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Borghese

Written by Interviste

Il centro Italia come fucina di validi artisti è uno dei paradigmi musicali, che negli ultimi anni si sta configurando e imponendo, non solo come opinione personale, ma anche come sostanziale realtà di successo. Fa parte di questa ondata di freschezza un artista che, tra le pagina di Rockambula e non solo, ha riscosso un notevole interesse, che sta girando l’Italia con una serie di live show, è prossimo alla ristampa del disco e molto altro ancora. Conosciamo meglio Borghese e il suo album L’Educazione delle Rockstar.

Partiamo dalle domande semplici: una pistola, un passamontagna e una 24 ore, sono questi gli oggetti che hai scelto per raccontare l’immaginario di Borghese. Da cosa nasce questa scelta e cosa rappresentano per te questi oggetti?
La 24 ore è il simbolo di quello che sono nella parte della giornata in cui non mi occupo di musica, diciamo una metafora della quotidianità che ognuno a modo proprio cerca di sublimare o di sfuggire. Il passamontagna è una scommessa aperta con un sedicente produttore con cui ho avuto a che fare prima di entrare in TouchClay Records, il quale diceva, riferendosi alla mia musica, che c’era bisogno di una certa faccia per avere dei risultati in musica; evidentemente non alludeva alla mia. Ho pensato di uscire col mio progetto allora senza alcuna faccia: una provocazione e al tempo stesso una sfida.  La pistola giocattolo è il trait d’union di tutto: mi sentivo un infiltrato in clandestinità nel mondo della musica che come arma poteva disporre solo della voglia di giocare e un certo sense of humour.

Prima abbiamo citato il passamontagna; per Borghese l’anonimato e il mascheramento sono il simbolo della spersonalizzazione dell’individuo e della dissimulazione della realtà o un semplice espediente visivo per catturare e colpire l’attenzione di un pubblico distratto?
Come ho già detto la mia era solo una provocazione ad personam, principalmente una rivalsa nei confronti di una concezione estetizzante della musica, che oramai reputo superata (e persino stupida se proposta da un soggetto organico allo show business come può essere un produttore). Solo in seconda battuta il significato è stato dall’esterno globalizzato e politicizzato: mi sentirei di dire che la valenza sociale del disco è stata “eterodiretta”. All’oggi, dopo sei mesi di concerti, di interviste e recensioni, e dopo che nessuno, tranne quelli che sono venuti in concerto a vederci, mi ha visto in faccia, mi piace il fatto di poter essere in un certo senso un Dottor Jekyll and Mister Hyde, uno Spiderman che ad un certo punto della giornata dismette i suoi abiti e diventa qualcosa di più affascinante. In pratica così facendo sono diventato un clandestino nella mia stessa vita.

In questi giorni è uscito “Bella Ciao”, il secondo singolo dell’album. Oltre a farti i complimenti per il passaggio su XL, mi piacerebbe sapere come è nata l’idea di riscrivere uno dei capisaldi, di quelli intoccabili, della tradizione musicale della lotta partigiana, tramutandolo in una dichiarazione di guerra contro la società moderna? Hai avuto più detrattori o sostenitori?
Più che un passaggio su Repubblica è stata un’autostrada percorsa con un TIR carico di tritolo: il nostro articolo ha fatto quasi 900 mi piace e diverse migliaia di visualizzazioni, molto di più di quanto abitualmente riesce a fare un emergente al primo disco: evidentemente il pezzo (lo ricordo per non passare per presuntuoso, non riscrive la “Bella Ciao” partigiana ma ne usa il titolo e le prime cinque note della melodia per parlare della fuga delle nuove generazioni dall’Italia) ha colpito forte un problema che ogni ventenne sente proprio. In quel pezzo, forse il più distorto di tutto il disco, rifletto sul concetto di fuga e di liberazione e come in Italia per una ragazzo oggi siano quasi coincidenti: per molti scappare da questo paese è una liberazione, non è un’alternativa, ma una necessità. Qualche polemica in effetti c’è stata, anzi qualcuno mi ha pure mandato a quel paese (per rimanere in tema), ma non mi stupisce, lo avevo messo in conto e in fondo anche cercato. Quelle due parole in Italia sono un dogma assoluto, che viene usato per manifestare oramai solo antagonismo di facciata; quei due o tre contrari saranno gli stessi a cui, dopo 20 anni di anti-Berlusconismo all’acqua di rosa, (di quell’antagonismo radical che si tura il naso quando sente l’odore forte del popolo), sta bene che due extraparlamentari (Renzi e mister B) di cui uno pregiudicato (Mister B.) scrivano la nuova legge elettorale nella sede del Pd.

Un altro brano che mi ha colpito subito al primo ascolto è L’Odore. Una contraddizione in termini in forma canzone: tematica forte e di denuncia contro la sensibilità delle parole e la delicatezza della musica. Un contrasto voluto, una scelta stilista o solo fortuna?
Contrasto voluto, of course, “L’Odore” parla di una vita sotterranea e scura, parla di segreti inconfessabili, di passioni che si dipanano nel buio. Parla di una relazione immorale, di un amore impraticabile che nonostante non possa essere esplicitato diventa insuperabile e poetico, proprio nei suoi lati più fisici, come appunto l’odore. Comprendo che è un pezzo che possa piacere molto ad una donna; le donne hanno un interiorità molto intricata, un’altra faccia della luna molto marcata, albergo di fantasie che tengono ben strette e che coltivano in segreto, rendendole sempre più magiche, quasi esoteriche. L’uomo no, l’uomo è un animale e basta, lo è da quando aveva una clava tra le mani e forse lo è ancora di più da quando impugna un iphone. Sono un femminista convinto, lo sapevi?

Abbiamo parlato molto dei testi e meno degli aspetti musicali. Sei uno di quei cantautori che compongono da sé anche la musica o ti sei affidato a dei collaboratori. Come nasce una canzone di Borghese?
Le modalità sono tre e mi permetto di elencarle dandomi la terza persona in senso di altera supponenza e rigido contegno. Borghese esce di casa di sera, beve e tornando a casa appunta i pensieri sghembi. Modalità due: Borghese esce di casa, prende un aereo o un treno per un viaggio e appunta tutto quello che succede in testa, mentre il terreno si muove sotto il suo culo (sono appena rientrato dalla Cambogia, quindi annuncio che il secondo disco è già praticamente scritto). Modalità tre: Borghese guarda una sit com in tv, appunta una battuta e riflette sul tema. Per quanto riguarda l’arrangiamento, in sala o in studio mettiamo a confronto le idee tra me, Giacomo Pasquali (chitarrista e deus ex machina della TouchClay Records) e Daniele “Verz” Domenicucci, drummer nonché ingegnere robotico nei ritagli di tempo.

Rockit ti ha definito un cantautore fuori moda e prossimamente aprirai un concerto de Le Luci della Centrale Elettrica; come ti poni all’interno del panorama Indie italiano e nei confronti dei tuoi colleghi cantautori. Ti definiresti più una mosca bianca o una pecora nera?
Cercherei di non farmi accostare ad alcuna pecora, non è un animale molto popolare dalle parti nostre (Abruzzo ndr). Le pecore le infilziamo con dei bastoncini e ce le mangiamo. E nemmeno alle mosche che come è noto hanno molta affinità con le deiezioni organiche. Preferisco, se proprio devo essere associato ad un animale, preferisco essere me stesso, l’unico uomo che amo, nonché l’unico animale che viva con me dentro casa mia.

L’arte della provocazione e dell’ironia sono il tuo biglietto da visita, ma quanta rockstar e quanta ideologia ci sono, se ci sono, dietro Borghese?
Forse in realtà non c’è né la rockstar né l’ideologia in me e questo mi solleva un po’, considerato che sono due categorie vecchie su cui ormai si può e si deve scherzare su. L’ironia mi appartiene davvero, il distacco ironico è fondamentale nel mio approccio alla creatività ed alla giornata stessa. Senza la buona dose di ironia pensi che ci sia qualcuno che oggi potrebbe mettersi una cravatta senza sentirsi un cappio al collo, un camice senza sentirsi un macellaio o una tuta da lavoro senza sentirsi uno schiavo? Ci vuole molta ironia per vivere il presente di questi anni.

Ringraziandoti per questa intervista non posso non farti il classico domandone finale, quali sono i progetti futuri di Borghese e dove possiamo trovarti o vederti?
Al momento siamo impegnati in studio, ci siamo messi in mente di ristampare il disco aggiungendo tre bonus tracks con collaborazioni (per gli amanti dei termini anglosassoni, featuring) con artisti che ci stimano e che stimiamo. Poi da metà di marzo ripartirà il tour che, come abbiamo fatto nei mesi scorsi, toccherà il Nord, il Sud di questa pazza Italia. Su internet siamo dappertutto: sul bellissimo sito (ad opera di Giuseppe Zaccardi) www.borgheserock.it , su fb: www.facebook.com/borgheserock.it. Inoltre se volete sapere di più su google potrete trovare tutta la corposa rassegna stampa de “L’Educazione delle Rockstar” visto che dal Manifesto al Fatto, da Rumore a Rockit hanno parlato tutti quanti, e bene, del nostro esordio.

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Il Video della Settimana: Borghese – Bella Ciao

Written by Senza categoria

Innegabilmente è lui, Angelo Violante alias Borghese, il protagonista della scena indipendente ed emergente italiana di questo inizio 2014. Nonostante l’album L’Educazione delle Rockstar abbia alle spalle diversi mesi di vita, il cantautore Post Ideologico e la sua band non se ne stanno certo con le mani in mano. In cantiere una ristampa dell’album, con un nuovo e più curato artwork e almeno tre brani inediti, un nuovo mini tour che passerà per Tivoli, Roma, Venezia, S. Egidio (TE), Pratola Peligna (AQ) in collaborazione con Streetambula e Pescara, l’indicazione come Band della Settimana su Rockambula e da poco in circolazione la clip del nuovo singolo “Bella Ciao”, già segnalato con grande successo e qualche polemica, su XL di Repubblica e Ondarock. Proprio questo è il nostro nuovo Video della Settimana. Buon Ascolto e buona visione, di seguito e in homepage per tutta la settimana.

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La Band della Settimana: Borghese

Written by Novità

Perfetta via di mezzo tra cantautorato post-ideologico e impegnato ma non troppo e Indie Rock di ultima generazione, l’abruzzese Angelo Violante e la band che lo accompagna sono una delle più interessanti proposte emergenti venute fuori dal nefasto ma musicalmente eccelso 2013. Recensioni di positive da ogni parte, l’ultimo videoclip tratto da “Bella Ciao” rilasciato in esclusica per La Repubblica XL e diventato già non solo un tormentone ma anche un motivo di discussione feroce tra chi mitizza il canto partigiano per eccellenza opponendosi alla sua attualizzazione e chi ne apprezza il lato moderno e ironico. Un nuovo album in cantiere (?), dopo l’esordio di L’Educazione delle Rockstar edito per Touch Clay Records e una probabile ristampa con artwork rinnovato e alcuni brani inediti già pronta nel cassetto e poi la vittoria schiacciante al nostro contest AltrocheSanRemo, un tour con cifre inaspettate e un album regalato per Natale a tutti i fan. Il 2013 è stato l’anno di Borghese e tutto lascia pensare che l’anno non sia veramente finito, almeno quello di Angelo Violante. Restate sintonizzati perchè le novità non sono finite.

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Il regalo di Natale di Borghese

Written by Senza categoria

Borghese fa ai suoi fan un regalo Natalizio davvero imperdibile: solo per il giorno di Natale sarà possibile scaricare gratuitamente il suo disco d’esordio L’Educazione delle Rockstar uscito per TouchClay Records e recensito in maniera unanimamente positiva da tutta la stampa nazionale. Per il download basta solo partecipare all’evento facebook cliccando “Partecipa” sul link: https://www.facebook.com/events/725546004123864/?notif_t=plan_user_joined. Sull’ evento facebook per tutta la giornata del 25 sarà pubblico il link per il download che rimarrà visibile fino alla mezzanotte.

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AltrocheSanRemo Volume5. Ecco vincitore e classifica completa!

Written by Senza categoria

Dopo un inizio entusiasmante il cantautore Borghese mette a segno un allungo che sembra chiudere il conto già dalla prima settimana. E sarà proprio lui a conquistare la quinta edizione del concorso AltrocheSanRemo con circa il 30% dei voti. I più vicini a scalzarlo dal posto più alto del podio, gli Earthset con il brano “A.S.T.R.A.Y.”. Seguono gli Allcost e la band, tutta al femminile de La Sindrome di Cassandra.

Ecco la classifica completa. Appuntamennto rinnovato per il Volume6 e a prestissimo con l’intervista a Borghese.

  • Borghese – Bella Ciao
  • Earthset – A.S.T.R.A.Y.
  • AllCost – Musical Suicide
  • Sindrome di Cassandra – Proiettili
  • Waste Pipes – For All the Time We Waste
  • Plunk Extend – Please Don’t Kill my Soap Bubble
  • Gianluca Torelli aka Alvaro Van Houten – Alternate Take
  • Evil – Mae
  • Recs of the Flesh – You Kill

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AltrocheSanRemo Volume5: pronti, partenza, VIA!!!

Written by Senza categoria

Dopo la lunga pausa estiva, torna il tanto atteso contest AltrocheSanRemo, giunto ormai alla quinta edizione. Come ormai saprete, alla gara partecipano nove artisti, il cui brano resterà in ascolto streaming sulla nostra home per 1 mese. Ogni lettore potrà votare, anche più artisti contemporaneamente, e solo una volta al giorno. Lo staff di Rockambula avrà la possibilità di escludere una delle band in gara se dovesse rilevare irregolarità nella votazione. In palio, un pacchetto promozionale Rockambula che prevede una recensione, una intervista, un video nella sezione video della settimana, nomina a band della settimana e banner in home per oltre 1 mese.

Non vi resta che votare. Ecco gli artisti in gara:

Allcost – Il Progressive riletto in chiave moderna

Gianluca Torelli aka Alvaro Van Houten – Un Folk/Blues singer e un cantautore solista, divertente e ironico

Waste Pipes – Il buon sano, duro e spettacolare Rock alla vecchia maniera

Evil – L’incontro tra vecchio e nuovo che si fondono grazie alle qualità eccelse dei quattro Evil, voce compresa

Borghese – Dietro una maschera si cela una delle più belle promesse del cantautorato italiano

Recs of the Flesh – Dalla Sardegna un Rock oscuro e tagliente che sfugge alle normali definizioni di genere

Earthset – Con una giusta dose d’ironia, i quattro Earthset riprendono le strade del Grunge in chiave psichedelica

Plunk Extend – Si definiscono Art Rock ma non abbiate paura, le loro sono semplici canzoni in italiano, bellissime.

Sindrome di Cassandra – Esistono ancora band di sole donne capaci di fare un bel Rock incazzato e romantico?

Non vi resta che votare, votare e votare fino al 24 novembre. In bocca al lupo a tutti!!!

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Addio alla Pirateria musicale. Forse.

Written by Articoli

Pirate

Mentre il mondo della musica si divide tra chi difende e chi attacca il download illegale, nel sottobosco della scena ultra emergente il free download diventa sempre più uno strumento utile per far circolare la propria musica e incrementare il numero di seguaci i quali, si spera, vedranno poi i concerti, compreranno il merchandising e supporteranno quelle stesse band che hanno messo la loro arte in condivisione gratuita. Ma qual è la strada e il futuro della pirateria musicale? Lo abbiamo chiesto proprio alle band che alimentano quel sottobosco, emergenti, esordienti, giovanissimi ma anche meno giovani che hanno iniziato a inseguire un sogno con un poco di ritardo senza tralasciare qualche nome ormai affermato, pezzi di storia dell’Alt Rock italiano che ancora hanno tanto da insegnare ai più giovani.

A loro abbiamo fatto queste semplici domande:

Download illegale. Pro o contro? Chi è la vera vittima del download musicale illegale? Come riuscite voi a far quadrare il bilancio, se i dischi non si vendono? Se foste la band più famosa del pianeta, oppure una meteora che deve trarre il massimo da quel breve periodo di notorietà, sarebbe la stessa la vostra posizione in merito al download illegale?

Ecco cosa ci hanno risposto:

Gianni Vespasiani (Fake Heroes e Too Late To Wake)
Non riesco a prendere una posizione netta a riguardo, si tratta di eterna lotta tra poesia ed economia. Economicamente (ovviamente) sono contro, ma pro se guardo alla mia posizione di artista emergente che come primo desiderio ha quello di far ascoltare le proprie produzioni. Chi è la vittima? Dipende di quale livello di notorietà si parli. In linea di massima sia le etichette che gli artisti sono vittime, soprattutto noi emergenti. Stiamo vivendo comunque una fase di cambiamento: i CD si vendono sempre meno e i fruitori pretendono accesso libero alla vasta proposta che c’è. Ecco perché il successo di Spotify. In teoria noi artisti dovremmo guadagnare almeno con i live e attraverso il merchandising, visto che i dischi non saranno più una forma di approvvigionamento economico. Qui si aprono due altri problemi: il monopolio della musica live e il disinteresse nell’inedito da parte della massa. Personalmente manterrei la stessa posizione in merito, facendone ovviamente una questione etica. Il primo obiettivo per cui ho imbracciato una chitarra non è stato quello di guadagnare. Proverei in entrambe i casi a reperire dai live il profitto necessario a proseguire il mio percorso artistico.

Alessandra Perna (Luminal)
Scarico dischi e non vedo perché altre persone non dovrebbero farlo con i miei. Se c’è un assassino quello è Internet, non del mercato musicale ma dell’arte in generale: ci ha dato la possibilità di non annoiarci mai, quindi ci ha tolto la possibilità di creare delle grandi opere d’arte. (E ci fa sentire tanto artisti sul web quanto siamo insignificanti nella vita reale.) Quando ci sarà un bilancio da far quadrare probabilmente starò facendo un altro mestiere. Se i Luminal diventeranno la band più famosa del pianeta poi ne riparliamo.

Lorenzo Cetrangolo (Plunk Extend)
Il download illegale ormai fa parte della vita di tutti, e non è certo compito mio giudicare se è un bene o un male. So solo che se un ragazzo di vent’anni dovesse comprare tutti i dischi che servono per rimanere veramente aggiornato su ciò che accade, avrebbe bisogno di qualcosa di più di uno stipendio mensile (ammesso che l’abbia). Le vittime del download illegale sono, economicamente parlando, etichette e artisti, ma questo è bilanciato da una più facile messa in circolo del materiale. Ci sono meno soldi per fare dischi, ma non credo che la musica ne abbia risentito più di tanto. Noi il bilancio non tentiamo neanche di farlo quadrare: avere una band è un progetto economico costantemente in perdita. È così e non c’è molto da fare: se te la senti lo fai. Io non riuscirei a farne a meno in ogni caso, quindi chissenefrega. Se fossimo la band più famosa del pianeta, avremmo mille altri modi per fare soldi, per cui sì, la posizione che avrei sarebbe la stessa.

Silvio Mancinelli (Straphon)
Sono contro l’illegalità perché chi produce deve essere ricompensato. La vittima é sempre la band. Non si quadra il bilancio se non sei la star. Sempre più spesso leggo di grandi gruppi inglesi o U.S.A. che fanno altri lavori . Chi fa deve essere pagato sempre.

Danilo Di Feliciantonio (Starslugs)
Sono pro download illegale perché qualsiasi cosa danneggi l’industria musicale mi trova favorevole. Si fanno quadrare i conti cercando di riappropriarsi dei mezzi di produzione, acquisendo sempre maggiori conoscenze tecniche e comunicative, evitando terzi e quarti passaggi che fanno lievitare i costi di realizzazione e vendita di un supporto. Si guadagna il rispetto di chi ascolta e si cerca di suonare dal vivo il più possibile per essere supportati, non “sopportati”. Non vorrei essere mai famoso o una meteora che deve monetizzare, se questo implica il dover correr dietro al primo che scarica un nostro pezzo o un nostro disco.

Angelo Violante (Borghese)
Niente ipocrisie: anche io scarico illegalmente. Con i sistemi tipo Spotify e Deezer ho diminuito per lo meno i sensi di colpa derivanti dal mio download selvaggio; di poco, visto la quota irrisoria e irridente di diritti che queste piattaforme restituiscono agli artisti. Penso che la soluzione di tutto sia la proposta live: sarei disposto a sacrificare la vendita se per me fosse facile trovare spazi adeguati dove suonare la mia musica e far pagare il mio concerto. Mina e Battisti hanno costruito imperi senza live, ora l’esigenza è opposta. E renderei obbligatoria una quota di trasmissioni in radio di produzioni italiane, come si fa con il buon vino o un buon formaggio, altre forme di arte nostrana.

Gianluca Torelli (Alvaro Van Houten)
Penso che per i download “illegali” bisogna applicare lo stesso discorso che si applica per fumo, alcol o qualsiasi altro bene illegale: tutto sta nelle scelte che noi facciamo, cioè, se vogliamo scaricare per fare uno sfregio a qualcuno o per necessità è dato solo a noi saperlo. Per il resto, io mi sento a favore del download musicale illegale perché credo sia un’evoluzione di quelle che una volta potevano essere le “cassettine” che ti facevi registrando le canzoni alla radio, inoltre, è un modo per reperire musica introvabile. E poi, le cose illegali sono più belle perché c’è l’innato fascino del proibito che è da sempre parte fondamentale dell’essere umano.

Nella seconda parte troverete le restanti interviste realizzate da me con Danilo Di Nicola (The Incredulous Eyes), Maurizio Schillaci (De Rapage), Umberto Palazzo (Santo Niente) e Marco Lavagno (Waste Pipes) più una introduzione affidata alle parole di Ulderico Liberatore in collaborazione con Silvio. A giovedì prossimo.

Di seguito una parodia del famoso spot antipirateria a metà tra il sarcastico, il divertente e il provocatorio.

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Parte il tour di Borghese

Written by Senza categoria

Venerdì 18 di ottobre parte dal glorioso Morgana di Benevento il tour di Borghese per il suo primo album L’Educazione delle Rockstar. Dopo aver avuto unanimi e entusiastici riscontri di critica, dopo esser stato definito da Giordano Sangiorgi del MEI una delle uscite migliori dell’anno, Borghese trascloca sul palco il suo carico di ironia e dissacrante Elettrorock per quello che lui stesso definisce “cantautorato post-ideologico”. Il tour prosegue per Pescara al Lalla, a Roma al Contestaccio per poi via via girare tutta l’Italia con un’esibizione live infuocata e, ci potete giurare, inconsueta.

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RADIO INDIE MUSIC LIKE: ultima puntata con MASSIMO PRIVIERO

Written by Senza categoria

Ultima puntata della stagione con RADIO INDIE MUSIC LIKE.
Ospite Live negli studi della Protosound il grande Massimo Priviero.
Assegnato a Protosound Premio Mei Web domenica 29 settembre a Faenza
Ad ottobre grandi novità e trasformazioni

Dopo quattro anni, oltre 100 puntate e altrettanti ospiti del panorama discografico italiano, dagli emergenti ai grandi personaggi che hanno segnato grandi momenti della storia musicale del nostro paese, il noto format della classifica Indie Music Like redatta dal M.E.I. di Giornado Sangiorgi cambia nome e contenuti e si trasforma per una nuova grande avventura.
Puntuale ogni venerdì, dagli studi della Protosound, RADIO INDIE MUSIC LIKE ha raggiunto migliaia di persone grazie soprattutto al circuito radiofonico di oltre 100 emittenti che hanno sposato il progetto nato dall’idea di Paolo Tocco e Giulio Berghella.
Centinaia di radio, da piccole emittenti web a medie e grandi realtà in Fm, un circuito in continua espansione che ha regalato alla trasmissione oltre 500 passaggi settimanali su tutto il territorio nazionale.

Radio Indie Music Like in questa edizione ha incontrato:
Luca Mancino, Pino Marino, Francesco Manfredi, Borghese, Tequila Funk Experience, Lunapente, Igor Nogarotto, Dr. U, Michele Maraglino, Massimiliano Larocca, Umberto Maria Giardini, Pierpaolo Capovilla, Ilaria Porceddu, Daniele Celona, Rosybyndy, Daniele Ronda, Gennaro La Rosa e il progetto Musica Contro le Mafie, Giorgio Faletti, Meg, Ugo Mazzei, Luca Loizzi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Shel Shapiro, Big Fish, Capone & Bungt Bagt, Mario Venuti, I Blastema, Andrea Mirò, Lo Stato Sociale, I Virginiana Miller, La Differenza, I Guignol, Zibba, Rekkiabilly e i RIO.

Ultima puntata e ultima stagione per Radio Indie Music Like con un ospite live in studio davvero d’eccezione: MASSIMO PRIVIERO che ci regalerà qualche indiscrezione sul nuovo disco in uscita il prossimo autunno.

Domenica 29 settembre Protosound riceverà il Premio Mei Web per il suo impegno nella diffusione nei circuiti indipendenti ed emergenti delle web radio. Sarà l’occasione per presentare il nuovo palinsesto con tutte le radio partner e i media partner a Faenza al Mei 2.0 di fine settembre, che si terra’ dal 27 al 29 settembre.

Radio Indie Music Like non chiude ma si TRASFORMA.
Forte dell’unanime consenso da parte della critica, forte dello sviluppo del circuito radiofonico che ha deciso di programmare il format stabilmente nel loro palinsesto, ad Ottobre arriva “TUTTI I TOPI VOGLIONO BALLARE”. Un appuntamento quindicinale, un’ora da passare assieme, ospiti live in studio, tanta musica e i singoli estratti dalle rubriche del network curato dalla Protosound in collaborazione con Okmusik.com – Lospettacolo.it – Raropiù Magazine – Amolamusica.it – Radio Piterpan

Venerdì 28 GIUGNO
ultima grande puntata di RADIO INDIE MUSIC LIKE
ospite in studio MASSIMO PRIVIERO.

Info e contatti
PROTOSOUND POLYPROJECT
mail. ufficiostampa@protosound.it

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Borghese – L’Educazione delle Rockstar

Written by Recensioni

Parlare di borghesia nel 2013 potrebbe apparire anacronistico, soprattutto in un contesto come quello attuale in cui concetti come mezzi di produzione, ceto e società hanno assunto connotati diversi e difformi da quelli scaturiti dalle ideologie pre o post industriali, eppure un giovanotto abruzzese, un cantautore al suo esordio, decide letteralmente di indossare questa metafora moderna e chiamarsi Borghese e di presentarsi al pubblico con un album dal titolo non poco ossimorico L’Educazione Delle Rockstar. Viene da chiedersi, da quando una rockstar è educata o è sottoposta a un processo educativo?

Anzi per consuetudine la figura della mala educazione e della quinta essenza della sregolatezza è proprio la rockstar. Niente sorprese e occhi sgranati questa è solo una della molteplici provocazioni messe in atto da Borghese. Il disco e le undici tracce che lo compongono ne sono pieni, in pratica una costante provocazione fatta di rovesciamenti e parossismi, che trova probabilmente il culmine nella rilettura in chiave post-moderna, forse troppo, di “Bella Ciao”. L’inno di molte generazioni viene privato del suo valore ideologico per diventare una beffa critica alla politica. Anche l’aspetto vuole la sua parte e Borghese non intende smentire la propria linea scegliendo di mostrare il suo volto attraverso i buchi di un passamontagna e accompagnarsi con una pistola giocattolo e una 24 ore. Vestire i panni dell’antieroe nel mondo dei supereroi, e rappresentare visivamente valori che richiamano un mondo violento potrebbe essere una scelta non del tutto condivisibile e comprensibile, ma per fortuna aldilà della palese volontà di essere plateali e fare rumore si trova un disco ben fatto, ricco di testi ironici a tratti dissacranti conditi da un buon Elettrorock.

Ci sono brani che al primo ascolto richiamano melodie familiari come “Annie”, che nonostante un intro abbondante colpisce. Le tematiche snocciolate sono molteplici e l’amore e la figura della donna spesso rappresentano la chiave di lettura, come in “L’Odore”. Un amore violento, ricco di forti emozioni raccontato attraverso la dolcezza dei suoni. Questa è forse la sorpresa più bella del disco: tutta l’irruenza e la cattiveria visiva si sciolgono in sonorità morbide, non prive di ritmo, a volte sussurrate. La mano da cantautore non manca e lo spessore dei testi è evidente in “Cosa Hai da Guardare”, spaccato di una gioventù allo sbando, e ”Luoghi in Comune”, dove i più banali luoghi comuni verbali diventano l’espediente narrativo di denuncia. Conclude questo album  d’esordio “Preghiera di un Uomo Per Bene”, una dedica alla vicenda di Tortora che riconferma e racchiude il senso di critica e dissenso di tutto il progetto . Che dire la musica riesce ad arrivare e sorprendere anche senza identità smascherate, e senza doverla necessariamente  condire di manifesti  e ideologie. Non dite a Borghese che il suo disco piace anche se il muro di Berlino è caduto nel 1989.

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