Propagandhi – Failed States

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Molto  probabilmente hanno fatto un patto col diavolo, sicuramente, altrimenti non si può giustificare l’eterna giovinezza sonica che i canadesi di Winnipeg, i  Propagandhi,  si tirano dietro, tutto è come – quasi – agli esordi del combo capitanato da Chris Hannah, anzi, mettiamoci in più anche una ulteriore spanna di incazzatura, perché a loro piace, a loro serve per denunciare – come sempre –  la politica corrotta, i poteri forti dell’economia e le diseguaglianze sociali dentro, fuori e di lato del Canada e del mondo circostante.

Failed States” è il sesto disco di questa formazione velenosa, la nuova ventata di rabbia, ribellione e denti aguzzi che in dodici scudisciate sonore mette in riga ed incute rispetto l’ascolto, fa salire la pressione sanguigna fino agli attici dello stordimento fisico; chiaramente e da immemori tempi figli adottivi dell’onda americana dei Nofx, la formazione – che ricordiamo essere dopo un’ultima rivisitazione della line-up  formata dal già citato Hannah voce e chitarra insieme a David Guillas chitarra, Jordy Samolesky batteria e Tod Kowalski al basso – riconosce degnamente anche certe limitazioni che il loro sound va ponendo man mano che i tempi corrono, ma la fustigazione del loro istinto giustiziero è più forte e rapida di un verdetto, di una condanna.

Con ancora in testa un loro fulminante album del 93, How to clean everything, la summa artistica di questa band è pressappoco la stessa, anche perchè il genere sonoro espresso non concede variazioni di sorta ma che continua a rappresentare la coscienza etica di una è più generazioni in fallimento; chitarre, fuzz, corse elettriche, funambolismi melodici e urla, rabbia, saliva e dolcezze lampo picchiano la tracklist come una pena da scontare, non mancano lancinanti metallismi a tergo di rimebranze di Iron Maiden, Judas PriestDevil’s creek”, lo speed doom acre che sfiata dai woofer di “Rattan cane”, le pedaliere doppie che sanguinano tra le macerie di “Cognitive suicide”, “Dark matters” e le esalazioni potenti alle quali nuove roccaforti dell’HC  – vedi International Noise Conspiracy, Subhumans e altri – ne fanno fede “Lotus gait”.

Sono in piedi da anni (1986), e da anni sparano da matti, inutile bloccarli, sono della vecchia generazione e alla pensione non ci pensano affatto, preferiscono la guerriglia amplificata che la becera bontà di facciata. Come dargli torto?

Comunque da avere.

Last modified: 12 Ottobre 2012

One Response

  1. Don Pizzica ha detto:

    Mi piace!

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