Sohn @ Circolo Magnolia, Milano | 15.02.2017

Written by Live Report

In occasione dell’uscita del suo secondo album Rennen, Sohn, musicista e producer inglese, ma ormai trapiantato a Vienna, torna a suonare in Italia, al Circolo Magnolia di Milano. Sohn con questo nuovo lavoro si spinge definitivamente nell’alveo degli artisti che si muovono in maniera traversale tra l’Elettronica Ambient e il Cantautorato di stampo Soul.

In occasione dell’uscita del suo secondo album RennenSohn, musicista e producer inglese, ma ormai trapiantato a Vienna, torna a suonare in Italia, al Circolo Magnolia di Milano. Sohn con questo nuovo lavoro si spinge definitivamente nell’alveo degli artisti che si muovono in maniera traversale tra l’Elettronica Ambient e il Cantautorato di stampo Soul. Un genere ibrido, che sta riscuotendo sempre più successo e trovando sempre più spazio. La riprova è il successo di pubblico e il sold out annunciato dagli organizzatori. I live iniziano presto con due opening: l’italianissima LIM con le sue derive Ambient e delicate, e il giovane William Doyle, one man band con attitudine Lo Fi e loop station in bella vista. Le aperture sebbene musicalmente in linea non riescono a scaldare l’atmosfera, e mentre il palco viene preparato per la performance principale, la sala si riempie notevolmente e l’attesa del pubblico inizia ad essere percepibile.

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Il live inizia quasi puntuale e per un’ora e venti abbondante veniamo trasportati nel personale mondo di Sohn, che avvolge il pubblico con un’interpretazione vocale intensa e al tempo stesso molto intima. I brani scorrono fluidi e l’intreccio tra vecchio e nuovo scorre piacevolmente. Lo stile è perfettamente riconoscibile anche se i nuovi brani hanno una marcia in più, dimostrando una notevole crescita compositiva che accantona l’anima più istintiva e immediata a favore di una ricerca più artificiosa e calcolata dei suoni e delle melodie, che vanno ad intrecciarsi sempre di più con pattern di suoni in loop. I musicisti al seguito aggiungono un valore sostanziale completando il set donando ai brani corposità e spessore. In particolare la batteria acustica e il piano scaldano i suoni più marcatamente elettronici, creando la giusta atmosfera. Il risultato è un impeccabile mix di energia e delicatezza, coinvolgente e potente, nonostante la staticità dell’esibizione sul palco e il pubblico particolarmente rumoroso, soprattutto nelle retrovie.

Una bella serata, una conferma per un artista davvero interessante.

Scaletta
Tempest
The Chase
Proof
Signal
Bloodflows
Dead Wrong
The Wheel
Artifice
Paralysed
Harbour
Falling
Lessons
Hard Liquor
Rennen
Tremors
Conrad

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Last modified: 22 Febbraio 2019