Ash Code Tag Archive

Starcontrol – A Cruel Day [FREE DOWNLOAD]

Written by Anteprime

Il nuovo singolo degli Starcontrol è in free download esclusivo su Rockambula! “A Cruel Day” è il secondo brano ad anticipare Fragments, l’album in uscita a febbraio per Swiss Dark Nights.

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Ash Code 08/05/2015

Written by Live Report

Quella dell’otto maggio è stata una serata davvero memorabile. Ancora una volta ho avuto la conferma che basta guardarsi bene intorno per riuscire ad assistere ad uno show degno di nota. Gli Ash Code sono i protagonisti assoluti della serata e a fine concerto, l’ unica pecca che sono riuscito a notare  è il caldo infernale. Il connubio tra birra e musica degli Ash Code è perfetto e mi trasporta immediatamente  in un piccolo paradiso oscuro. Lo show comincia con leggero ritardo a causa di problemi relativi agli scarsi posteggi ma intorno a mezzanotte quando i tre ragazzi salgono finalmente sul palco del Cellar Theory, una meraviglia di locale che ha l’ulteriore pregio di servire dell’ ottima birra ad alta gradazione; un posto degno di tutti i rocker o i gothster della città. C’è un bel pubblico, il locale è pieno e tutti non vedono l’ ora di farsi trasportare dalle note degli Ash Code. Subito dopo l’ intro la band apre con “Self Destruction”, ideale per cominciare a scaldarsi. La seconda traccia è la mia preferita, quella che mi fa viaggiare e mi fa scuotere: “Waves with no Shorers”. Speravo la suonassero quasi alla fine, essendo la mia canzone preferita degli Ash Code; volevo conservarmela come boom finale ma  evidentemente i tre ragazzi non la pensavano come me. E’ il momento di “Empty Room”, un altro cavallo di battaglia del loro nuovo disco; con questa il pubblico comincia a scatenarsi e a ballare e molti la canticchiano.  Con “Unnecessary Song” gli Ash Code danno ancora una sana lezione di come si usano le oscure atmosfere. E’ il momento di “Drama” che ti riporta indietro nel tempo, rammentando i primi Ministry e qualcosa dei Sisters of Mercy. Con “I Can’t Escape Myself” i tre ragazzi omaggiano i The Sound con una cover riuscitissima e in questa veste ancora più oscura il pezzo rende benissimo. Si sentono le note della titletrack del loro nuovo disco, l’ adrenalina sale (insieme alla birra), il pubblico si muove sul posto, qualcuno improvvisa una danza personale, gli Ash Code hanno fatto di nuovo breccia. Si chiude lo show con la quiete “North of Bahnhof” e l’ immancabile e frenetica “Dry your Eyes”. Insomma non c’è da lamentarsi di questo evento degli Ash Code; sono stati bravi, hanno emozionato il pubblico ed hanno fatto passare una serata davvero piacevole. Credo che sia un gruppo da tener seriamente in considerazione; hanno voglia e passione e il loro genere lo conoscono bene.

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Ash Code

Written by Interviste

Le strade di Napoli vengono ricoperte da una fitta nebbia e mostrano le loro sfumature più cupe e nervose attraverso la seducente musica degli Ash Code. Qualche retroscena ed una chicca di tanto in tanto sono i principali elementi di questa intervista.

Ciao ragazzi e benvenuti su Rockambula. Direi di cominciare con il presentarvi al nostro pubblico.
Alessandro: Ciao a tutti, noi siamo gli Ash Code. Il progetto è nato a gennaio 2014 da una mia idea, volevo un nuovo progetto di musica elettronica, con forti radici nel sound degli anni 80 ma che proponesse un giusto mix tra vecchio e nuovo. Feci ascoltare alcuni demo che avevo composto a Claudia e lei mi diede dei consigli sulle linee di synth innanzitutto, ma anche sulla voce e sul testo. Mio fratello poi aggiunse dei riff di chitarra baritona fender VI, uno strumento che permette un suono ibrido, che si situa tra le frequenze alte del basso e quelle basse della chitarra. Così nacquero Dry Your Eyes e Unnecessary Songs. Caricammo i pezzi in rete e l’accoglienza fu da subito entusiasmante, decidemmo perciò di continuare.

Oblivion è il vostro nuovo album, ci dite come e dove si sono svolte le fasi di mixaggio e di registrazione?
Alessandro: tutte le canzoni nascono nel nostro piccolo home studio, dopo il boom iniziale con le 2 prime canzoni ci siamo chiusi dentro e abbiamo scritto di getto tutte le altre composizioni in maniera grezza, ci siamo poi trasferiti presso L’arte dei Rumori Studio per la ripresa delle voci e avvalendoci della produzione di Silvio Speranza.

Quali sono le fonti d ispirazione degli Ash Code?
Claudia: sicuramente i nostri punti di riferimento musicali, ma soprattutto i libri che leggiamo, i film che guardiamo e i posti che visitiamo. Le nostre composizioni sono basate sulle emozioni che le situazioni quotidiane ci trasmettono, noi tentiamo di trasformarle in musica.

Canzoni che mi hanno davvero incantato sono: “Waves With No Shore”, Empty Room”, la titletrack e “Dry Your Eyes”. La mia curiosità è questa: cosa pensavate nel momento in cui queste canzoni venivano scritte e composte musicalmente? Voglio dire, pensavate ad un paesaggio, ad un atmosfera o una situazione?
Claudia: ogni pezzo ha la sua storia. Waves With No Shores è stato scritto pensando al mare. Siamo molto legati al mare, ogni anno quando viene l’estate non vediamo l’ora di andarci, lo troviamo poetico e ci trasmette pace e tranquillità, lontano dallo stress quotidiano. Empty Room è stata scritta da Alessandro, aveva questi appunti da molto tempo, quando era ancora in giro con l’altra band, e durante un tour in cui io non c’ero mise giù questo pezzo. Per quanto riguarda le note le abbiamo scritte tutti e tre insieme un pomeriggio, all’inizio della primavera scorsa. Dry Your Eyes è stato un pezzo molto sofferto e ha avuto una lunga gestazione, il nucleo iniziale era completamente diverso, ci abbiamo lavorato tanto; facendone molte versioni, non eravamo nemmeno convintissimi del risultato finale, ma il pubblico ha deciso che era un grande pezzo, e alla fine ce ne siamo convinti anche noi. Oblivion è stata scritta ispirandoci alle Considerazioni Inattuali di Friederich Nietzsche, e al concetto di oblio che il filosofo illustra in queste pagine.

C’è qualche festival in cui vi piacerebbe partecipare? Perchè?
Adriano: Nella scena darkwave europea ci sono molti festival importanti; far parte della lineup significa avere una grande visibilità. Fortunatamente quest’anno faremo parte del Wave Gotik Treffen in Germania, Entremuralhas Festival in Portogallo, Return to the Batcave in Polonia e ci sono anche altri festival che non possiamo ancora annunciare per motivi contrattuali. Non abbiamo nessun contratto con booking agency in esclusiva e trovare gli inviti per questi festival nell’inbox è stato emozionante.

A cosa puntano gli Ash Code e come è stato accolto Oblivion dal pubblico e come dalla critica?
Alessandro: gli Ash Code puntano a fare buona musica e portarla in giro sperando che piaccia. Oblivion è stato accolto molto bene sia dal pubblico che dalla critica. Ai concerti le persone solitamente si divertono, o comunque restano molto soddisfatte e vengono sempre a complimentarsi con noi dopo il live. Anche le recensioni sono state ottime, da Post Punk.com, a Peek a boo, da Sonic Seducer a Rockit e Rockerilla, per citarne solo alcune. Un po’ in tutti i paesi siamo stati ben accolti e siamo molto contenti di questo, il gruppo esiste da poco e tutta questa attenzione non era una cosa scontata.

Siete a lavoro per qualche nuovo video?
Adriano: abbiamo varie idee, probabilmente ci sarà un ultimo videoclip estratto da Oblivion; ma non vi possiamo anticipare ancora niente.

Il disco è acquistato di più tramite internet oppure durante i vostri concerti?
Adriano: Attualmente direi che siamo 50 e 50, la prima release è quasi esaurita e stiamo lavorando ad una seconda con contenuti speciali da pubblicare a breve.

In base ai vostri show, c’è un pubblico napoletano che segue band del vostro genere?
Adriano: a Napoli c’è sempre stata una scena underground, soprattutto per quanto riguarda i cultori del genere Post Punk e Darkwave. Purtroppo negli anni le persone sono diminuite sempre di più, forse perché non c’è stato un ricambio generazionale, è rimasta in pratica solo la vecchia guardia, quando ci sono grandi concerti e riusciamo a riunirci tutti siamo circa un centinaio, non di più. Nonostante questo, la nostra città sta vivendo un momento molto produttivo dal punto di vista di fioritura di bands, oltre a noi ci sono i Geometric Vision, gli Hapax e i Dark Door a proporre questo genere in Italia e nel resto d’Europa.

Dove suonerete nei prossimi giorni?
Alessandro: Siamo prossimi alla partenza per la Germania, suoneremo a Colonia con le Winter Severity Index e Orchidee Noire e a Bielefeld con i Lebanon Hanover.

Bene ragazzi concludete come meglio vi pare…
Claudia: Ci piace concludere le interviste ringraziando tutti i nostri amici e sostenitori, tutte le persone che ci supportano, solo grazie a loro gli Ash Code esistono e continuano a fare musica.

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Ash Code – Oblivion

Written by Recensioni

Immaginate di camminare in una strada di periferia, una di quelle buie illuminata quel poco che basta da un paio di lampioni e dall’insegna neon di quell’unico bar presente, la meta perfetta per una notte in solitudine tra whiskey e sigarette. Una strada ai piedi di enormi grattacieli equiparabili solo a giganti di pietra, il tutto avvolto da una fitta nebbia. Questo è grossomodo lo scenario che si crea ascoltando Oblivion, il nuovo disco degli Ash Code. La band napoletana propone un sound che miscela il Dark con l’Elettronica; per essere chiari immaginate i Joy Division con un sound Elettronico, otterrete la coraggiosa proposta degli Ash Code. Nel disco c’è la cupezza e l’angoscia di quei gruppi Dark che hanno segnato la New Wave degli anni 70 e 80, il tutto amalgamato con dei synths e degli effetti che tanto piacciono ai Ministry. Oblivion è un disco di un certo livello che mette in evidenza la torbida indole degli Ash Code. La bellezza del disco sta nella sua capacità di coinvolgimento, insomma, ti trascina lievemente in oscure atmosfere. La voce di Alessandro è simile a quella di Ian Curtis, ha la stessa tonalità bassa e oscura. Claudia invece è un portento con i suoi synths, è colei che effettivamente crea la magia intorno alle canzoni. Infine c’è Adriano capace di mantenere ritmi eccezionali. In Oblivion ogni traccia ha una sua particolarità, anche se, personalmente, ritengo che la migliore di tutte sia “Waves With No Shore” con la sua melodia sinistra che ti fa decisamente viaggiare con la mente. La successiva “Dry Your Eyes” mette bene a fuoco il connubio tra Joy Division e Ministry: lo stile dei primi con l’elettronica dei secondi. “Crucified” ed “Empty Room” sono due tracce che danno la possibilità di ballare e muoversi a tempo. La titletrack ha un particolare suono in cui i synth e gli effetti ricordano tanto una di quelle musichette di quei videogiochi del Megadrive o dello Snes; se qualcuno ha giocato ai primi Splatterhouse si renderà conto delle interessanti similitudini. Passiamo direttamente a “Drama”, un altro pezzo da novanta in cui il grosso del lavoro viene svolto dalla talentuosa Claudia: la sua calda voce è accompagnata da plasticose e cupe melodie. La chiusura del disco spetta all’angosciante “North Bahnohf”: tetri synth ed oscuri effetti si accostano ai bassi toni di Alessandro. Con Oblivion parliamo di un album di alta classe che suscita un miscuglio di emozioni; è suonato bene e gli Ash Code sanno il fatto loro. Appena ho ascoltato questo lavoro sono subito rimasto rapito da quel particolare sound costruito su effetti e melodie che, in un modo o nell’ altro, ti riportano a pensieri di ogni tipo. E’ un disco da ascoltare assolutamente.

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