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Zibba – Come il suono dei passi sulla neve

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Probabilmente quando Zibba ha presentato al Teatro Gassman di Borgio (Sv) il mese scorso avrà esordito con un “benvenuti alla premiere” proprio come nei versi di “Sei metri sotto la città”.
Dopo la breve introduzione “Martino Rebowski” (che altro non è che un breve recitato di Enzo Paci), il disco si apre con “Nancy”, singolo a tratti reggae e a tratti malinconico a cui Roy Paci regala un vestito da cerimonia.
L’omonima traccia invece è molto tranquilla e fu scritta nella stanza di un albergo di Albenga alle cinque del mattino di un inizio dicembre tormentato ispirandosi ad una bellissima frase di Michele Serra.
“Asti est” è un omaggio alla musica di Stevie Wonder, ma ricorda da vicino anche il nostro Vinicio Capossela, mentre “Prima di partire” è una hit electro inframezzata da un violino in cui le voci di Zibba e Carlot-ta si alternano.
E che dire di “Aria di levante”? Basterebbe dirvi che è stata scritta su commissione del Club Tenco per il doppio album de “la leva” per sapere già tutto.
In realtà è proprio in questo brano che Zibba dà il meglio di sé, perché la vena cantautoriale si fonde con spaccati di saxmolto raffinati ed intensi.
“La musica lo sa” è un brevissimo interludio che fa da spartiacque al disco e se fosse incluso in un vinile presenterebbe il lato b di questo lavoro.
“Almeno il tempo” inizia con una chitarra che ricorda i blues dei primi anni ’20 (Robert Johnson in primis) ma si evolve pian piano con una sezione ritmica e un sax che impartiscono il tempo.
“Essere il mare” è un altro breve recitato ad opera di Adolfo Margiotta che introduce “O Mæ Mâ”, cantata parzialmente in dialetto ligure in duetto con Vittorio De Scalzi dei New Trolls.
“Anche di lunedì” è stata scritta da Zibba mentre era in viaggio per Chieti ed è stata anche premiata con il Premio Bindi 2011.
“Dove i sognatori son librai” è una canzone che fa veramente sognare con i violoncelli curati da Giovanni Ricciardi e liriche molto intense.
“Poesia d’amore” è un altro breve interludio narrato dalla voce di Silvia Giulia Mendola che introduce “Salva”, ballad che nei suoi cinque minuti di durata rende omaggio al grande cantautore ed attore americano Tom Waits.
Conclude il disco la voce di Adolfo Margiotta, con una breve poesia che porta il titolo del disco, interamente registrato in un forno per mattoni a Moie (An).
Sedici tracce a testimonianza della maturità artistica raggiunta da Zibba qui con la sua rinnovata band di sei elementi.

Un album consigliato a tutte le generazioni, davvero molto delicato, insomma… proprio “come il suono dei passi sulla neve”.

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