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Marta Sui Tubi – Cinque, La Luna e Le Spine

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Hanno diviso in due come una mela il vasto parterre del loro “fanzinato”, tirati tra la partecipazione a Sanremo e gli ancoraggi nella zona franca dell’underground di stampo indie, due mondi opposti ma che nello stesso tempo sono parte integrante di percorsi o “viottoli” di piacere velocizzato oppure gavette truculente; i siciliani Marta sui Tubi escono con Cinque, La Luna e Le Spine, il nuovo album uscito proprio sotto le serate sanremesi e dove la ribellione degli ortodossi della band si è consumata tra accuse di tradimenti e di “vendite alla facilità mainstream”, un disco – il quinto – che, tra modernità e ponteggi che toccano  quasi il progressive, va a scomodare Caino spedito per espiare le sue colpe sanguinarie in un satellite lontanissimo, perso chissà dove.

Undici tracce scoppiettanti, versatilissime in un compendio espressivo che bacia ad intermittenza funk, pop, prog, liriche blues, Peter Gabriel “Vagabond Home, capricci, tutto complessato in un repertorio sparato, senza tentennamenti e con uno stile subito riconoscibile, svincolato dai soliti modelli, musicalmente originale quanto intensamente consapevole; i MST con dieci anni di carriera alle spalle hanno saputo levigarsi dalla ruvidità fino ad inventare un “lucido” meraviglioso, una completezza d’insieme – prima un duo poi il quintetto dei nostri giorni –  che ora li fa protagonisti e questo nuovo lavoro “unlimited”, senza confini di suoni, ne è quasi la condensazione contagiosa del loro essere musicisti in questa era.

Mai atmosfere esagerate, forse il funk tarantolato che scuote “Il Collezionista Di Vizi” e “Tre”, ma la spennata spalancata e folkly “Dispari”, quei sentori melodici Vendittiani “La Ladra”, “I Nostri Segreti”, il passo poetico di archi e atmosfere d’arcadie “Grandine” e le dissonanze etno-acustiche che tremolano in “Polvere Sui Maiali” restano a bilanciare l’intera struttura, tanto che un’altra sensazione d’ascolto si fa avanti tra le pieghe di una graffiata melodia di marca, praticamente l’effetto a catena di un piccola opera d’arte “fuori regola”.

Con un piede sul gradino alto del main stage e l’altro pure, i Marta sui Tubi seguitano a stupire, lo possono fare, è il bello della loro essenza.

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