24 Grana Tag Archive

La Band della Settimana: Luca Di Maio

Written by Novità

Dopo diverse esperienze musicali, dal 2001 al 2012 è impegnato nel progetto Insula Dulcamara, ovvero porta in giro, incide e diffonde la propria musica con l’aiuto di diversi musicisti. Con questo nome autoproduce quattro EP, un LP e partecipa a diverse compilation. Apre concerti per Micah P. Hinson, Tom Brosseau, Emily Jane White, Virginiana Miller, Marco Parente, 24 Grana e molti altri. Si esibisce in Italia, Svezia, Spagna e Germania. Dal 2012, abbandonato lo pseudonimo Insula Dulcamara, scrive e incide nuovi brani, tra cui uno originale per la colonna sonora del lungometraggio animato L’arte della felicità di Alessandro Rak, insignito di numerosi premi, tra cui il prestigioso European Film Award come miglior film d’animazione. Collabora anche a diversi dischi di altri artisti (Cosmosoul, Nasov, Sunneva), come musicista, autore e arrangiatore. Il 2016 vedrà l’uscita di Letiana, il primo disco a suo nome, che vede la produzione artistica di Marco Parente, e la presenza di Alessandro “Asso” Stefana alle registrazioni e ai mix, oltre che alle chitarre. Parallelamente, insegna e traduce le lingue svedese, inglese e tedesco. Letiana è il disco di debutto in uscita il 18 marzo con la produzione di Marco Parente.

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Ballads (Francesco Di Bella & Alfonso Bruno) 01/08/2014

Written by Live Report

Il primo di agosto, le spiagge di Miseno, situate a Bacoli (NA), sono state incantate dalle trascinanti note e le suggestive narrazioni di Francesco Di Bella approdato quel giorno, insieme ad Alfonso “Fofò” Bruno, con il suo progetto chiamato Ballads. L’intima atmosfera che si respirava al Miseno Cafè era un connubio tra amicizia, allegria e sensazioni festaiole, nonostante alcuni temi grigi, anche se d’impatto, che Di Bella toccava nelle sue canzoni. Il malinconico cantautore, frontman degli eccezionali 24 Grana, ha in tutto e per tutto voluto condividere la sua musica con i fortunati cittadini Bacolesi. Un paio di birre e qualche sigaretta; sono questi gli elementi giusti per accompagnare le coinvolgenti strofe di Francesco Di Bella, ricche di sensuali melodie. Si è trattato di un piccolo ed intimo concerto unplugged che ha visto il calore e la partecipazione di un pubblico veramente affezionato: tutti a cantare, ballare e sognare su quei classici che hanno fatto la fortuna del prestigioso artista Napoletano. Chiaramente non bisogna omettere Alfonso Bruno che con la sua chitarra acustica ha scaldato gli animi di tutti i presenti. Canzoni come “Kevlar”, “Canto pè nun Suffrì” e “Vesto Sempre Uguale” fanno sempre viaggiare la mente trasportandola alla deriva dalla realtà. Maggiore coinvolgimento del pubblico lo troviamo con “La Costanza”, “Carcere” e “Accireme”; ottima esecuzione anche per “L’Attenzione” e “Canzone su Londra” mentre la chiusura spetta, come da copione, alla stupenda “Stai Mai Ccà”. Tutto sommato si è trattato di un interessante spettacolo che ha messo ancora una volta in mostra le ottime doti artistiche ed espressive di Di Bella e la bravura di Bruno alla chitarra.

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Questo almeno a voler valutare in modo oggettivo la performance perché questo piccolo concerto ha avuto tra il pubblico diversi storici e nostalgici fan dei 24 Grana che avevano un parere diverso: per loro sembrava quasi si trattasse di uno show arrangiato, d’intrattenimento e che offriva, nel bene o nel male, il minimo indispensabile. Insomma tra fan di vecchia data, estimatori dell’artista, appassionati del genere e giovincelli di raffinati gusti musicali, l’evento, organizzato dalla formidabile associazione Vakllà è stato comunque un successo. L’associazione citata, formata da Luigi Pontillo e Bruna Manfredonia, negli ultimi anni è cresciuta tantissimo ed ha ottenuto svariati consensi grazie alla riuscita di importanti eventi nella zona Flegrea di Napoli. In definitiva ascoltare questo Ballads è stato più stimolante e nel bene o nel male, vuoi o non vuoi, Francesco Di Bella sa come emozionare e come tenere un palco.

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‘A-380 – ‘A-380

Written by Recensioni

C’è sempre una prima volta e questa lo è per me: ascoltare dell’ Hard Rock cantato in napoletano. Il fatto strano è che dopo anni e anni sono riuscito a trovare una band del genere (esclusi gli ormai storici 24 Grana e James Senese) pur essendo io napoletano. È  anche vero, però, che gli ‘A-380 (Atreuttanta) sono alla loro primissima uscita con l’omonimo EP e dunque fanno parte dei cosiddetti “introvabili”, cioè quelle band che, suonando Hard Rock in lingua napoletana, richiedono una notevole applicazione per essere scovate. Nella scena underground cittadina conosco personalmente soltanto i Gorgeous i quali propongono però piuttosto un Prog Rock, perciò capirete quanto sia stato difficile trovare una band come loro.

Gli ‘A-380 sono stati capaci di trovare una divertente formula che senza ombra di dubbio delizierà il palato dei Rocker partenopei accontentandoli su diversi aspetti. Il loro Hard Rock si avvicina allo stile dei Deep Purple, degli AC/DC o dei Mr.Big, insomma è di stampo classico, di quello piacevole. L’EP contiene quattro deliziose tracce: “Te Si Fatto Na Roccia”, “Cundannato a’ o Rock’N’Roll”, “Chiagne E Futte” e “Ngopp A Muntagne”; tutte presentano bei riff e interessanti giri di chitarra; troviamo inoltre degli assoli che gli ZZ Top apprezzerebbero con euforia. Dalle informazioni inviateci, notiamo che il primo singolo del gruppo  è “Cundannato a’ o Rock’N’Roll”, un pezzo di sano e sincero Hard Rock, con un testo un po’ più colorito del normale ma che comunque non demerita affatto. Insomma, possiamo dire che gli ‘A-380 con questo primo EP sono partiti alquanto bene, hanno dato prova di intraprendenza e di questo passo sicuramente faranno cose buone.

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Il Metaponto Beach Festival chiude all’insegna del reggae!

Written by Senza categoria

Il Meridional Reggae Reunion, è un evento unico nel suo genere in tutto il Mezzogiorno e, questa sera, chiuderà il Metaponto Beach Festival. Più di 20 i reggae singer provenienti da tutto il Sud Italia che si alterneranno sul palco del castello Torremare di Metaponto Lido (MT), tra cui Mama Marjas, ‘O Zulù dei 99 Posse e Francesco Di Bella, ex 24 Grana. In scaletta anche l’esibizione della band brasiliana Cidade do Reggae. Per ulteriori informazioni, visitate il sito del Festival.

 

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Rockambula regala due biglietti per Metaponto Beach Festival 2013

Written by Senza categoria

Rockambula e Metaponto Beach Festival 2013 mettono a disposizione dei nostri lettori due ingressi omaggio per gli spettacoli della IX edizione al castello Torremare, che si terranno dal 17 al 19 agosto. Per averli basta scrivere una mail a pizzicasilvio@virgilio.it oppure chiedere direttamente dalla nostra pagina facebook. I biglietti andranno ai primi* che ne faranno richiesta. Tra i tanti artisti e le diverse iniziative presenti, ci saranno i concerti dei Folkabbestiae della Meridional Reggae Reunion, il cabaret, Dj Set e Sound System. Ospiti illustri Zulù dei 99 Posse e Francesco Di Bella dei 24 Grana. Questi sono tuttavia solo alcuni dei tanti appuntamenti della manifestazione. Per sapere tutto sul programma completo, visitate la pagina facebook o il sito ufficiale.

*chi non confermerà l’accredito nel giro di 24 ore sarà escluso

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Francesco di Bella esce dai 24 Grana

Written by Senza categoria

Sulla pagina Facebook dei 24 Grana la band ha dato la triste e amara notizia dell’allontanamento del frontman e cantante Francesco. A darne notizia altri due membri della formazione, Renato e Giuseppe, piuttosto amareggiati, soprattutto perché traspare che la decisione sia stata unilaterale e non dibattuta. Ecco il testo dell’annuncio:

Francesco Di Bella esce dai 24 Grana per dedicarsi ad un suo progetto solista.
Purtroppo ha deciso di annunciarlo attraverso un articolo firmato da Federico Vacalebre uscito su “Il mattino” il giorno venerdì 5 luglio. Noi, Renato e Giuseppe, avremmo preferito dare la notizia tramite un comunicato ufficiale, scritto, perché no, a sei mani, ma non abbiamo avuto il tempo di proporlo a Francesco, visto che siamo ancora in attesa delle sue dimissioni ufficiali dalla band (ad oggi non sono ancora arrivate!).
Chiarito questo, vorremmo salutare e ringraziare con tutto il cuore le persone che ci hanno seguito e supportato in questi 17 anni… siete tanti e senza di voi i 24 Grana non avrebbero avuto possibilità di esistere e soprattutto di evolversi. I ricordi sono tanti, quasi tutti belli, e resteranno vivi e limpidi nella nostra mente per sempre. In tutti questi anni ci siamo sempre messi in discussione, abbiamo sempre agito “di pancia”, cambiando spesso rotta tra un disco e l’altro, esplorando sonorità sempre diverse e nuove formule arrangiative, attingendo a piene mani alle continue e nuove esperienze comuni (di noi tutti, nostre e vostre). Un ringraziamento speciale va anche alla nostra etichetta discografica “La canzonetta”, che ha creduto in noi sin dagli esordi, e alla crew che ha lavorato al nostro fianco sempre con professionalità ed entusiasmo. Il futuro della band ora è chiaramente incerto, abbiamo perso il songwriting ma resta viva l’anima musicale della band… ci piace quindi salutarvi con un arrivederci e intanto non ci resta che augurare a Francesco un futuro soddisfacente per questo suo nuovo percorso”.

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Il video della settimana: Æmæt – “The Iconoclast”

Written by Senza categoria

Il rock degli Æmæt esplode prepotentemente da emozioni intestine e subconscie: rabbia, risentimento, oppressione emergono improvvise in un graffio sul volto, in uno sguardo avido e rabbuiato. Dalle tristi vicende della realtà nasce l’indagine della band intorno al sentimento di rivalsa e alla profonda tristezza che le condizioni attuali della società provocano non solo sulla coscienza, ma sul subconscio dell’umanità.

Questi sono i temi affrontati embrionalmente nel primo EP della band, Muse of Lust (2011) e dispiegati in tutta la loro complessità nel primo vero lavoro del gruppo, Human Quasar, pubblicato il 18 marzo 2013 con la collaborazione dell’indie label Red Cat Records.

Il 9 aprile viene pubblicato il videoclip del primo singolo, “The Iconoclast”, diretto da Paola Rotasso, con Valentina Reggio e la fotografia di Davide Manca. Questa la scelta per il Video Della Settimana che potrete visionare nell’apposita sezione della nostra homepage.

Ininterrotta l’attività live della band, in particolare nella capitale, dove ha suonato nei migliori locali tra cui Locanda Blues, Jailbreak e Stazione Birra.
La band ha avuto modo di condividere il palco con personalità musicali affermate come 24 Grana, Giorgio Canali e Iosonouncane.

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Live Music Is Not Dead! Si può ancora proporre musica dal vivo in Italia senza ricorrere a Cover Band o Dj? Parte seconda. Intervista ad Aldo Minosse del Pin Up.

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Nella prima parte del mio articolo Live Music Is Not Dead! mi sono chiesto quale potessere essere il problema della musica dal vivo in Italia e quali le principali difficoltà che devono affrontare le band per proporsi in esibizioni live. Ho cercato di inquadrare tutti i punti di vista dei diversi soggetti interessati ma la soluzione sembra più complessa del previsto.Per questo, ho deciso di intervistare Aldo Minosse del Pinup, giovanissimo locale che propone musica dal vivo di altissima qualità e che si sta prepotentemente ritagliando un ruolo notevole nella scena del centro Italia. Cerchiamo di capire con lui se si può e come si può dare ancora spazio alla musica “da palco”.

Ciao Aldo. Per prima cosa, come stai?
Bene grazie, ti volevo ringraziare per l’opportunità che la tua zine ci da.

Racconta ai nostri lettori chi è Aldo Minosse.
Io sono stato sempre un appassionato di musica, negli anni 80 organizzavo concerti metal, poi dal 1998 per quattro anni ho curato la direzione artistica dell’Indhastria, rock club di Giulianova dove sono passati nomi importantissimi della scena musicale italiana e straniera a memoria: Afterhours, Subsonica, Andy White, La Crus, Max Gazze, Daniele Silvestri, Bonnie Prince Billy, Sophia, Bandabardò, 24 Grana, Sud Sound System, Massimo Volume, Extrema, Linea 77, Fuck, Six by Seven, Toshack Highway, esordirono da noi i Perturbazione e poi tantissimi gruppi underground. Poi ho continuato a coltivare la passione dell’ascolto e ad andare ai concerti, e da quest’anno sono ripartito con questa nuova impresa.

Raccontaci come e quando è nato il PinUp. Quanti siete a gestirlo e quanti dipendenti avete?
Il Pinup è un progetto che risale ad paio di anni fa, ma che sì è materializzato il 15 dicembre 2112, c’è una proprietà e nelle varie attività siamo circa quindici le persone impegnate.

Una delle tante cose che mi hanno colpito è l’organizzazione praticamente perfetta. C’è un preciso organigramma che vi permette di svolgere ognuno il suo compito? Come vi organizzate?
Si, le attività sono divise per reparto, ci sono delle riunioni settimanali e si pianificano gli impegni successivi.

Il locale è in un vecchio capannone. Splendido esempio di recupero industriale il vostro. Cosa c’era in quel posto prima di voi? La sua riconversione ha migliorato l’identità produttiva intellettuale/culturale ed economica della zona?
Fino a cinque anni fa c’era un mobilificio, Per quanto riguarda la seconda parte della domanda dobbiamo aspettare ancora un po’, si tratta di una zona industriale, con molti capannoni. Sicuramente ci sono quindici persone che guadagnano qualcosa in un Iuogo che prima non produceva nessun tipo di ricchezza.

Perché avete scelto di aprire un locale che promuova la musica dal vivo? Non avete avuto paura di fallire, vista la difficoltà di tali locali specie in Abruzzo oppure di dover scendere a scomodi compromessi?
Abbiano fatto questa scelta perché innanzitutto siamo delle persone che amano la musica ed i concerti, abbiano sempre creduto che dalle nostre parti mancasse un luogo che potesse ospitare dei live organizzati in modo professionale e dove l’artista avesse a disposizione una struttura progettata appositamente per i concerti, palco otto metri per sei, impianto Meier residente, mixer sala e palco analogici o digitali come da richiesta da parte degli artisti. Con zona scarico strumenti dietro il palco e camerini con tutti i comfort. A questa passione per la musica dal vivo si è unita quella per la birra, a quel punto abbiamo deciso di metterle insieme. Alla base di questa scelta c’è una forte motivazione a investire sulla musica dal vivo, chiaramente quando si intraprende un’attività in un periodo di crisi come questo si ha sempre paura. Ovviamente non si è trattato di un salto nel buio, è stata fatta un’ analisi di fattibilità dalla quale è emersa la mancanza di un club di grandi dimensioni nel centro sud.

Che rapporto c’è tra la vostra struttura e la gente e le istituzioni del posto? Quanto vi hanno aiutato?
Siamo situati un una zona industriale, quindi intorno abbiamo delle fabbriche che quando noi lavoriamo, il sabato di notte sono deserte, quindi diciamo che non c’è una grande interazione, la cosa comunque è stata voluta proprio per evitare di andare incontro a problemi di rumore che si incontrano nei centri abitati. Le istituzioni sono coscienti delle difficoltà che ci sono nel mondo del lavoro, e quindi hanno colto l’occasione di poter riqualificare una struttura in disuso.

Quale è stato l’episodio più bello capitato in questi ultimi mesi? E quello che vorreste dimenticare il prima possibile?
Non ci sono episodi particolarmente negativi, belli tanti. Da fan la possibilità di incontrare J Mascis che chiede una bici per fare un giro e quindi…panico… nessuno di noi aveva una bici a portata di mano, alla fine abbiamo recuperato una vecchissima mountain bike di mio padre e lui “That’s cool”. Personalmente le espressioni di contentezza di tutti i ragazzi e ragazze davanti ai loro musicisti preferiti.

Ora che ci siete di nuovo dentro, avete capito perché la musica dal vivo è in forte declino in Italia? Colpa del pubblico, colpa vostra o colpa degli artisti? Perché artisti come Zamboni o Basile a Pescara, a ingresso gratuito, hanno fatto un pubblico di 10/20 persone?
La musica dal vivo a nostro avviso non è in forte declino, altrimenti non avremmo fatto questa scelta. Bisogna analizzare caso per caso, ci sono in effetti artisti che non riscuotono il successo che meriterebbero e le motivazioni, a mio avviso, sono molteplici e lunghe da illustrare.

Cosa ti senti di consigliare a un ragazzo che ama la musica e decida di aprire un locale?
In questo momento sinceramente dovrebbe guardarsi bene intorno e se dalle sue parti non esistono proprio situazioni che organizzano, trovare altre persone e cooperare per creare qualcosa di nuovo, altrimenti se esistono già delle situazioni, prima di tutto collaborare e imparare dalle strutture esistenti.

Da voi sono venuti artisti come Ministri, Ferretti o Dinosaur Jr. Scusa la domanda. Non sei obbligato a rispondere. Quanto vi costa il cachet di un artista di quel calibro? Riuscite a ripagarlo con consumazioni e ticket?
I cachet variano da musicista a musicista. Unitamente alla promozione effettuata dal loro ufficio stampa, noi pubblicizziamo al massimo l’evento sul nostro territorio. Quest’anno la risposta del pubblico, nel complesso, e’ stata positiva. In qualche caso   la serata è andata particolarmente bene, in altri abbiamo coperto le spese, in altri, per fortuna pochissimi, l’incasso e’ stato inferiore rispetto alle spese.

Come valuti l’esperienza del Pin Up fino ad oggi? Come ti è parsa la risposta del pubblico?
Si tratta di una esperienza bellissima e il pubblico, in questa prima stagione, ha risposto con grande entusiasmo.

 I Dinosaur Jr non hanno fatto il tutto esaurito. Vi aspettavate di più?
I Dinosaur Jr hanno fatto 3 date in Italia, Torino, Mosciano e Roma. Il numero di presenti e’ stato all’incirca lo stesso nelle 3 città, e questo per noi è stato motivo di grande soddisfazione. Le nostre aspettative sono state soddisfatte, essendo i Dino un pezzo importante della storia della musica alternative statunitense, ma non conosciuto dai giovanissimi.

In cosa dovrete migliorare?
Gli aspetti da migliorare ci sono sempre. La priorità della nostra agenda va al perfezionamento dell’acustica del locale.

Con i Dinosaur Jr il Pin Up va in pausa estiva. Cosa state organizzando per l’estate?
Per questa estate stiamo lavorando su qualche sorpresa, ma non possiamo al momento dare anticipazioni. Vi faremo sapere a breve.

Cosa ci sarà nel futuro del Pin Up?
Tanta musica dal vivo e artisti di valore, sia nazionali che internazionali.  Grazie!

Non sò se voi avete le idee più chiare ma io certamente ho capito una cosa. La prima cosa che conta è comunque l’amore vero (non a parole) e incondizionato per la musica che spesso manca agli addetti ai lavori (gestori ma anche musicisti) e c’è una risposta di Aldo in particolare che lo dimostra. Indovinate quale?

 

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“Diamanti Vintage” 24 Grana – Loop

Written by Articoli

La Napoli delle grandi sorprese, serbatoio inesauribile di vecchie e nuovissime esigenze espressive, in questo caso un pezzo della Bristol muffin e caliginosa che viene fuori dai vicoli partenopei che aprono gli occhi su se stessi e su nuove direttrici soniche; i 24 Grana sono una delle più straordinarie nuove proposte underground che questa città geniale conia tra umori rarefatti, denuncia, ritmi trasognanti e tutta quella psichedelica urbana, anni novanta in cerca di altro e che trovano in questa formazione una certa risposta alle nuove ondate che arrivano dall’Inghilterra e da altre prospettive.
Loop”, l’album d’esordio, è lo sfogo libero di una quartetto che ama la posse e il dub, vive al centro focale di un fermento culturale – quello degli anni novanta – ed innesta nella sua musica istinti tribali e sonorità Giamaicane, un frullato lento ed inesorabile che ipnotizza e suggestiona al pari di un giro mantrico che se ne frega della staticità; Francesco Di Bella chitarra e voce, Renato Minale batteria, Armando Cotugno basso e Giuseppe Fontanella chitarra, mettono in circolo un suono a spirale, tradizione e sperimentazione viaggiano fondendosi e vanno ad implementare una sonorizzazione “drogata”, una moltitudine di “stati galleggianti” decisamente mirabolanti, genuini nella loro carica psicotropa ad oltranza. Cantato in napoletano, l’album è un piccolo capolavoro di nervi, tensioni e dolcezze fumiganti, un’elettronica che infilza emozioni ed un crescente pathos che spinge chiunque a dondolare il proprio corpo con esso.
Un movimento continuo, il reggae saltallimpo “Introdub”, le sintomatologie indo-balcaniche “Pixel”, le nebbie stratificate “Patrie galera” e le scandagliate in levare che portano “Lu cardillo” a chiudere l’ascolto dell’album, ma poi ti ricordi della magia a cerchio della titletrack e ricominci daccapo questo gioco inviolabile dei 24 Grana rimanendoci sotto, impossibilitato a riprenderti da li a poco.
Capolavoro  oltre le usure del tempo

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