Maraiton – Papa

Written by Recensioni

Aldilà (inferno) 16 gennaio 2011

 

Ciao mio caro amico poppettaro,

come procede la vita sulla terra? Sei già stanco? Tranquillo, non vivrai tanto a lungo. La fine arriverà prima di quanto immagini. Pensi di finire in paradiso vero? Sei tanto una brava persona. Come tutti i cadaveri viventi senza anima come te, del resto. Mi dispiace dirtelo, ma a casa di Dio la musica è una merda. Credimi, amico. La merda che ti piace tanto. Invece finirai all’inferno. Presto. Non preoccuparti però. Ti aspetto. I geni del rock ti aspettano per pestarti di santa ragione (sono tutti qui, che credevi?, perché “tutto il talento è finito all’inferno”. Lester ci aveva avvertito quando scrisse a Dave). Non resterai mai solo.

Hai acquistato anche quest’anno il box set dei Beatles per Natale, per fare un dono figo? Hai già comprato la compilation di brani d’amore per San Valentino alla tua tipa? Sei andato al concerto di Ligabue con la bandana che ti fa tanto ruocker? Riesci ancora a fartelo venir duro e scopare con in sottofondo Laura Pausini che canta in spagnolo? Continui a chiamare le radio locali e fare le dediche richiedendo grandi classici di Nek? Vai all’Inferno. Verrai presto all’inferno. G.G. Allin ti aspetta con un paio di pinze e una buona saldatrice in mano. Non so cosa voglia farci. Ma mi ha detto che ti aspetta con ansia.

Preparati perché quest’album dei Maraiton sarà la tua colonna sonora per l’eterna dannazione. Questo è il mio regalo per te. Ascoltalo cosi non ti troverai impreparato. Ti regalo un pezzo del tuo Inferno.

 

P.s. Tanto per farti un’idea, i Maraiton hanno due bassi, una batteria, un fonico e due voci. Niente chitarra, carissimo. Rappresentano un progetto prima che una band. Dentro c’è tanta roba. The Bargain, Hilo, The Voids, Mafalda Strasse, Medea, Ceausescu’s Snuff Movie, Verily So.  I tuoi cinque demoni vengono da qui e sono pronti a calpestarti per le strade dell’Hard-Core, del Math-Core/Math-Rock, in vorticosi saliscendi sperimentali, tra Jesus Lizard, Shellac e Capovilla, in un tripudio di sfoghi e urla Noise Rock e Post-Hardcore, in uno pseudo revival Wave/Post Punk, tra parole che faticherai a capire, voci che ti pugnalano da ogni parte e ti sembreranno i deliri di un folle che t’invita nella sua testa malata.

P.p.s. Le parole che senti decantate all’inizio del disco (intro al pezzo Sissy, narrante il sogno di un ragazzo di stuprare la sua ex fidanzata) sono di Andy Casanova, tratte dalla serie “Stupri Italiani”. “Intollerabile; la violenza sessuale è intollerabile. Intollerabili violenze e guerre. Intollerabile l’intolleranza nei pornocritici e nei benpensanti italioti e transalpini. Oscure le nostre zone più remote. Territori da esplorare, inesplorati. Pornografia fa rima con terapia. Avanguardia terapeutica. Ammortizzatori sociali. Integrati senza cassa. Critici senza arte, sempre senza parte. Le forbici censorie di chi ben pensa. Parrucchieri della critica…” Sai di che parlo, vero? Viva la libertà!

P.p.p.s. Uno dei pezzi migliori, Vodka, ci racconta di una bisca clandestina tra gente poco raccomandabile che si ubriaca in un bar di merda e si maledice alla luce del sole, fino a perdere il senso della propria esistenza.

P.p.p.p.s. Certo che, vista la voglia di osare, si sarebbe potuto farlo ancora di più. Papa è come l’ immagine di Colombo che a metà dell’ Atlantico, per paura di quello che avrebbe potuto trovare oltre, si ferma a urlare contro il mare. Per sempre.

P.p.p.p.p.s. A presto, amico!

Last modified: 12 Luglio 2013

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