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Marco Smorra – Marco Smorra e i Tempi Moderni

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Non capisco bene perchè, ma l’ombra di Rino Gaetano pare rincorrermi freneticamente. Sarà destino (a cui per colpa dell’età inzio a credere sempre di più), sarà voluto (adoro lo sventurato Rino), sarà che ciò che ha valore (non solo in musica ma in ogni forma d’arte) lo ritrovi ovunque, nelle piccole e grandi cose di tutti i giorni e lo fai tuo come fosse un raggio di sole, con la pretesa che illumini soltanto la tua faccia quando sai benissimo che sta scaldando un’infinità di persone.

Ebbene io vedo Rino nella politica, nella religione del popolo, nella vita sociale che siamo costretti a inventarci, ma anche nel traffico frenetico il venerdì sera, negli sconti al supermercato, nella televisione a tavola e negli sguardi dei lavavetri ai semafori.

Ma per ora mi limito a raccontarvi come vedo Rino in molti giovani cantautori del nostro paese. E come anche questo Marco Smorra, classe 76 e nato in provincia di Napoli, prenda spunto dal cantante calabrese, senza scadere in una tragica emulazione.

Il disco ha un titolo a dir poco ambizioso che richiama il capolavoro di Chaplin e il ragazzo in questione ci propone un simpatico mix tra funky rock (un applauso alla grande band che accompagna Marco) e canzone di protesta. Musica sospesa, come l’aria che respira l’acrobata nel salto da un trapezio all’altro. Un filo tra l’irriverente spensieratezza del circo e la tensione di un salto nel vuoto: una vita piena di precariato e di ingiustizie sociali ma vissuta da chi non perde l’antico vizio dell’ironia. Proprio in questa caratteristica vedo Rino.

I testi in questi “Tempi Moderni” però sono ancora acerbi, troppo diretti e il surreale non viene ben ereditato, qui è solo un gioco di luci un po’ svarionante, un illusione. Tant’è che l’episodio più riuscito sembra essere la cover di Stefano Rosso, “Colpo di Stato”, dove purtroppo si nota la distanza tra la grande canzone italiana e le critiche affannate ad escort e reality show. Per il resto del disco ci sono troppi riferimenti diretti e troppe parolacce che (anche se giustificate dalla rabbia) non sono ben accette tra i clown con la chitarra in mano.

Insomma alla fine dello show la bombetta in testa il ragazzo se la merita, non gliela si puo’ estirpare. Però Rino rimane attuale anche oggi e me lo vedrò in ogni dove ancora per lungo tempo, mentre le invettive di Marco contro Maria De Filippi e i suoi tronisti spero svaniscano molto presto, insieme a tutta la programmazione di Canale 5.

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