Recensioni #20.2018 – La Macchina di Von Neumann / Maiole / Finister / Blessed Child Opera / Alberto Nemo

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La Macchina di Von Neumann – Formalismi

[ 12.10.2018 | Costello’s Records | Alt Rock, Post Rock ] di Antonio Azzarone

Una band dal nome dedicato allo scienziato informatico ungherese John Von Neumann – la sua ‘macchina’ è un’antenata degli attuali computer – per un disco interamente strumentale. I quattro musicisti dell’area brianzola (due chitarre, basso e batteria) si conoscono da sempre e dopo due EP giungono ora al primo full length. Nel nome dell’album, il concept del progetto: liberare la musica dalle formalità che la ingabbiano, lasciando all’ascoltatore la libertà di associarla alle proprie emozioni, immaginandone i significati e utilizzandola come colonna sonora di un proprio film. Nascono così gli otto pezzi che compongono Formalismi: un post rock ricco di effetti, di gran qualità. Forse un po’ di rimpianto per la mancanza di testi che diano voce agli interessanti titoli, per cui si ricorre alle interviste per sapere che “Arturo” è il furgone bianco che accoglie il gruppo nella sala prove, o che “l’estate del 1976” fa riferimento all’incidente accaduto in quell’anno a un reattore chimico che diede origine a una nube tossica su Monza e Seveso (nel brano è campionato un annuncio dell’epoca). Suggestioni di genere e riferimenti chiaramente avvertibili, tra gli altri Smashing Pumpinks e Radiohead, come in “¯\_(ツ)_/¯”, unico pezzo privo di effetti, che ricorda l’intro di “Jigsaw falling into place” della band di Oxford. “Lipsia”, sognante, chiude il disco. Complessivamente un ottimo lavoro, perfetto per i cieli lividi di pioggia d’autunno che tutto sommato non hanno bisogno di parole.
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Maiole – Cose Pese

[ 26.10.2018 | Malinka Sound / peermusic ITALY | Electro Pop ] di Federico Acconciamessa

Avevamo già avuto modo di apprezzarne il talento con Music for Europe ma a solo un anno di distanza l’eclettico producer casertano Maiole decide di tornare a stupire i fan con la pubblicazione di Cose Pese, un disco inaspettato che segna una svolta nella finora breve ma intensa esperienza artistica. La sognante elettronica da cameretta di brani passati come “Wrong card” o “Wi-Fi Mania” in questa occasione evapora per lasciare spazio ad un raffinato elettropop supportato da testi in italiano. Il giovane musicista di Santa Maria Capua Vetere mantiene la finezza dei propri tappeti sonori, anche questa volta curati fino al minimo dettaglio, decidendo però di esteriorizzare le proprie emozioni e i propri pensieri in leitmotiv cadenzati che figurano come un’interessante novità per quanto concerne le produzioni dell’artista. Maiole mescola pillole di slang giovanile, linguaggio da social network e storie d’amore tardo-adolescenziale per un risultato al tempo stesso spiazzante e appariscente.  La title track in collaborazione con il rapper corregionale Masamasa funziona alla grande, perfetto connubio tra il soul rap scuola Ghemon e l’indie rap tanto in voga di artisti come Frah Quintale (che Maiole ha già remixato). I brani che meritano sicura menzione sono “Tinder”, già singolo premonitore di questo nuovo stile, la dolce “Olivia” e la sfacciata “Pippare”. “Blue Ray” si avvicina invece molto alle produzioni vincenti di Cosmo, sicuramente un punto di riferimento per la scena elettropop italiana. Per il resto Maiole sembra molto sicuro di sé e della strada artistica scelta e percorsa finora con molta eleganza e dedizione. Senza dubbio una delle migliori uscite pop degli ultimi anni ad opera di un’artista proveniente da ambienti underground.
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Finister – Please, Take Your Time

[ 19.10.2018 | Red Cat Records | Alternative Rock ] di Silvio “Don” Pizzica

Partendo da un artwork “metropolitano” accattivante e fatto con cura, dalla cover e retro per finire alle bellissime foto all’interno di cui non voglio anticiparvi troppo, inizia questo girovagare tra le otto canzoni che compongono il secondo album della band fiorentina. Realizzato in collaborazione con Howie B (produttore di U2, Bjork e Tricky), Please Take Your Time è un vagabondaggio nella giungla urbana, un’altalena tra l’ansia della folla ammassata nelle strade e la necessità di trovare un punto al riparo da tutto questo. In musica la cosa si traduce in una varietà stilistica e un’apertura che diventa suoni Psych, ritmi Trip Hop, cenni sintetici e potenza Rock mescolati senza sovrabbondanza ma piuttosto con una sorta di minimalismo volto a far si che ogni nota sia esattamente dove deve essere come deve essere e lasciando a noi che ascoltiamo la possibilità di trovare punti di conciliazione nonostante le strutture non propriamente distensive. Per favore, prendetevi il vostro tempo; questo recita il titolo del disco e questo invito è perfetto come chiave di lettura per le otto canzoni. Ascoltatelo, perdetevi tra le chitarre, tornate indietro, scappate dal frastuono, riparatevi nei silenzi, tornate a correre, prendetevi il vostro tempo e scegliete la vostra strada, non importa per dove, purché la colonna sonora sia questo secondo album targato Finister. Stravolgendo Carroll, se non capite cosa voglio dire a proposito della vostra strada, bé qui tutte le strade sono vostre.
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Blessed Child Opera – Love Songs/Complications

[ 04.09.2018 | Seahorse Recordings | Alternative Rock, Dark, Neo Folk ] di Silvio “Don” Pizzica

Paolo Messere torna presto con un’opera titanica composta di due cd per ventitré canzoni divise in Complications e Love Songs, divisione dettata dalle tematiche e dalle differenti strade ispirative. Un disco complicatissimo da valutare saltando dal singolo brano al successivo e che richiederebbe una visione d’insieme separata per le due parti che la compongono ma che, in realtà, finisce per accattivare proprio perseguendo la prima strada e quindi vivendo ogni canzone come una storia a sé dentro un enorme romanzo. Per questo già dalle prime fasi di Complications non dovrebbero farvi aggrottare le ciglia le differenze stilistiche tra l’opening molto Alternative Rock e la più Gothic successiva “Pray That God Will Always Give Me the Strength” o ancora il Neofolk Lo Fi di “Nothing Can Stop Me” con le sperimentazioni quasi alla Scott Walker (passatemela) di “Do You Have Chosen for Life”. Tutta la parte denominata Complications si sviluppa in questo modo. Canzoni molto diverse tra loro, Folk, Psych Rock, Experimental, Alternative, Dark, Gothic, tutte accomunate da una sorta di ansia oscura che vuole essere una trasposizione delle agitazioni emotive dell’autore nella fase di realizzazione del disco. La seconda parte chiamata Love Songs si ricollega alla precedente e dunque non dovrete certo aspettarvi quel tipo di canzoni d’amore mielose stile Coldplay. Anche qui il sentimento è interpretato in tutte le sue tortuosità e questa visione non semplicistica di un impulso tanto forte e importante per la nostra esistenza quanto a volte banalizzato da chi dovrebbe esaltarne ogni sfaccettatura, si parafrasa in undici brani ognuno con una propria storia, ognuno con un ritmo particolareggiato che mai sembra essere lo stesso del brano precedente. La grande differenza, oltre ai temi, tra le due parti, sta nella scelta dei suoni che in Love Songs si fanno più morbidi, tralasciando in parte (ma mai troppo) quell’atmosfera tenebrosa della prima sezione. L’amore cessa di essere un piacere quando cessa di essere un segreto e questo disco saprà farvi innamorare, non senza complicazioni, se avrete la pazienza di ascoltarlo continuamente in cerca dei tanti segreti che nasconde.
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Alberto Nemo – Futuro Semplice

[ 02.11.2018 | New Model Label | Experimental Pop, Avantgarde ] di Silvio “Don” Pizzica

Da un vincitore (2018) di Musicultura probabilmente non vi aspettereste mai un disco come questo Futuro Semplice; ed è questa la prima cosa che stupisce ma non l’unica. Affiancato dalla violinista Sephine Llo e da Claudia Ferretti (Claudia Is on the Sofa), Alberto Nemo si lancia in una sfida quanto mai complessa e dall’esito tutt’altro che scontato. Condensare in un suono minimale una voce fuori dal comune, esoterica e ascetica, con tematiche colte e impegnate, il tutto cercando di utilizzare un linguaggio che pur non essendo Pop in senso stretto, possa rivolgersi a un pubblico ampio e solitamente abituato alle strutture del Pop (per certi versi in modo simile, almeno nelle intenzioni, a Laurie Anderson). Non aspettatevi dunque niente di vicino al Pop de Lo Stato Sociale o Willy Peyote che cito solo in quanto artisti con i quali Nemo ha condiviso il palco. Futuro Semplice è Minimalismo, Neo Classical, Alternative Gospel e Soul che vuole farsi amare anche da chi non è abituato a certi suoni. Futuro semplice è musica per sognare, come ha affermato Vince Tempera; Futuro Semplice è un disco per chi ha animo puro e disposto a salire alle stelle e non esiste una via facile dalla terra alle stelle..
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Last modified: 16 Febbraio 2019