Dr Quentin & friends Tag Archive

5 artisti emergenti da tenere d’occhio

Written by Novità

Ci sentiamo tra qualche anno e scommettiamo che queste cinque band ne avranno fatta di strada?

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Intervista agli Abiura

Written by Interviste

Dr. Quentin & Friends – Dr. Quentin & Friends

Written by Recensioni

Il fatto che questo EP riesca ad evocare le sonorità di un disco che porta il titolo di London Calling (dopo l’ascolto di “Carry On”) non è roba da poco. Passato però il momento evocativo la musica prende la propria strada. L’omonimo disco del progetto Dr. Quentin & Friends ha infatti molto di suo, a partire dalla voce Quinto Fabio Pallottini (il Dottore), sporca e vissuta, nonostante la sua giovane età, in piacevole contrasto con la voce di accompagnamento, decisamente più melodica. Un EP che evidenzia una marcata fede musicale che viaggia tra Reggae e Punk, e che non dà molto spazio ad altre contaminazioni sonore. Una sezione ritmica precisa ed una chitarra incisiva per la produzione di un suono spensierato e coinvolgente, ma che a volte sa diventare anche malinconico (“Sweet Dirty Music”). Il risultato è un EP contenente pezzi che, una volta ascoltati, entrano in loop nel cervello e sono capaci di rimanerci per giorni. Al tutto si aggiunge la grandissima presenza scenica di Quentin che ho avuto modo di constatare nel corso dello Streetambula Rock Contest 2014, ma non è questa la sede giusta per dilungarsi su questo aspetto. I presupposti per la nascita di un progetto di spessore ci sono tutti. Resta solo da capire se la band è pronta e disposta ad affrontare altre sonorità con le quali arricchire il proprio sound. I pezzi scelti per l’EP difficilmente lo fanno intuire. Non resta dunque che attendere che la dea ispiratrice (ognuno ha la propria) poggi nuovamente la mano sulla testa dei componenti della band per farne uscire nuovi brani ed un lavoro più corposo. Carry on, Dr. Quentin & Friends. Carry on verso un nuovo lavoro.

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Dr. Quentin & Friends

Written by Interviste

Dr. Quentin & Friends è un progetto aperto che ruota attorno alla figura carismatica di Quinto Fabio Pallottini. Lo abbiamo incontrato subito dopo il live Aspettando il Primo Maggio per parlare di presente e futuro della sua musica.

Partendo dal farti i complimenti per la recente vittoria alla finale abruzzese di Arezzo Wave e il mio in bocca al lupo per la prossima apertura a Marlene Kuntz e Lo Stato Sociale, ti chiedo subito, perchè hai vinto tu?

Quentin ha vinto per l’energia della sua esibizione e la capacità di colpire la gente e la giuria.

Di recente hai deciso di rinnovare completamente la formazione, i tuoi “friends”. Cosa ti ha portato a questa scelta?

Il motivo principale è che uno dei membri non si sentiva più parte del progetto. Un amico che ha suonato con me per anni ha scelto di non continuare ma il progetto non si fermerà mai. Solo lui ha scelta di prendere una strada diversa e gli auguro tutto il bene del mondo.

Vieni dal Punk, hai intrapreso strade Folk per poi puntare dritto sul Reggae. In realtà, la tua musica sembra essere qualcosa che va oltre le definizioni. Tu come la descriveresti? Come nasce la tua musica?

Semplicemente Paghetti Reggae; musica jamaicana suonata da italiani. Nello specifico Reggae contaminato da Rock, Punk e tanto altro. Un “metallaro” potrebbe chiamarlo Nu Reggae.

Molti credono che la forza della tua musica stia tutta nel tuo carisma. C’è qualcosa di più che finisce per colpire chi ti ascolta?

Non è la prima volta che me lo sento dire. In effetti, specie durante i live, il mio carattere è la prima cosa che ti rapisce e che aiuta a creare un certo legame col pubblico. Tuttavia riesco a colpire anche attraverso i brani, fatti di piccole storie di vita capaci di spingere all’immedesimazione al trasporto nonostante l’uso della lingua inglese.

Pensi che si possa emergere in Italia anche senza scendere a compromessi con i gusti, spesso discutibili, del pubblico?

(Ride ndr) Non ho minimamente idea di come si faccia ad emergere in Italia. Il successo vero sembrano raggiungerlo solo quelle merde dei reality che sfruttando quella merda di televisione. Io faccio solo quello che voglio fare, cercando di stare in pace con me stesso. La musica mi fa sentire vivo e l’ascoltatore italiano medio è semplicemente mediocre.

Qual è la più grande soddisfazione che hai avuto dalla tua, ancora breve, vita da musicista? E la più grande delusione?

Nelle poche occasioni in cui ho suonato con i grandi, la soddisfazione vera è stata sentirsi dire dal cantante dei Giuda che i miei sono grandi pezzi. La delusione… nessuna.

Hai da poco pubblicato un Ep. Cosa hai in programma per il futuro?

Il mio percorso è iniziato in maniera concreta due anni orsono. Devo andare avanti, pubblicando un album con inediti, cercando di esprimere tutte le mie idee e la mia musica.

Pensi che ci siano ancora veri talenti in Italia? Hai qualche nome da suggerirci?

Sinceramente non sono molto interessato alla musica italiana. Mi gasa quella strafica di Levante.

Le tue liriche sono prevalentemente in inglese. Un limite per il mercato italiano ma spesso una necessità espressiva. Credi che sia questa la scelta giusta? E perchè?

In realtà credo non sia poi cosi’ importante la lingua o il significato delle parole. La melodia conta davvero. Capisco che in Italia sia un limite non riuscire a farsi capire ma chi è davvero colpito da una melodia troverà il tempo di capire anche le parole. Quello che dobbiamo trasmettere sono soprattutto emozioni e a questo basta la musica.

Cosa vorresti trasmettere nello specifico? Credi di essere riuscito, fino ad oggi, nel tuo intento?

Voglio che gli altri provino esattamente le stesse emozioni che io provo nel momento in cui compongo una canzone.

Dammi il nome di un artista Indie italiano che credi abbia più successo di quello che si merita…

Lo Stato Sociale (ride ndr)

Nel tuo ultimo lavoro in studio sembra emergere la voglia di dare più risalto all’aspetto vocale (cosa che rende il sound più “Pop”) piuttosto che alla musica, mentre nei live le ritmiche gonfiano il tutto di una forza e un dinamismo maggiore. Hai la necessità di capire ancora la tua strada o è stata una precisa scelta fatta a tavolino?

Il sound è in continua evoluzione. Più suono e più riesco a farmi un’idea di quello che posso creare. Non avete ancora ascoltato nulla e quello che deve venire sarà qualcosa di unico, vedrete. Il sound che ho in testa non è esattamente quello che avete ascoltato.

Dove credi di poter arrivare, mettendo da parte i sogni e le illusioni e provando a ragionare con freddezza?

Sky is the limit

Quale credi che sia la cosa più importante nel fare musica? La capacità di essere innovativi, la tecnica, la coerenza, l’anima, la capacità di cogliere i desideri della gente o cos’altro?

Passion. La passione

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Arezzo Wave Abruzzo: la finale al Garbage Live Club di Pratola Peligna

Written by Senza categoria

Immancabile come ogni anno tutto è pronto per l’edizione 2015 di Arezzo Wave Abruzzo, il rock contest dalla tradizione più lunga non solo in regione ma in tutta Italia. Anche quest’anno come usuale dopo un lungo ed accurato ascolto sono stati selezionati i finalisti che si contenderanno il posto valido per Arezzo Wave in un unico concerto sabato 18 Aprile , presso il Garbage Live Club di Pratola Peligna. Una selezione quanto mai difficile dato l’alto livello sia tecnico che artistico delle proposte giunte a seguito del bando di concorso. Questo andamento in continua crescita infatti sta facendo maturare la scelta per la prossima edizione di allargare la rosa dei contendenti scelti per le selezioni live, facendo prospettare un ritorno ad un sistema più articolato di concerti live. Per l’associazione Franti rise è tempo infatti anche di tirare le somme, con 60 concerti, 256 esibizioni ed oltre 800 demo raccolti e custoditi dal 1987, l’Arezzo Wave Abruzzo può a ragione definirsi memoria storica della realtà della musica attuale regionale. Ma tornando all’edizione di quest’anno quattro sono le band che calcheranno il palco e se le “suoneranno di santa ragione”, ognuna con la propria sua interpretazione del “rock”.

Dr Quentin & friends: reggae from Pratola Peligna. Dopo un passato punk, la conversione al folk e reggae , ma sempre con uno stile dinamico ed aperto alle contaminazioni, preferendo le liriche british a quelle di madrelingua. Partendo da temi intimistici l’incontro con l’elettrico steady-rock, ha l’effetto di atmosfere pop, roots e psichedeliche travolgenti nelle performance live. Dr. Quentin, voce; Gregorio Liberatore, batteria; Jacopo Santilli, voce; Osvaldo Orsini, chitarra; Luca Del Rosso, basso; Luca Di Pillo, tastiere.

Edith A.U.F.N, sperimentale post-rock da Chieti Con all’attivo più di dieci anni di live, gli Edith A.U.F.N. hanno fatto della sedimentazione musicale il loro modus operandi. Brani provati, suonati, riarrangiati e risuonati per limare continuamente il trip emozionale di sospensioni armoniche. Nel distillato che ne esce oltre all’accuratezza cercata trapelano le influenze dei grandi della psichedelia, ma in maniera nuova e contemporanea. Matteo Dossena, voce; Enrico Legnini, chitarra; Ivano Legnini, basso; Axel Di Lorenzo, chitarra;

Two fates, electro-pop dai confini della regione. I Two fates nascono a Colonnella dall’incontro di due destini musicali nel 2009, dal quell’incrocio oltre alla band nasce anche la loro TwoFatesMachine, un campionatore e “looppatore” autocostruito che gli permette una personale sperimentazione ed elaborazione musicale. Loredana Di Giovanni, voce; Giuliano Torelli, basso.

Gli Ultimi Uomini sulla Terra, acida poesia garage da Lanciano. Schegge improvvise ma non impreviste, Gli ultimi uomini sulla terra è da diverso tempo che in differenti formazioni e progetti regalano riff rock e testi che metterebbero con le spalle al muro anche Verlaine. Quest’ultima formazione, seppur minimale conserva strutture musicali e anarchia lirica. Emanuele Lele Di Florio, voce; Gionata Fanci, batteria.

La serata è in programma il 18 Aprile 2015, presso il Garage Live Club di Pratola Peligna (AQ), via levante 1, ore 22:00. Ingresso Gratuito. Maggiori informazioni possono essere ottenute presso la segreteria organizzativa dell’associazione Franti Rise e presso il blog ufficiale dell’associazione frantirise.org

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