beatrice ciuca Tag Archive

Umberto Maria Giardini @ Monk Club, Roma | 18.05.2017

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Sembrano lontanissimi i tempi di Moltheni, l’hipster ante litteram, quando ancora il fenomeno non era nemmeno circoscrivibile con un nome. Sono ormai sette anni che Umberto Maria Giardini si presenta al suo pubblico con il vero nome, un pubblico di tutto rispetto.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Almamegretta @ Monk Club, Roma | 16.05.2017

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Tappa romana per gli Almamegretta che presentano al Monk l’ultima fatica EnnEnne Dub.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Peter Hook & The Light @ Quirinetta, Roma | 07.03.2017

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Non nascondo il pregiudizio che mi accompagnava riguardo questo nuovo progetto di Peter Hook. Mi figuravo il solito vecchietto nostalgico dei tempi andati che rimetteva in piedi il baraccone per tirare a campare. Invece Hook è un reale ex addicted. Ex Joy Division, ex New Order e sul palco con lui i membri ex Monaco e il figlio avuto dalla ex moglie.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Giulia Ananìa @ Monk Club, Roma |24.03.2017

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Quando si dice Roma, la prima cosa che viene in mente è il Colosseo.
Ma Roma è anche altro, anzi Roma è soprattutto altro.

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Ex-Otago @ Qube, Roma | 16.03.2017

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Un’attesa quasi snervante per gli Ex-Otago. Concerto annunciato per le 22, slittato alle 23, comunicazione on-line orario di inizio ufficiale: 23 e 30 e biglietto a prezzo ridotto. Evidentemente i gestori pretendono il sold out, ma per essere una data infrasettimanale – e in un locale grande come il Qube – il risultato c’è.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Spartiti + Cleo T. + Dengue Dengue Dengue @ Manifesto Fest – Monk Club, Roma | 11.03.2017

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Per chi non lo sapesse ancora, Spartiti è il progetto che coinvolge Max Collini degli Offlaga Disco Pax e Jukka Reverberi de I Giardini di Mirò, entrambi già rodati in coppia con le “Letture emiliane”.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Gazzelle @ Monk Club, Roma | 03.03.2017

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Lo ammetto. Sono andata al concerto di Gazzelle senza aver nemmeno mai visto una sua foto. Partivo dal presupposto che era uno degli svarioni sfigatelli italiani che tanto mi piacciono. Immaginavo una sala quasi deserta, il solito tizio seduto sullo sgabello con la chitarrina in mano che fissa il vuoto o che sta sempre a occhi bassi perché si vergogna del pubblico.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Toy + Federico Fiumani @ Rome Psych Fest – Monk Club, Roma | 24.02.2017

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Secondo appuntamento per il Rome Psych Fest in quel del Monk Club.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Piers Faccini @ San Belushi, Roma | 23.02.2017

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C’avete presente quei mega concerti assurdi che l’Olimpico non basta, che fai una fila spropositata da almeno sette ore prima, che il frontman si dimena in preda alle convulsioni da sostanze psicotrope mentre il palco si infiamma con un gioco di luci da far invidia alla stazione spaziale della Nasa? Ecco, niente di tutto questo.

(foto di Beatrice Ciuca)

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Trentemøller @ Spazio Novecento, Roma | 14.02.2017

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Trentemøller torna nella Capitale con il suo “Fixion Tour”. Ad accoglierlo il pubblico delle grandi occasioni della musica elettronica: Sasu Ripatti detto anche Vladislav Delay ma anche Luomo e anche Uusitalo ancora Conoco così come Sistol finanche Bright People, per brevità un dj finlandese.
(foto di Beatrice Ciuca)

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Marlene Kuntz – Onorate il Vile Tour @ Bliss, L’Aquila 02/02/2017 [LIVE & PHOTO REPORT]

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Siamo al quarto appuntamento post sismico con i Marlene Kuntz, già presenti a L’Aquila nel 2011 per la Festa Democratica della Cultura, nel 2012 accompagnati dagli Afterhours in Piazza Duomo e nel 2014 nello stesso locale che li ha ospitati anche in questa occasione ma che all’epoca si chiamava Set. Ora, io sono spudoratamente di parte ma gli artisti che sono passati per “terremotopoli” li stimo un po’ di più. Va da sé pertanto che il mio affetto per Cristiano Godano e soci vada di pari passo con lo sballottamento di ormoni che mi provoca il suddetto, sebbene cominci ad avvicinarsi vertiginosamente all’età in cui gli uomini smetti di guardarli da quel punto di vista. Evidentemente non tutti la pensano allo stesso modo, pertanto la sala rimane piena a metà, colpevole anche la scelta di far cominciare un concerto alle 23 inoltrate di un giorno infrasettimanale. Aggiungiamo anche che sulla falsa riga dei Diaframma e del loro Siberia Reloaded Tour, anche i Marlene portano in viaggio Il Vile, secondo album della band datato 1996, pertanto, calcoli alla mano, quelli che oggi hanno 20 anni all’epoca non erano nemmeno nati, quelli sui 40 a quest’ora stanno a casa in pantofole a guardare qualche fiction di Rai Uno e pure le fashion blogger, una volta capito che non ci sarà “La Canzone che Scrivo per Te”, hanno boicottato l’evento per mancanza di hashtag da usare su Instagram.

Peggio per loro, perchè ai presenti viene offerto uno spettacolo ottimo. L’album è eseguito in toto, e magistralmente, e Godano a metà concerto è costretto a rubare una maglietta dal merch perché suda come una partoriente e si dimena nei ballettini usuali e nei movimenti con le mani che non capisci mai fino a che punto sia la versione maschile di Anna Oxa o di Dalida o quella femminile di Modugno. Su “Ape Regina” ho visto donne rimanere incinte per opera dello Spirito Godano. Nel complesso, una serata sentita e riuscita, e la menzione d’onore va ai ragazzi del Kimera Rock, già protagonisti della scorsa estate abruzzese con l’organizzazione dei concerti di L.A. Guns, Afterhours, The Darkness e Guè Pequeno. In chiusura, come se non si fosse già speso a sufficienza, Cristiano resta anche per il dj set de Le Indiesponenti, duo d’impronta rock genuinamente aquilano, che alla console alterna con scioltezza i brani dei Pulp a quelli di Fedez. Per dovere di cronaca dovrei citare anche i Luci Rosse Senza Porno, che hanno aperto le danze ma la serata era stata organizzata così bene che prevedeva la convenzione con un locale del centro, il Rockers, dove io più che Il Vile ho onorato Il Vino, quindi per giustificare il mancato commento a riguardo potrei tirare in ballo le antiche ostilità che vogliono aquilani e marsicani nemici atavici, ma in verità il problema è che non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare.

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Erica Mou @ Museo delle Genti d’Abruzzo, Pescara 01/12/2016 [LIVE & PHOTO REPORT]

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Con la consueta invidia aquilana mascherata da spocchia, mi dirigo di forza in terra pescarese per il MagFest – Festival di donne nel teatro contemporaneo. Il menù per la giornata del primo dicembre prevede una combo musicale distante per intenti, provenienze e finalità ma con le medesime cura e ricercatezza. Da un lato Doriana Legge, cantautrice e compositrice aquilana, che porta sul palco la sua sonorizzazione elettronica dell’unico film in cui vediamo Eleonora Duse, nota in questi lidi più per le sue frequentazioni che per il suo innato talento. Dall’altro lato Erica Mou, al secolo Erica Musci, pugliese trapiantata a Roma che per l’occasione raccoglie in uno spazio buio, intimo e quasi confidenziale la sua personalità e la sua chitarra.

La performance di Doriana avviene in un auditorium, il Petruzzi, tanto brutto quanto acusticamente impeccabile e ad accoglierla trova un pubblico discreto ma attento che non si risparmia dal fare domande che coinvolgono la Doriana Legge compositrice come la Doriana Legge docente di teatro.

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La location della Mou è assai accattivante, una sorta di antro volutamente lasciato buio, due palloncini, una chitarra e lei. Poco più di una ragazza solo sulla carta d’identità. La profondità dei suoi testi ben si bilancia con l’ironia frizzante ma mai sopra le righe della sua persona. L’esecuzione è perfetta, suoni talmente puliti da sembrare quasi semplici eppure mai banali tanto da chiedersi come mai non sia ancora riuscita ad ottenere la notorietà che vantano alcune illustri colleghe. In controtendenza Erica si mostra timida mentre si esibisce e incredibilmente socievole nello sciorinare piccoli racconti e aneddoti sul suo ragazzo, sulla nonna o sul cambio di vita geografica e musicale. Un live ‘sottovoce’ ma mai noioso che regala ai presenti un’esecuzione de “L’Edera” di Nilla Pizzi che avrebbe emozionato anche lei e al contempo delle piccole sperimentazioni acustiche con un bicchiere colmo d’acqua e un cucchiaino.
Il nome dell’evento, che è lo stesso della sua ultima fatica musicale, a posteriori, sembra quasi un invito deciso. Tienimi il posto.

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