Penti – Isdiri Misti Sini

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Spesso gli ascolti dei cd che stazionano nelle tasche dell’underground cominciano per gioco, senza uno scopo preciso; poi ci si trova a che fare nelle situazioni giuste e allora si comincia ad ascoltare sul serio, con interesse. Questo preambolo per dire che l’esordio solista “Isdiri Misti Sini” di Marco Porcelli in arte Penti (già chitarrista dei Gardenya), da a presa rapida un reale valore musicale se si cercano cose sonore “out borders”, alla larga dalla consuetudine e per infine farsi un bel trip legale alla faccia della staticità.
Tracce con una propria e originale lingua fonetica, astratta e spiritata che non fa altro che allargare l’immaginario lirico/emotivo/evocativo che l’artista Penti tratta impalpabilmente; una psichedelia caldo/fredda che si ispira ai tratteggi nordici degli The Album Leaf, Amina come alle verticalità Floydiane che una volta insieme, interagiscono per tutta la durata del disco come a delineare una aurora boreale a tempo indeterminato. Che dire, un disco di metamorfosi, grazia e una certa spiritualità ancestrale che merita incondizionatamente un ascolto profondo e deciso, e  lasciarsi galleggiare dal suo flusso fantastico e rimanerci su, come a bordo di un qualcosa che gravita leggiadro, fino al capolinea del suo percorso, del suo magnetismo soffice.
Non mancano momenti agitati se ci si avventura nelle ritmiche sincopate di “Tarm”, la titletrack, sullo spacey tarantolato Tarantiniano che sballa in “Ium”, ma poi il resto è un “dulcimer acido” di bello e senza peso che ha i suoi culmini nella melodia ancient di “Esta” in cui interviene la stupenda vocalità di Francesca Copertino, tra gli arpeggi acustici di Drakeana memoria “Blar” e nelle atmosfere Donoviane che “Across the sea” distribuisce copiosamente tra un sentimento dolciastro e lontani profumi di Vetiver; in totale sembra di essere davanti di lato e di sbieco ad un crescendo armonico soavemente vertiginoso, porto franco artistico di chi sa colpire la sensibilità e gli stati emotivi di orecchie oramai a “rota” di copia incolla sonori a catena di montaggio, e  se questo può anche significare che Penti ci abbia stupito senza ricorrere a tanti effetti speciali in più, ebbene si lo ha fatto e con strike!

Last modified: 20 Febbraio 2022