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Youth Lagoon – Wondrous Bughouse

Written by Recensioni

Uno stratificatissimo “bedroom psich-pop” si sta avvicinando ai nostri lettori con la delicatezza di un soffio alterato. Non stiamo parlando di uno stereo-invaders come ce ne sono a migliaia nello spazio aereo indipendente, ma di un bel disco impalpabile che si fa trip legale per farci toccare con mano ed orecchio un cosmo a parte, il cosmo di Youth Lagoon, aka del musicista “non allineato” Trevor Powers, un folletto geniale dell’Idaho che si aggira nel village della vecchia Frisco per abbandonarsi, creare e divulgare “Wondrous Bughouse” un profumato sensore psichedelico di dieci tracce che tra le ali di Perfume Genius e un Julian Linch prende linfa vitale e coraggio per andare avanti dopo il buon esordio di The Years Of  Hybernation del 2011.

E senza mezze parole, questo disco è una riconferma della poetica stralunata di questo giovane artista, osannato nell’America “alcaloide” e in un certo qual modo weirdness, dove avere a che fare con le nebuloidi che circumnavigano l’alternative o l’underground è un vezzo più che un vizio, e queste tracce sono la parte integrante ed in movimento di quel modo di vivere, pensare e rivivere “le parti nascoste” dei riverberi a gravità zero. Ed il risultato è un disco all’opposto degli opposti, una scaletta inafferrabile che sale e ancora sale sulle rampe e sui vapori infinitesimali sfumati all’inverosimile; sintetico e umano si avvolgono come pollini in fregola, come nelle evoluzioni celesti di “Raspberry Cane” e “Dropla”, nella melodica avvenenza che rilascia “Mute”, nel mezzo degli anni Sessanta dei voli radenti “Pelican Man” o con il barocco luminescente che brilla in “Daisyphobia”, in poche parole un groviglio ammaliante di inebrianti e libere atmosfere che prendono quota per non riscendere mai più.

Paragonabile ad un’esperienza di un sogno ad occhi aperti.

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