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Voglio un Piano Quinquennale: Massimo Zamboni

Written by Interviste

Massimo Zamboni regala a Rockambula una breve ma significativa intervista, tra reunion dei CSI, collaborazione con la Baraldi, David Gilmour e piani quinquennali. Ecco cosa significa non ascoltare Indie Rock negli anni dieci.

Gli ultimi due dischi li hai fatti con Angela Baraldi…come nasce la collaborazione con lei? (a proposito un mio caro amico vorrebbe sapere come lei possa essere sempre così bella e fantastica sul palco).
Per puro caso, come accade per tutte le cose sensate. Componendo una canzone per la colonna sonora di un film di Andrea Adriatico sull’AIDS, il regista mi ha proposto di farla cantare ad Angela, molto adatta alla canzone, a suo dire. Così è stato, e Angela è ancora qua.

Una “reunion” inaspettata quella con i tuoi ex compagni di squadra dei CSI… potrebbe mai portare a un nuovo disco in studio o live?
Questo davvero non lo sa nessuno. Godiamoci questa indecisione dove le idee si assestano su strade nuove….

A questo punto dopo quella dei primi Litfiba e quella quasi completa dei CSI cui accennavamo poco fa la domanda nasce spontanea:  “A quando una dei CCCP?”
Mi sembra davvero improbabile.

Sei stato autore di diverse colonne sonore. Qual è il tuo rapporto con il cinema?
Lavorare sulle immagini ti insegna a non privilegiare necessariamente la melodia, come accade nelle canzoni, ma a creare atmosfere o paesaggi sonori armonici, a lavorare sulle peculiarità espressive dei suoni; e ancor più, ti insegna a non mettere al centro della composizione il tuo io narrante, e ingombrante.

L’ex bassista dei CCCP, Umberto Negri, tempo fa ha pubblicato un libro fotografico sui suoi anni nel gruppo. Tu hai mai pensato di mettere mano al tuo archivio e di fare un’operazione simile?
Direi di no.

Quali erano i chitarristi che sognavi di emulare da ragazzino?
Quelli che sogno di emulare ancora oggi, David Gilmour su tutti e Neil Young.

Chi pensi che un giorno invece possa raccogliere la tua eredità musicale?
Ecco questo proprio non saprei. Non so neanche se augurarmelo! Credete che io possa avere una eredità musicale? Non ci avevo mai pensato….

Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale indipendente italiana?
Davvero non ho pensieri, non ascolto mai nulla…

Vuoi ancora un piano quinquennale, la stabilità come diceva la canzone “Live in Pankow”?
Certo! Anche se so che non funzionano mai, continuo a lanciare mentalmente i miei piani quinquennali. Anche solo per me….

Secondo te Internet ha davvero rappresentato la morte della musica?
In fondo la pirateria musicale esisteva già 30 anni fa quando si registravano le cassette dai vinili o dalla radio… Non credo proprio, la musica non muore certo per Internet, né per le cassette che registravamo da ragazzini. La musica muore quando c’è interesse, economico e culturale, a farla morire. Ma poi non muore mai.

Che ricordi hai del Consorzio Produttori Indipendenti e dei Dischi del Mulo?
Bei ricordi di una grande fatica e di buone soddisfazioni. Sentirsi parte promotrice di tante realtà musicali/culturali è stato confortante e stimolante. Ma non si può fare più di una volta per vita!

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Vivere?

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