Levante Tag Archive

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #14.07.2017

Written by Playlist

Persian Pelican, Shijo X e Wrongonyou || Chi sono i protagonisti italiani del Primavera Pro 2017

Written by Eventi

10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #04.06.2016

Written by Playlist

Non chiamateci Spice Girls || Intervista alle Roipnol Witch

Written by Interviste

Qualche settimana fa ho recensito il disco delle Roipnol Witch, quiIl mio giudizio non è stato particolarmente positivo sul piano prettamente artistico, ma, come si suol dire, de gustibus.

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Levante: è uscito il video di “Finchè Morte Non Ci Separi”

Written by Senza categoria

Una storia vera, quella della sua famiglia, cantata con la sua mamma nel brano e video di “Finchè Morte Non Ci Separi”, terzo emozionante singolo estratto da Abbi Cura di Te. Il disco esce finalmente anche in vinile. L’autunno porta una ennesima ventata di novità per Levante che, lungi dal fermarsi dopo il successo della tournée estiva, torna subito a scaldare il cuore dei fan regalando loro un brano ad altissimo tasso emotivo. E’ infatti “Finchè Morte Non Ci Separi” il nuovo singolo estratto da ABCDT, cantato con la mamma che la accompagna anche nel video, commovente e di spietata bellezza e verità. Il brano racconta in maniera delicatissima la storia d’amore dei genitori di Levante: iniziata con la più romantica delle fughe di adolescenti (la fuitina) quando la mamma aveva 16 anni, proseguita con la costruzione di un grande amore e di una famiglia perfetta e terminata con uno strappo prematuro dell’amato all’amata e ai loro figli. La vita reale insomma, che come tale è fatta di vita e di morte, che a volte è spietata e spazza via in un secondo le nostre ingenue promesse di eternità. Una storia d’altri tempi ma anche senza tempo.

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Avere cura di sé || Intervista a Levante

Written by Interviste

È un pomeriggio di metà settembre, inspiegabilmente afoso per essere a L’Aquila. La scia dell’estate appena trascorsa è di buon auspicio per il live di questa sera, penultima data del tour di Levante, al secolo Claudia Lagona, cantautrice siciliana trapiantata a Torino che deve il successo a uno sconosciuto di nome Alfonso.

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Levante 18/09/2015 [Photo Report]

Written by Live Report

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Levante prima del live di venerdì scorso al Parco del Castello di L’Aquila.
In attesa di leggere l’intervista godetevi questo bellissimo photo report.

Photo Credits © Beatrice Ciuca

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TOdays: giorno 3 e live degli Interpol

Written by Live Report

La prima edizione del TOdays Festival ha immerso Torino in un mare di musica. Non che il capoluogo piemontese sia sprovvisto di eventi musicali, sia chiaro. Ma vedere una così grande partecipazione ad un evento musicale in tutte le sedi in cui si è svolto (Spazio 211, Scuola Holden, Dox Dora, Cimitero di San Pietro in Vincoli e Museo Ettore Fico) fa pensare che sì, forse non è tutto perso, forse davvero c’è ancora speranza, forse la musica ci salverà, tutti. Forse. La terza serata del festival vede come protagonisti gli Interpol preceduti da una serie di artisti appartenenti all’etichetta torinese INRI (in ogni serata si sono esibiti sul palco dello Spazio 211 artisti ad essa appartenenti); domenica 30 agosto è stata la volta degli Anthony Laszlo, dei Dardust e Levante. I primi salgono sul palco intorno alle 20.00 e subito mostrano la loro potenza egemonica a suon di chitarra e batteria, anche se vengono relegati in un angolo del palco. Non c’è niente da fare, gli animali da palcoscenico restano animali sempre e comunque. Irriverenti, si presentano come gli Interpol, suonano la chitarra coi denti rievocando Jimi Hendrix e ci mostrano il culo quando al momento dell’inchino finale, invece di inclinare il viso verso di noi, lo fanno girandosi di 180°.

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A seguire subito i Dardust nelle persone di Dario Faini (piano), Vanni Casagrande (synth) e Pietro Cardarelli (visual e luci). Non è la prima volta che li ascolto, e dalla prima esibizione alla quale ho assistito (presso le Lavanderie Ramone di Torino lo scorso febbraio) sono cresciuti e migliorati parecchio. Nel live del TOdays hanno eseguito non solo i pezzi del loro album 7, ma anche un medley mash-up con “Born Slippy” degli Underworld, “Right Here Right Now” di Fatboy Slim, “Hey Boy Hey Girl” dei Chemical Brothers e “Aerodynamic” dei Daft Punk. Una performance carica di energia che ha catturato il pubblico, come sempre, nonostante qualche imperfezione.

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L’ultima ad esibirsi è Levante, cantautrice siciliana ormai trapiantata a Torino da anni, che dovrebbe essere la punta di diamante dell’esibizione degli artisti INRI, dato che ha l’onore di esibirsi appena prima degli Interpol. La sua invece è l’esibizione più sottotono di tutte, e con certezza si può affermare che se durante il concerto qualcuno ci dato una scarica di adrenalina, di certo non è stata lei. Tra i pezzi suonati c’è anche l’immancabile “Alfonso”, l’uomo sconosciuto che l’ha consacrata al successo. Sono circa le dieci, sul palco i tecnici in movimento, tra poco toccherà agli Interpol. Inutile dire che l’aspettativa era grande.

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La band capitanata da Paul Banks è famosa per riuscire a creare un gran muro di suono e trasmettere grande energia, pur nell’immobilità mimica totale e pur avendo dichiarato a luglio 2014 che avrebbero preferito non partire per il tour di presentazione dell’ultimo disco, El Pintor. Il live si apre con “Say Hello to Angels”, un romaticismo sommesso nei modi e tagliante nelle distorsioni. La band è tutto sommato in forma, come da previsione, e il frontman non sbaglia un colpo mentre impila “Anywhere”, “Narc”, “My Blue Supreme”. Il pubblico si scalda letteralmente quando parte “Evil”: l’impressione è che la folla si dividesse esattamente a metà tra i fan che conoscono ogni dettaglio, ogni versione di un brano, e chi conosceva solo certi successi e ascoltasse, comunque con grande attenzione e interesse, tutto il resto della setlist. Dopo “Lenght of Love” e “Rest My Chemistry”, la formazione esegue una caldissima “Everything is Wrong”: sarà l’ultimo pezzo cantato veramente bene da Banks, che forse dovrebbe fornire qualche spiegazione sulle sue corde vocali o sull’acustica del palco. Va ancora tutto sommato bene “The New” ma “My Desire” viene letteralmente massacrata. Per carità, il brano non è di semplice intonazione, ma le stecche sono state troppo frequenti e particolarmente marcate. Un vero peccato, specie se si considera che l’esibizione solista a cui avevo assistito qualche anno fa era stata seriamente impeccabile.

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Onestamente questa brutta resa di una delle loro canzoni più belle e appassionate mi ha smontata. Su “Take You on a Cruise” riesco ancora ad emozionarmi per l’intenso stacco voce e batteria, ma “C’mere”, “Pioneer to Falls”, “Slow Hands” e “PDA” mi vedono più attenta a cercare altri errori nella linea vocale che non a lasciarmi trasportare. E non è bello che questo accada a un concerto. L’encore si apre con la splendida “Untitled”. È uno dei brani che preferisco, viene eseguito per altro magistralmente e quindi posso dirmi soddisfatta. Seguono “Leif Erikson” e “All the Rage Back Home”, forse la migliore di tutto il live, che nel complesso è stato molto piacevole, seppure macchiato -troppo per una band di questo calibro- da troppe imprecisioni del vocalist.

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TODAYS festival: la line up definitiva

Written by Senza categoria

TODAYS è il festival di musica rock che la Città di Torino presenta il 28, 29 e 30 agosto in cinque diverse location in Barriera di Milano; un’occasione per scoprire edifici industriali riconvertiti e luoghi della città spesso poco noti, per ascoltare artisti internazionali come Interpol e TV On The Radio (data unica italiana) e per riscoprire i Verdena insieme agli artisti dell’etichetta indipendente torinese INRI. Lo Spazio211, con la sua grande arena all’aperto, sarà l’area del main stage per i grandi concerti. Gli altri luoghi saranno la Scuola Holden (spazio dedicato alla scrittura e alle performing arts nell’ex Caserma Cavalli nel cuore del Balôn), il Cimitero di San Pietro in Vincoli, da anni luogo di sperimentazioni, di arte e di commistioni tra le cui mura suoneranno alcune delle più interessanti e innovative proposte della musica elettronica italiana e internazionale, i Docks Dora che ritorneranno alla vita aprendo le loro porte a progetti di contaminazione fra concerti e clubbing in un puzzle di suoni e immagini tutto da esplorare, ed il Museo Ettore Fico, nuovo e importante spazio espositivo frutto di un attento progetto di riconversione di una parte dell’ex fabbrica Incet ed esempio della trasformazione di Barriera di Milano.

Il programma completo prevede l’esibizione di almeno 50 artisti appartenenti al panorama nazionale ed internazionale. Qui sotto il programma dell’evento:

Venerdì 28 Agosto
Spazio211: Tv On The Radio, Monaci Del Surf, Titor, Bianco
Scuola Holden:”Il Pensiero Sarà Un Suono” (Scena Torinese e Nazionale indipendente degli ultimi vent’anni, dai Negazione ai Diaframma)
Museo Ettore Fico: Progetto U235 (Ozmotic e Murcof)
Docks Dora: Lapalux, Eskmo, Blanck Mass, Fuck Buttons, Carlos Cipa, Sebastian Plano, Witxes, Go Dugong, Yakamoto Kotzuga, Clap! Clap!, Otolab

Sabato 29 Agosto
Spazio211: Verdena, The Cyborgs, C.O.V., Linea 77
Scuola Holden: Foxhound, Niagara, Cecilia, Eugenio In Via Di Gioia
Museo Fico: scenografia delle geometrie in bianco e nero di Ryoji Ikeda
Ex Cimitero San Pietro In Vincoli: Lory D, Gondwana, Portico

Domenica 30 Agosto
Spazio211: Interpol, Anthony Laszlo, Dardust, Levante

Per maggiori informazioni:
www.todaysfestival.com
ufficio stampa TODAYS: laschicas@adfarm.it

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Paolo Nutini 15/07/2015

Written by Live Report

Il concerto di Paolo Nutini a Pescara era uno degli eventi che in zona erano più attesi. Il cantautore scozzese tornava infatti nella cittadina adriatica dopo ben tre anni (era stato ospite del Pescara Jazz risultando l’evento più seguito della rassegna del 2012) portando con sé una band di ben nove elementi. Prima di lui erano previsti i Thegiornalisti (che hanno annullato l’esibizione appena un giorno prima comunicandolo tramite il loro account Twitter e la loro pagina ufficiale Facebook) e Levante. Quest’ultima ha dato prova della sua bravura in poco più di mezz’ora pescando brani dal suo repertorio e infiammando il pubblico con la sua hit più conosciuta “Alfonso”. Si presenta sul palco in jeans e camicia (tenuta poco idonea per il caldo della giornata come lei stessa ha tenuto a puntualizzare) e con la sua chitarra acustica color pastello. La sua è una bellezza tipica mediterranea fatta di lineamenti naturali e il pubblico sembra gradirla nonostante non si presenti svestita come fanno spesso molte sue colleghe approfittando del loro sex appeal. Il suo secondo album Abbi Cura di Te ha segnato il suo passaggio dalla Inri alla Carosello rendendone ancor più evidenti le sue qualità di autrice. Del resto ormai il suo nome ha iniziato a circolare anche all’estero avendo preso parte recentemente al prestigioso festival “South by Southwest” di Austin nel Texas.

Alle 22:02 è la volta di Paolo Nutini, che sale on stage invocato a gran voce dal pubblico dopo una breve introduzione. Il suo look è da vera rockstar, camicia a quadri rosso-nera apertissima sul petto che lascia a bocca aperta le ragazze presenti e un paio di jeans. Le movenze sono un mix perfetto fra Mick Jagger  e Bruce Springsteen, pur essendo forse un po’ troppo statico sul palco (ma capace di ammaliare il pubblico spingendosi talvolta persino vicino alle transenne). Pur risultando poco loquace riesce sempre a stabilire la giusta alchimia fra lui e i presenti che gli dedicano persino dei cartelloni a lui inneggianti nelle prime file. Il rapporto che lo lega all’Italia (forse non tutti sanno che suo padre era di discendenze toscane) è davvero forte, tanto da arrivare a proporre anche una cover di “Guarda che luna” del grande e compianto Fred Buscaglione durante uno dei bis durante i quali però dimentica di presentare la sua band. Un rapporto che ha saputo costruire nel tempo, in soli tre album (“These Streets”, “Sunny Side Up” e il recente “Caustic Love”), con piccoli ma grandi gesti, come quello del mese scorso a Trieste, quando ha cantato davanti la sala matrimoni del Comune un miniset di tre canzoni in acustico per i circa duecento che avevano resistito alle intemperie che lo avevano costretto a cancellare all’ultimo momento la sua esibizione.

I dati della data pescarese invece parlano chiaro: oltre due ore per due concerti di due grandi artisti, una italiana e uno scozzese, per circa 4000 paganti; cifre impressionanti per una regione quale l’Abruzzo che sta puntando sempre più sui suoi eventi per “creare” nuovo turismo. Cifre che fanno ben sperare nel futuro musicale del territorio, trascurato dai grandi tour in passato ma che aprono uno spiraglio nuovo per una realtà assetata di concerti. Ed ora si inizia già a pensare all’edizione 2016 di Onde Sonore Festival che si afferma sempre più come miglior festival Rock abruzzese.

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Dr. Quentin & Friends

Written by Interviste

Dr. Quentin & Friends è un progetto aperto che ruota attorno alla figura carismatica di Quinto Fabio Pallottini. Lo abbiamo incontrato subito dopo il live Aspettando il Primo Maggio per parlare di presente e futuro della sua musica.

Partendo dal farti i complimenti per la recente vittoria alla finale abruzzese di Arezzo Wave e il mio in bocca al lupo per la prossima apertura a Marlene Kuntz e Lo Stato Sociale, ti chiedo subito, perchè hai vinto tu?

Quentin ha vinto per l’energia della sua esibizione e la capacità di colpire la gente e la giuria.

Di recente hai deciso di rinnovare completamente la formazione, i tuoi “friends”. Cosa ti ha portato a questa scelta?

Il motivo principale è che uno dei membri non si sentiva più parte del progetto. Un amico che ha suonato con me per anni ha scelto di non continuare ma il progetto non si fermerà mai. Solo lui ha scelta di prendere una strada diversa e gli auguro tutto il bene del mondo.

Vieni dal Punk, hai intrapreso strade Folk per poi puntare dritto sul Reggae. In realtà, la tua musica sembra essere qualcosa che va oltre le definizioni. Tu come la descriveresti? Come nasce la tua musica?

Semplicemente Paghetti Reggae; musica jamaicana suonata da italiani. Nello specifico Reggae contaminato da Rock, Punk e tanto altro. Un “metallaro” potrebbe chiamarlo Nu Reggae.

Molti credono che la forza della tua musica stia tutta nel tuo carisma. C’è qualcosa di più che finisce per colpire chi ti ascolta?

Non è la prima volta che me lo sento dire. In effetti, specie durante i live, il mio carattere è la prima cosa che ti rapisce e che aiuta a creare un certo legame col pubblico. Tuttavia riesco a colpire anche attraverso i brani, fatti di piccole storie di vita capaci di spingere all’immedesimazione al trasporto nonostante l’uso della lingua inglese.

Pensi che si possa emergere in Italia anche senza scendere a compromessi con i gusti, spesso discutibili, del pubblico?

(Ride ndr) Non ho minimamente idea di come si faccia ad emergere in Italia. Il successo vero sembrano raggiungerlo solo quelle merde dei reality che sfruttando quella merda di televisione. Io faccio solo quello che voglio fare, cercando di stare in pace con me stesso. La musica mi fa sentire vivo e l’ascoltatore italiano medio è semplicemente mediocre.

Qual è la più grande soddisfazione che hai avuto dalla tua, ancora breve, vita da musicista? E la più grande delusione?

Nelle poche occasioni in cui ho suonato con i grandi, la soddisfazione vera è stata sentirsi dire dal cantante dei Giuda che i miei sono grandi pezzi. La delusione… nessuna.

Hai da poco pubblicato un Ep. Cosa hai in programma per il futuro?

Il mio percorso è iniziato in maniera concreta due anni orsono. Devo andare avanti, pubblicando un album con inediti, cercando di esprimere tutte le mie idee e la mia musica.

Pensi che ci siano ancora veri talenti in Italia? Hai qualche nome da suggerirci?

Sinceramente non sono molto interessato alla musica italiana. Mi gasa quella strafica di Levante.

Le tue liriche sono prevalentemente in inglese. Un limite per il mercato italiano ma spesso una necessità espressiva. Credi che sia questa la scelta giusta? E perchè?

In realtà credo non sia poi cosi’ importante la lingua o il significato delle parole. La melodia conta davvero. Capisco che in Italia sia un limite non riuscire a farsi capire ma chi è davvero colpito da una melodia troverà il tempo di capire anche le parole. Quello che dobbiamo trasmettere sono soprattutto emozioni e a questo basta la musica.

Cosa vorresti trasmettere nello specifico? Credi di essere riuscito, fino ad oggi, nel tuo intento?

Voglio che gli altri provino esattamente le stesse emozioni che io provo nel momento in cui compongo una canzone.

Dammi il nome di un artista Indie italiano che credi abbia più successo di quello che si merita…

Lo Stato Sociale (ride ndr)

Nel tuo ultimo lavoro in studio sembra emergere la voglia di dare più risalto all’aspetto vocale (cosa che rende il sound più “Pop”) piuttosto che alla musica, mentre nei live le ritmiche gonfiano il tutto di una forza e un dinamismo maggiore. Hai la necessità di capire ancora la tua strada o è stata una precisa scelta fatta a tavolino?

Il sound è in continua evoluzione. Più suono e più riesco a farmi un’idea di quello che posso creare. Non avete ancora ascoltato nulla e quello che deve venire sarà qualcosa di unico, vedrete. Il sound che ho in testa non è esattamente quello che avete ascoltato.

Dove credi di poter arrivare, mettendo da parte i sogni e le illusioni e provando a ragionare con freddezza?

Sky is the limit

Quale credi che sia la cosa più importante nel fare musica? La capacità di essere innovativi, la tecnica, la coerenza, l’anima, la capacità di cogliere i desideri della gente o cos’altro?

Passion. La passione

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“Ti Vendi Bene”, nuovo videoclip de Le Luci della Centrale Elettrica

Written by Senza categoria

Così Vasco Brondi descrive il video: “Per questo video c’era l’idea di raccogliere un anno di concerti, migliaia di chilometri e di incontri in quattro minuti di immagini. Rendere l’idea di questi concerti che sono stati dei riti liberatori.” Nel video compaiono anche gli ospiti che hanno condiviso il palco con Vasco nel corso di questo anno di concerti: Federico Dragogna, Rachele Bastreghi, Giorgio Canali, Dente, Levante, Niccolò Carnesi e Maria Antonietta oltre ai musicisti che hanno suonato nelle tre tranche del tour, ovvero Ettore Bianconi, Sebastiano De Gennaro, Andrea Faccioli, Daniela Savoldi, Matteo Bennici e Paolo Mongardi.

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