Frida Neri Tag Archive

Ex CSI

Written by Live Report

Sabato 5 Ottobre a Mosciano Sant’Angelo (Te) sembrava di essere tornati indietro nel tempo. In fondo la musica era la stessa, gli elementi quasi (mancavano Giovanni Lindo Ferretti e Ginevra di Marco) e tutto il resto era uguale. Chi aveva seguito i C. S. I. negli anni  novanta sapeva che aveva di fronte a sé un gruppo destinato a lasciare il segno, a rivoluzionare l’esito della musica italiana tanto da arrivare ad essere forse il primo gruppo Indie a conquistare il primo posto in classifica. Un risultato dovuto all’epoca anche al breve tour di supporto a Jovanotti che per primo aveva osato credere in loro ma che era certamente giustificato dall’alta qualità musicale. Tornando invece alla serata in questione l’affluenza è stata numerosa ma del resto c’era da aspettarselo essendo questo tour (denominato  Ciò che non deve accadere, accade – Nessuna garanzia per nessuno) forse il più atteso dell’anno a livello di musica italiana.

CSI

Il Pin Up come sempre si è dimostrato un locale all’altezza, in grado di ospitare anche eventi di grande calibro come questo ed ha fatto anche piacere ascoltare prima del concerto selezioni musicali a cura di Pino Morelli ed Emilio Fasciani che hanno inserito nella loro scaletta anche brani di artisti quali Siouxie and the Banshees, Cocteau Twins ed Afterhours.

CSI

Gli anni sono passati ma Gianni Maroccolo, Giorgio Canali, Massimo Zamboni e Francesco Magnelli erano lì con un sound più compatto che mai, granitico, grezzo e selvaggio. Un piccolo tentativo di ritrovarsi sul palco era già avvenuto in occasione della colonna sonora del film Il Fantasma dell’Opera quando tre quarti  di loro si esibirono con Frida Neri alla voce (forse proprio da qui è scaturito il tutto).

Baraldi CSI

Tuttavia il merito della bellezza dello spettacolo spetta in parte anche ad Angela Baraldi che non ha fatto rimpiangere l’assenza di Ferretti con una presenza scenica impeccabile e una voce accattivante e a Simone Filippi che alla batteria scandiva il tempo con una precisione incredibile.

CSI

Stranamente il pubblico è rimasto quasi sempre composto (pochi i tentativi di pogare) quasi fosse rapito ed incantato da una magia musicale che pochi sanno trasmettere sia in Italia sia all’estero.Tanti i tuffi nel passato quindi soprattutto quando hanno ripreso anche un discorso, quello dei CCCP, che fece da prologo all’avventura Csi. “Annarella” e “Emilia Paranoica” emozionavano come al primo ascolto anche se tutti le cantavano a squarciagola fra stupore e meraviglia. Dal repertorio dei Csi sicuramente i momenti più intriganti sono stati quelli all’apertura del concerto con “A Tratti” e quasi in chiusura con “Buon Anno Ragazzi” ma molti sono letteralmente impalliditi durante l’esecuzione di “In Viaggio” e “Cupe Vampe”.

Zamboni CSI

Una ventina di pezzi circa in tutto in scaletta che avranno certamente soddisfatto tutti i presenti senza lasciare l’amaro in bocca a nessuno. E ora si attende che ai quattro giganti si aggiungano anche Ginevra Di Marco e Giovanni Lindo Ferretti in una reunion totaledel gruppo che appare per ora alquanto improbabile (se non impossibile), ma se ci sono riusciti i Sex Pistols… E poi del resto si sa, ciò che non deve accadere accade. Intanto speriamo in una testimonianza su cd o dvd / bluray del tour (sarebbe davvero importante lasciare qualcosa ai fans che per quindici anni avevano atteso di rivederli tutti insieme sul palco).

Ecco la scaletta originale e firmata del concerto con la bestemmia scritta da Canali al posto della sua firma!

scaletta non ripulita

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Frida Neri – Frida Neri

Written by Recensioni

“Chiamate vi prego, il mondo, la valle del fare anima. Allora scoprirete a cosa serve il mondo”, aprendo questo EP, si legge un fantastico verso di John Keats. Lo sfondo che lo accoglie è un panorama innevato, glaciale, disarmante ma per nulla inespressivo.
Come se si scavasse lentamente fino in fondo, con una piccola pala a rompere lo strato di giacchio in superficie, fino ad arrivare al centro del nostro “mondo”, che nessuno garantisce sia più caldo ma solo più onesto.
Proprio così: questo disco di Frida Neri, giovane cantautrice di Fano, è gelato. La sua voce venata di jazz è fredda. In realtà non mi piace attribuire l’aggettivo “freddo” ad una voce, mi pare di dare una concezione negativa, inespressiva ma semplicemente non ha il naturale calore di chi alla sua giovane età sprigiona rivoluzione. E questo la rende sicuramente rara nel panorama. Le sue canzoni sono un soffice movimento d’aria, una lieve condensa che esce dalla bocca in un timido e soleggiato pomeriggio di Febbraio. Niente bandiere al vento, nessun ruggito e nulla di più intimo e di più diretto all’anima insomma.
“Alle soglie dell’aurora”, apre l’EP e si dimostra il miglior episodio. E’ un perfetto paesaggio  digerito e rappresentato dalla voce lontana e soave di Frida. Si passa poi alla soffocata solitudine di “Sara Sottile”, storia cruda che si risolve con una vena di gratuito ottimismo: “La luce più forte sul limite, splenderà. Le sue mani, mondi nuovi da inventare”. Parole più forti di qualsiasi grida rivoluzionaria.

Il jazz poi prende il sopravvento in “Al matrimonio”, canto dove carne e spirito si lanciano in una sensuale danza. Qui Frida (un po’ in versione Carmen Consoli) dimostra di essere davvero una grandissima cantante, dove oltre alla tecnica sfodera matura espressività. Si scalda un po’ l’atmosfera, la danza non è indiavolata ma i bollenti spiriti fanno cadere la gocciolina di sudore dalla fronte dei due ballerini.
Il finale è dedicato a “Siberiana”, il gelo e le distanze ritornano a governare e gravitano intorno alla “valle del fare anima”. I paesaggi ritornano introspettivi e lo spirito qui continua a ballare mentre la carne è sconfitta dal fiatone. La voce ritorna fresca (non ce la faccio proprio ad usare l’aggettivo “fredda” per Frida), ma comunque viscerale.
Questa ragazza è un’altra grande promessa del cantautorato italiano, non ci sono dubbi. Una grande lezione di poesia che di certo non muta l’atmosfera, ma riesce a scaldare anche senza il comune gesto di accendere un falò.

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