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Streetambula 30/08/2014

Written by Live Report

Necessaria premessa. Streetambula per me e per tutti noi di Rockambula non è un evento come gli altri perché se non si può definire esattamente la festa della nostra webzine è palese già dal nome che proprio noi siamo parte importante di tutto l’apparato organizzativo avendo oltretutto realizzato le preselezioni che hanno coinvolto oltre trenta band da tutta Italia. Sarò di parte, dunque, ma lo sarò nella maniera più professionale possibile.

Streetambula, tra le tante altre cose, è un contest/festival che si svolge l’ultimo sabato di agosto ormai da due anni in una piccola cittadina piazzata al centro della Valle Peligna, territorio ameno nel cuore dell’Abruzzo. Il palco, come da tradizione, è montato in una delle piazze principali di Pratola Peligna (AQ) e non c’è nessun biglietto d’ingresso da pagare per vedere ben otto band emergenti più un artista di punta che quest’anno è stato Miro Sassolini (Diaframma, S.m.s.). Ovviamente, sono sul selciato che nelle ore seguenti sarà calcato dalla grande folla molte ore prima l’inizio ufficiale dell’evento. C’è fermento per un’edizione che si preannuncia spettacolare per la qualità delle band e per l’ospite d’onore e comincia ad avanzare il timore che la pioggia possa rovinare tutto. Alle diciassette e trenta il presentatore d’eccezione (Angelo Violante, meglio noto come Borghese) dovrebbe salire sul palco e iniziare a introdurre la serata ma ecco arrivare la paventata pioggia, non quella leggera prevista da qualche sito web il giorno prima, ma un temporale di quelli che non ne vedevo da mesi e la paura che si possa annullare una serata organizzata tra mille difficoltà da un anno intero comincia a diventare una convinzione.

Tuttavia, sarà per le preghiere di qualcuno, le imprecazioni di altri verso il cielo, sarà per l’ottimismo di Miro Sassolini, intorno alle 19:00 il cielo si apre, si scorge un arcobaleno, lo staff tecnico toglie i teloni, sistema il palco e decide che si potrà partire, con ritardo, con qualche taglio, ma si potrà fare il concerto, come previsto. Borghese sale sul palco e con lui Piero Vittoria, giornalista musicale freelance che presenta il suo libro Viaggio di un Freelance tra Parole e Musica che raccoglie le migliori e le più interessanti interviste fatte ad artisti del calibro di Mango, Gino Paoli, Caparezza, Boosta e tantissimi altri. Oltre a lui, altri ospiti saliranno sul palco, dal sindaco del paese, Antonio De Crescentis, che si mostrerà attentissimo alle dinamiche riguardanti la musica live sempre più protagonista nella vallata, fino al factotum dei Two Fates, Giuliano Torelli, dalla voce dei Sixty Drops, i quali regaleranno anche un poderoso dj set, al giornalista Andrea Di Nisio. Quindi si parte con il contest vero e proprio, mi siedo nella postazione dedicata ai giurati insieme a Sassolini e a tutti gli altri e si comincia con la band Laika Vendetta. Una vera e propria bomba; i ragazzi di Alba Adriatica non mi erano per niente nuovi, pur trattandosi di un progetto non più vecchio di tre anni, eppure c’è una differenza sostanziale tra l’ascoltare la loro musica in cuffia, apprezzandone stile, tecnica e tematiche e ritrovarsi invece investiti dalla potenza che si sprigiona dal cuore del loro Alt Rock, a partire dalla voce del carismatico leader Emidio De Bernardinis; oltretutto proprio lui arriverà secondo nella speciale classifica dedicata alle migliori voci della serata, ricevendo apprezzamenti senza fine da uno che della voce ha fatto il suo credo, proprio l’ex Diaframma, il quale riconoscerà a De Bernardinis la capacità di toccare dinamiche vocali non semplici senza mai scomporsi.

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Dopo i Laika Vendetta, è dura per gli altri salire sul palco ma, per buona sorte di tutti, tocca ai Malamadre, freschi vincitori del Pescara Rock Contest e tra i favoriti preminenti per gran parte degli addetti ai lavori. Quello che ci si aspetta è uno spettacolo indimenticabile, almeno a quanto detto da chi li ha visti di recente. Io, che non sono tra questi, muoio dalla curiosità di ascoltarli e vederli e magari colmare qualche dubbio sortomi nell’ascolto casalingo delle tracce. I Malamadre sono una di quelle band che le cose le fa per bene, si vede dal loro progetto che si mescola al fumetto e si vede da come sanno stare sul palco eppure stasera non è la loro serata migliore, come mi confermerà anche lo stesso Giuliano Torelli, uno dei primi sponsor della band abruzzese. Tuttavia, non tutto scivolerà via senza troppo clamore, perché la voce di Nicholas Di Valerio è di quelle che quando le ascolti poi non le dimentichi presto e, alla fine, sarà proprio lui a vincere il premio Musicalmente alla migliore performance vocale della serata.

Dall’Abruzzo, si vola a Bologna. Salgono sul palco i Minimal Joy, quelli che, almeno sulla carta, avrebbero tutte le carte in regole per essere i favoriti del nostro presidente di giuria. A livello compositivo, il quintetto che miscela Darkwave e Post Punk con Pop e Rock, mette sul palco i brani più interessanti della serata e, sarà lo stesso Miro Sassolini a dirmi che proprio loro, a suo avviso, sono i migliori ma non quelli che hanno suonato meglio. Cogliamo, infatti, qualche imperfezione di troppo e alcuni fattori sembrano spostare in basso l’asticella. I Minimal Joy fanno quello che solo band dal futuro roseo possono fare, spaccano sia il pubblico sia la giuria, qualcuno apprezza e tanto, qualcuno critica e tanto e alla fine saranno comunque la band col più alto voto del pubblico. Dopo tanto Rock, arriva on stage come una benedizione Lilia, da sola col suo portatile, la sua voce, tanti effetti, programming e una musica celestiale eppure capace di trascinare ritmicamente il pubblico, incantando e facendo innamorare i presenti. L’Elettronica che si sposa con la melodia del Pop è portata, da Lilia, a livelli eccelsi e, se qualcuno non apprezzerà le atmosfere forse troppo tenui e delicate per una piazza, gran parte degli astanti si perderà in una marea di complimenti, alcuni augurandosi di poter vedere l’eccezionale artista accompagnata da qualcuno che possa pensare solo a drum machine e programming lasciando a lei il solo compito di ammaliare con le corde vocali. Arriverà seconda, nella classifica finale ma a lei andrà il premio speciale Wallace Multimedia per la migliore presenza scenica e per una ragazza che sale da sola su un grande palco ed è costretta a stare piantata di fronte ad uno schermo è un riconoscimento alla sua capacità di riempirlo comunque quel palco, con tutto quello che la sua voce e la sua musica riescono a suscitare.

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Siamo a metà contest quando sale sul palco Gabriele Squartecchia, persona squisita e sorpresa assoluta della fase di preselezione poiché il progetto ha solo pochi mesi di vita, con la sua band, Novembre. Sarà il gruppo più controverso, quello di cui sentirò lodi e critiche più estreme. Piace tanto la parte strumentale, le melodie, i brani e piace la presa di posizione del palco, con lui, la sua giacca Ministri-style e la sua tastiera piazzati al centro come capitani d’una nave e gli altri a sudare ai lati e alle sue spalle. Sarà, invece, proprio la voce di Gabriele, il punto più spinoso della sua valutazione. Uno stile certamente non molto consueto, così tendente ad alte intonazioni, ma una timbrica impalpabile e qualche stonatura che, con una voce siffatta non possono passare in secondo piano.

Dopo Novembre, salgono sul palco, da Salerno, I Fiori di Cadillac. Ovviamente, anche loro mia vecchia conoscenza, eppure mai mi avevano completamente rapito e invece stasera mi fanno letteralmente sobbalzare dalla panca. Splendide le canzoni nonostante il loro non fosse che un non troppo originale Alt Rock dai chiari echi radioheadiani, eccelsi in fase esecutiva e tecnica e ottimo anche il modo di stare sul palco. Per me, da giurato, i vincitori sarebbero loro ma alla fine arriveranno terzi, battuti da musicisti (bravi allo stesso modo) solo per pochissimi voti.

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Siamo alle battute finali e quello che mancava alla serata è un po’ di sano Punk Rock, che nel caso dei Deathwood, è Horror Punk in stile Misfits. Per me sarà il momento di reggermi forte visto che, da quanto ricordo, quei tre mostri piazzati in linea davanti alla batteria, come un plotone di esecuzione senza pietà, mi scaricheranno addosso tante di quelle note come proiettili che sarà dura stare in piedi. E invece niente di tutto questo accade, il suono è buono ma debole, almeno rispetto alle aspettative e la voce di Pasquale Turco stasera è tutto fuorché in forma da competizione. Qualcuno non apprezzerà neanche lo stile dei quattro ma, lo sappiamo, il Punk è difficile da far digerire a tutti.

Siamo alla fine, tocca a Dott. Quentin & Friends, una delle formazioni più attese del lotto e padroni di casa; ma prima accade l’impensabile. Borghese e Sassolini sono sul palco, per una breve intervista, mentre si stanno ultimando i preparativi per quella che sarà l’ultima esibizione della serata, almeno per quanto riguarda il contest. Sassolini sta parlando, alcuni fan del Dott. Quentin lo invocano disturbando la voce degli S.m.s. ed ex Diaframma che si risente, attaccando con eccessiva voga i disturbatori. A questo punto interviene il corista di Dott. Quentin & Friends che spinge Miro Sassolini a velocizzare il suo intervento in quanto il pubblico stava aspettando la musica e non le sue parole e nasce un antipatico battibecco che qui nomino tale ma che in realtà è una rissa sfiorata. Non interviene l’organizzazione, ritenendo ancor più inopportuna una loro presa di posizione immediata, preferendo confidare nel buon senso. L’esibizione di Dott. Quentin & Friends è pregevole, come sempre, ma ormai l’attenzione è tutta rivolta ad altro. Dott. Quentin, vera vittima di quanto accaduto, deve subire l’astio di chi non ha apprezzato le parole dette sul palco da un membro della sua band e finisce per essere valutato in malo modo da quasi tutti i giudici. Il suo diventa un ultimo posto che mi sento di assegnare non tanto al dottore quanto all’episodio in se, momento di bassissimo livello che mai avrei voluto vedere. Finita l’esibizione delle band in gara, Miro Sassolini sale sul palco per qualche breve pezzo sperimentale, insieme al suo collega mago dei suoni Daniele Vergni. Performance intensa e irriverente, fortemente condizionata dallo stato d’animo particolarmente nervoso dei protagonisti, eppure di quelle che si lasciano ricordare. Poi si torna sul palco per la premiazione finale. Premio miglior voce al cantante dei Malamadre, come già detto; premio per la miglior presenza scenica a Lilia e quindi la classifica vera e propria del contest. Ultimo, ma personalmente tutt’altro che ultimo, Dott. Quentin & Friends. A seguire i Deathwood, palesemente condizionati dall’impossibilità di fare un soundcheck completo. Poi Novembre, forse la band che più ha creato divario tra pro e contro. Ai piedi del podio i Malamadre e i Minimal Joy mentre sul gradino più basso si piazzano i Fiori di Cadillac. Tra Lilia e i Laika Vendetta la spunteranno proprio questi ultimi e, tra i diversi commenti ascoltati sia dentro la giuria che tra la gente, è una di quelle vittorie sulle quali nessuno ha avuto da ridire. Alla fine una grande serata, nonostante la pioggia, nonostante qualche battibecco e incomprensione. Otto band eccelse, un presidente di giuria che ha dato lustro all’evento e, quasi dimenticavo, tante etichette, case editrici, associazioni, webzine e artisti. Comincia il conto alla rovescia per la terza edizione. Che succederà stavolta?

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Artefacendo Rock Festival: la musica dal vivo, la musica che vive! (con intervista ad Erica Mou)

Written by Articoli

Sabato 22 Giugno 2013 @ San Giovanni Rotondo

Da queste parti, si sa, il Rock’n’Roll è roba per pochi; per questo  nessuno si è preoccupato più di tanto se la piazza non era gremita di gente. All’Artefacendo Rock Festival, chi ci doveva essere, c’era. Il contest, rivolto ai musicisti emergenti, organizzato e ideato dai Laboratori Urbani Artefacendo di San Giovanni Rotondo, è arrivato alla sua III edizione e ancora una volta ha dato la possibilità ai partecipanti di  poter vincere una borsa di studio a seguito di un’esibizione live.

A esibirsi sul palco, con un pezzo inedito ed una cover, sette band del territorio garganico e non. Ad accendere la musica ci hanno pensato  gli  Stereofab di Manfredonia, seguiti a ruota dai Red Dust di San Giovanni Rotondo, i Paper Walls di Mafredonia, i Blastorm di Manfredonia, i Johnny Freak di Cassino, i Figli di Bacco di San Giovanni Rotondo ed infine gli Psilocibe di Troia. Dopo le varie esibizioni è stato bello poter constatare che la maggior parte dei gruppi era ad un livello abbastanza buono per tecnica, capacità compositive, presenza scenica e comunicazione al pubblico, tanto che per l’assegnazione del premio è stato necessario valutare un’ulteriore esibizione dei due gruppi più votati dalla giuria.

Ed è così che Psilocibe e Red Dust sono scesi nuovamente in campo per contendersi la vittoria assegnata, infine, ai Red Dust.  Giovanissimi,  hanno sicuramente ancora molto da imparare, ma di certo non necessitano di lezioni di grinta e coraggio; il loro pezzo inedito e la loro cover di  “Time” dei Pink Floyd sono arrivati dritti sul pubblico come una valanga, sommergendolo di emozioni. Il premio della critica Rockambula è stato assegnato invece ai Jhonny Freak che, nonostante qualche problema tecnico con le chitarre, sono riusciti ad incantare il pubblico sia con il loro pezzo inedito (rigorosamente in italiano), sia con la stupenda interpretazione de “La Donna Cannone” di De Gregori.

Guest Star della serata: Erica Mou, che ha presentato il suo ultimo disco Contro le Onde, uscito lo scorso 28 maggio, eseguendo i brani “Mettiti la Maschera” e “Mentre mi Baci (Scena Madre)”, insieme a “Nella vasca da Bagno Del Tempo” (brano che l’ha portata a vincere il Premio della Critica Mia Martini a Sanremo 2012 nella categoria Sanremosocial) e “Oltre”, pezzo scritto alla sola età di 16 anni, suonato in occasione di diversi contest a cui la cantautrice ha partecipato, e con il quale ha augurato il suo personalissimo in bocca al lupo a tutti i musicisti presenti. Alle volte si dimentica che anche un artista ormai conosciuto al pubblico e con una carriera ben avviata ha dovuto fare anni ed anni di gavetta e cominciare da zero, proprio come tutti i grandi hanno fatto.

Chitarre in spalla, furgoni stracolmi di strumenti, chilometri su chilometri da percorrere, il tutto per giocarsi un’altra possibilità, per creare una nuova connessione col pubblico, per trasmettere a tanti l’emozione di uno, per generare un suono, per tirar fuori la voce, per improvvisare un assolo, per catturare anche per un attimo l’attenzione e generare all’interno di chi ascolta un piccolo grande wow! E’ così che forse succede quando la musica centra il bersaglio, e nessun ascolto “digitale” potrà mai generare questo tipo di emozioni ed improvvisazioni che può provocare solo un evento live. Per  un musicista emergente tale tipo di esibizioni è indispensabile, come lo è per il pubblico che ascolta, che ha la possibilità di apprezzare a 360° le doti di un artista dimenticando per una volta quel maledetto filtro con la realtà che è lo schermo, di un  pc, di un televisore o di qualsiasi altra diavoleria elettronica.

Iniziative come quella dell’Artefacendo Rock Festival, ed in genere di tutti i contest musicali di musica dal vivo, dovrebbero essere preservate e moltiplicate. Ognuno di noi dovrebbe dire grazie a chi, tra mille e più difficoltà, si impegna a diffondere e preservare quel bene raro che è la musica live, emergente e non, il più delle volte senza un preciso ritorno economico ma semplicemente in nome della propria passione per la musica, in nome del Rock’n’Roll.

Artefacendo Rock Festival, quattro chiacchiere con Erica Mou, sogni e progetti sparsi qua e là, sorrisi ovunque, qualche domanda sul suo presente e sul suo passato, una serie di belle risposte.  

Grazie, Mou!

Ciao Erica, in questo periodo sei impegnata con la promozione del tuo ultimo album “Contro le Onde” uscito lo scorso 28 maggio. Cosa sono per te le onde contro le quali bisogna andare? Cosa rappresentano?
Le onde sono prima di tutto quelle fisiche, quelle del mare. In tutto il disco parlo tantissimo dell’acqua e del mare visto sia come compagno di viaggio che come ostacolo da superare, come elemento rassicurante ma anche come pericolo.
Però le onde contro cui sono voluta andare in questo album sono anche più in generale le avversità della vita, tutto ciò che ti impedisce di viaggiare ma soprattutto tutti gli ostacoli che ci costruiamo da soli, che sono nella nostra testa.
Contro le onde è per me un inno a liberarsi, a rischiare.

Quali sono le maggiori novità di questo disco? (Ho letto di una collaborazione con Boosta dei Subsonica).
Sicuramente la produzione artistica di Boosta è una grande novità! Con Davide abbiamo davvero lavorato a quattro mani su queste canzoni, ne abbiamo anche scritte un paio insieme (“Il ritmo” e “Non dormo mai”) e anche scrivere con un altro artista rappresenta per me una novità. Le sonorità sono un po’ più elettroniche, senza rinunciare però ad un approccio molto suonato, molto “live”. Inoltre è la prima volta che do dichiaratamente un senso comune ad un album, c’è un unico concept che si sviluppa attraverso le canzoni.
E poi grazie a Davide sono riuscita a tirar fuori la parte più ironica di me senza perdere quella intimista, sono riuscita a scrivere e cantare con una libertà che finora non avevo mai avuto in uno studio di registrazione.

Oggi siamo ad un Rock Festival dedicato allamusica emergente, torniamo al tuo di esordio. Ne hai ripercorso le tappe sul palco del Roxy Bar di Red Ronnie il 15 giugno (il racconto, tra l’altro, è stato davvero bello ed emozionante). Hai definito la tua partecipazione al contest che ha “scatenato una serie di cose stupende”, “una serie di fortuite e fortunatissime coincidenze”. Credi davvero sia solo questo? Dicci la verità, quanta energia e quanto impegno ci hai messo per arrivare fin qui?
Io mi impegno da quando avevo cinque anni, dalla mia prima lezione di canto. La musica è un percorso infinito di studi, di ascolti, di incontri, di pensieri. Le coincidenze sono quegli avvenimenti magici che ti portano in un luogo al momento giusto, per me è stato davvero un caso iscrivermi a quel contest. Ma poi ovviamente… la performance sul palco non si fa con la fortuna, ma col portare il pubblico per un attimo a guardare dall’interno il punto in cui ti trovi in quel percorso infinito, tecnicamente ed emotivamente.

Il Rock Festival di oggi è organizzato dai Laboratori Urbani Artefacendo di San Giovanni Rotondo, uno dei 151 laboratori urbani la cui nascita è stata finanziata dalla Regione Puglia all’interno del programma Bollenti Spiriti, il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili. Quanto hanno influito le politiche della Regione Puglia rivolte alla musica per il tuo esordio e per la tua carriera di musicista?
Per me sono state fondamentali sia a livello promozionale (per esempio un mio brano era inserito in una compilation allegata al mensile XL) che economico (grazie ai bandi di Puglia Sounds abbiamo avuto un sostegno per la Prima del mio precedente tour e per la realizzazione del mio ultimo videoclip “Mettiti la maschera”). Inoltre essere pugliese mi ha agevolato nel suonare all’estero ma, più di ogni altra cosa, grazie alle istituzioni della nostra regione ti senti parte di un sistema, senti di produrre qualcosa di concreto, qualcosa che fa parte nel suo piccolo di una economia. Ed oltre ad essere un musicista diventi anche una persona che fa il musicista.

Quale consiglio daresti oggi ad un artista, ad una band emergente?
Consiglierei di suonare ovunque, sempre, tanto. Di essere in movimento, di divertirsi, di studiare e di ascoltare. Alla fine dell’Artefacendo Rock Festival una giovanissima band mi si è avvicinata e mi ha detto: “noi ci siamo formati da pochissimo, come si fa ad avere un contatto con una casa discografica?”. Ecco, consiglierei soprattutto di ragionare sui propri obiettivi, di essere autocritici e non farsi mai domande come questa.

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Pronto il Rock 4 Ail

Written by Senza categoria

La tre giorni di concerti in favore dell’ A.I.L, Associazione Italiana Lotta Contro le Leucemie-Linfomi, organizzata dai giovani di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, si terrà il 7-8-9 giugno prossimi. La line-up, interessantissima, prevede, tra gli altri, Nobraino, Boosta dei Subsonica, Iori’s Eyes e The Former Life.
Il programma completo,  i dettagli per raggiungere la location e la presentazione dell’iniziativa benefica, sono disponibili su Facebook.

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