colpa del pubblico, colpa vostra o colpa degli artisti? Perché artisti come Zamboni o Basile a Pescara, a ingresso gratuito, hanno fatto un pubblico di 10/20 persone?
La musica dal vivo a nostro avviso non è in forte declino, altrimenti non avremmo fatto questa scelta. Bisogna analizzare caso per caso, ci sono in effetti artisti che non riscuotono il successo che meriterebbero e le motivazioni, a mio avviso, sono molteplici e lunghe da illustrare.

Cosa ti senti di consigliare a un ragazzo che ama la musica e decida di aprire un locale?
In questo momento sinceramente dovrebbe guardarsi bene intorno e se dalle sue parti non esistono proprio situazioni che organizzano, trovare altre persone e cooperare per creare qualcosa di nuovo, altrimenti se esistono già delle situazioni, prima di tutto collaborare e imparare dalle strutture esistenti.

Da voi sono venuti artisti come Ministri, Ferretti o Dinosaur Jr. Scusa la domanda. Non sei obbligato a rispondere. Quanto vi costa il cachet di un artista di quel calibro? Riuscite a ripagarlo con consumazioni e ticket?
I cachet variano da musicista a musicista. Unitamente alla promozione effettuata dal loro ufficio stampa, noi pubblicizziamo al massimo l’evento sul nostro territorio. Quest’anno la risposta del pubblico, nel complesso, e’ stata positiva. In qualche caso   la serata è andata particolarmente bene, in altri abbiamo coperto le spese, in altri, per fortuna pochissimi, l’incasso e’ stato inferiore rispetto alle spese.

Come valuti l’esperienza del Pin Up fino ad oggi? Come ti è parsa la risposta del pubblico?
Si tratta di una esperienza bellissima e il pubblico, in questa prima stagione, ha risposto con grande entusiasmo.

 I Dinosaur Jr non hanno fatto il tutto esaurito. Vi aspettavate di più?
I Dinosaur Jr hanno fatto 3 date in Italia, Torino, Mosciano e Roma. Il numero di presenti e’ stato all’incirca lo stesso nelle 3 città, e questo per noi è stato motivo di grande soddisfazione. Le nostre aspettative sono state soddisfatte, essendo i Dino un pezzo importante della storia della musica alternative statunitense, ma non conosciuto dai giovanissimi.

In cosa dovrete migliorare?
Gli aspetti da migliorare ci sono sempre. La priorità della nostra agenda va al perfezionamento dell’acustica del locale.

Con i Dinosaur Jr il Pin Up va in pausa estiva. Cosa state organizzando per l’estate?
Per questa estate stiamo lavorando su qualche sorpresa, ma non possiamo al momento dare anticipazioni. Vi faremo sapere a breve.

Cosa ci sarà nel futuro del Pin Up?
Tanta musica dal vivo e artisti di valore, sia nazionali che internazionali.  Grazie!

Non sò se voi avete le idee più chiare ma io certamente ho capito una cosa. La prima cosa che conta è comunque l’amore vero (non a parole) e incondizionato per la musica che spesso manca agli addetti ai lavori (gestori ma anche musicisti) e c’è una risposta di Aldo in particolare che lo dimostra. Indovinate quale?

 

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Nuvolari Libera Tribù: tantissimi appuntamenti estivi

Written by Senza categoria

La XXI stagione estiva del Nuvolari Libera Tribù di Cuneo prevede una intensa programmazione, dal 6 giugno al 7 settembre 2013. Si tratta di un grande locale all’aperto, presso il parco della gioventù della città, con concerti di musica dal vivo, praticamente quasi tutte le sere. Gli eventi sono quasi tutti gratuiti: saranno solo una decina le serate a pagamento, in occasione delle perfomance di alcuni artisti più noti, del calibro di Max GazzèNiccolò FabiAfrica UniteModena City Ramblers. Potete trovare l’intero programma dei concerti, le indicazioni per raggiungere il locale e altre informazioni sul sito.

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