Ottobre, 2015 Archive

Intervista agli Sharazad

Written by Interviste

Band formata da Alessandro Moroni (chitarra elettrica/effettistica/synth/mandolino), Diego De Franco (chitarra elettrica/tastiere/synth/batteria/voce) e Federico Uluturk (chitarra elettrica e acustica/basso/synth/organetto/voce) la cui forte amicizia ha reso più semplice la condivisione della loro più grande passione, la musica. Musica che hanno inciso sul loro omonimo EP che da qualche giorno sta facendo il giro di tutti i nostri lettori mp3.

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Il Video della Settimana: Albedo – “Astronauti”

Written by Senza categoria

“Astronauti” è il secondo video estratto da Metropolis (Massive Arts -V4V), quarto album in studio degli Albedo, per la regia di Francesco Roma.

Che cosa pensi di quelle stelle luminose così lontane? Potranno davvero ospitare qualcuno? Basterebbe anche solo uno, o forse noi due, ma dovrebbe essere un pianeta enorme, fatto di gomma per non farci mai del male.
Che cosa pensi di questa vita rumorosa? Siamo solo un caso o siamo nati per qualcosa di magnifico? Qualcosa di magnifico in cui perdersi.

Liriche essenziali su tappeti del miglior Post Rock italico, “Astronauti” conferma la maestria degli Albedo nel coniugare distorsioni e cantautorato.

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FermoImmagine, guarda il video di “Pugile”

Written by Senza categoria

Un impiegato come tanti immerso nelle frustrazioni quotidiana. Un capo ufficio scorretto e opprimente. E la boxe, sport che in diversi decenni, con le sue metafore di lotta, resistenza e sconfitta, ha alimentato l’immaginario di tanti songwriters (da Bob Dylan a Federico Fiumani). Sono queste le componenti principali del videoclip di “Pugile”, primo estratto dal nuovo lavoro dei FermoImmagine  disponibile su YouTube.
Il video è stato realizzato dal videomaker Nicolas Galeotti e anticipa l’uscita in totale autoproduzione del disco Frammenti prevista per il prossimo 20 novembre.

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Josh T. Pearson in Italia per quattro date!

Written by Senza categoria

Dopo la breve, ma intensa, carriera dei Lift To Experience (il loro unico album The Texas Jerusalem Crossroads fu acclamatissimo dalla stampa) Josh T Pearson ha vissuto i successivi dieci anni lontano dai riflettori. Nel 2011 il grandioso ritorno su etichetta MUTE con il suo debutto solista. The Last Of The Country Gentlemen, registrato nell’arco di due anni in uno studio amatoriale di Berlino, è un disco di un’intimità estrema: la voce sofferta di Josh, la sua chitarra graffiante e occasionalmente un tocco gelido di violino e di pianoforte malinconico sono gli strumenti per raccontare il dolore profondo di un uomo che ha perso la fede in Dio e nell’amore.

30 OTTOBRE 2015 – ROMA – MONK

31 OTTOBRE 2015 – FIRENZE – SPAZIO ALFIERI
www.spazioalfieri.it

01 NOVEMBRE 2015 – PADOVA – CHIESA DEL CROCIFISSO, ATELIER DE REFLEXION

02 NOVEMBRE 2015 – RAVENNA– BRONSON

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The Ties and The Lies – “Home is Where the Heart is” [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

Ties

Il quartetto bolognese The Ties and The Lies torna in scena con un nuovo disco che anticipiamo in anteprima con il video del primo singolo estratto dal titolo “Home is Where the Heart is”. Disponibile dal prossimo 5 Novembre 2015, questo lavoro è un viaggio lungo una vita tra obblighi e verità, tra ciò che ci rende liberi e ciò che invece ci costringe a forme di privazione, sociale quanto psicologica. Un disco che non abita certo in Italia e che, invece, porta il nome di una cittadina del New Mexico: Truth of Consequences. Appunto obblighi o verità, un diario di bordo di 6 inediti che dividono il lavoro e l’ascolto in due emisferi umani e sentimentali. Tra le strade notturne della piccola cittadina (TOC) fino al cambiamento di vita, interiore, con gli altri. Un bel Pop Rock anche tinto di colori britannici piuttosto che, ovviamente, di sceneggiature americane da grandi ruote. L’intervista per Rockambula:

Avete intitolato questo nuovo disco con il nome di una cittadina del New Messico: Truth of Consequences la domanda nasce spontanea: ma ci siete stati davvero? Come l’avete scoperta?
Truth or Consequences. Ci siamo stati? No, purtroppo, ma ci siamo ripromessi di farlo, prima o poi, non foss’altro per chiudere il cerchio. L’abbiamo scoperta in una di quelle serate senza sonno in cui ti metti a cercare le robe più disparate su Internet. Parti da un Talk di TED, poi ti trovi dopo mezz’ora a guardare un documentario sui canguri su YouTube. Ecco, io ad un certo punto sono capitato sulle foto dell’unico spazioporto realmente funzionante ed esistente della Terra, che ovviamente è a Truth or Consequences. Da lì è partito tutto… Cioè, come fai a non innamorarti di un posto che ha costruito una stazione di servizio per i viaggi intergalattici?

E traducendo questo titolo: Obbligo o Verità. Iniziamo con le domande difficili. I Ties cosa scelgono?
Scegliamo verità, anche se è una risposta meno scontata del previsto. Fare le cose per costrizione e non per convinzione ha sempre dei risvolti negativi.

Ascoltandolo in anteprima abbiamo trovato forti richiami all’Inghilterra dei Babybird o Franz Ferdinand piuttosto che all’America dei Guns. Cosa ci dite in merito?
Come sempre, la verità sta nel mezzo. Per noi l’Inghilterra è sempre stata importantissima, musicalmente ma anche a livello personale (fra l’altro la domanda è comica perchè sto rispondendo da un ufficio di Londra). Ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a suonare con il Brit Pop degli anni ‘90, abbiamo amato i parka e le vespe dei mod e indossato le Adidas di Ian Brown e di Noel. Il grande amore per l’indie è arrivato solo dopo, anche grazie ad una città -Bologna- in cui l’impronta alternative è sempre stata forte e ben riconoscibile. In questo senso un po’ olistico ci piace pensare che Truth or Consequences sia il nostro disco meno inglese e più americano, non solo per i suoni, ma anche e sopratutto per i colori, gli immaginari e le ispirazioni. È più un’America a pastelli tenui che quella delle grandi metropoli: è l’America del Sud, dei Drive-In, dei colori caldi e del rodeo.

Tra rabbia e romanticismo, lanciate il disco con un singolo dal titolo emblematico: “Home is Where the Heart is”. È un modo per ricordare alle persone la nostra vera natura? Al di la degli aspetti meramente romantici, sbaglio a leggerci anche una denuncia verso la superficiale condizione artistica nel mondo della cultura e del lavoro italiano?
No, credo di no: non è un messaggio per ricordare a qualcuno chi siamo. Truth or Consequences non è un manifesto di intenzioni, al contrario. È un posizionarci nel “qui ed ora”, funziona più da àncora che da aquilone. Avevamo bisogno di un lavoro solido, forte, in cui riconoscerci. E dentro c’è quello che è importante per noi oggi. “Home is where the heart is” parla esattamente di questo: dell’importanza della famiglia, degli amici veri, di mettere il cuore e il tempo nelle cose e nelle persone davvero importanti. D’altro canto è certamente una canzone romantica ma con diversi rimandi alla condizione media in cui più o meno tutti si ritrovano in questo periodo: l’impressione è che si stia vivendo in un periodo molto confuso e con pochissimi punti di riferimento, in cui perdere la propria identità è un rischio altissimo.

Spesso parlate di “immaturità” citando i vostri vecchi lavori. Oggi invece? Questo disco cosa promette? Cosa dobbiamo aspettarci?
La verità è che forse “immaturo” non è la parola giusta, almeno non a livello musicale. A differenza degli altri lavori, Truth or Consequences è quello che ci rappresenta di più, che dà una fotografia più precisa di quello che sono i Ties oggi. È stato un disco musicalmente facile, per noi, sia da scrivere che da suonare, cosa che non è stata vera per gli altri lavori. Ognuno ascolterà e giudicherà, ma siamo orgogliosi di avere fatto un disco sincero, molto spontaneo, che contiene tanto di noi.

Come citato anche da voi, il disco in qualche modo soffre dei mille ingranaggi di produzione che ormai sono ovvi e scontati per tutti. Cose che poi avete risolto brillantemente. Quindi col senno di poi pensiate sia stato un valore aggiunto o magari un rimpianto per non aver fatto davvero le cose come volevate?
Come dicevo prima, una delle cose più belle di questo disco -guardandolo da qui, da adesso- è che non ci sono rimpianti. Certo, ci sono stati gli alti e i bassi inevitabili di quando si registra e si produce un disco in maniera indipendente ma a conti fatti non potremmo essere più contenti. Personalmente, credo che ogni difficoltà affrontata e poi superata rappresenti un grande valore e qualcosa che di per sè vale il prezzo del biglietto.

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Mimosa – La Terza Guerra

Written by Recensioni

Attrice teatrale e cinematografica, ancor prima musicista, Mimosa Campironi esordisce con La Terza Guerra, un disco che racconta storie di donne ed amori, a volte violenti, a volte sbagliati. In undici brani viviamo una serie di capitoli in cui le carriere parallele della cantautrice si coniugano in continuazione come se ci trovassimo davanti a una risposta italiana alla statunitense Amanda Palmer: rimembranze del suo Dark Cabaret sono, difatti, presenti nella titletrack. E il che non disturba. Veniamo mandati indietro ai tempi del film muto e della comicità di fine Ottocento. “Arance” e “Fame D’Aria” ci ricordano con veemenza che ci troviamo nel 2015 e Mimosa regala magie con il suo pianoforte, molto più contemporaneo. E anche questo non è un male. “Gli Effetti” torna sui binari isterici dei Dresden Dolls: teatralità e giocosità a iosa. Dal sorriso alle lacrime in quanto la successiva “Fakhita” è dedicata alle donne trovate uccise in Africa, di cui spesso non si conosce neppure l’identità. Un episodio toccante che fa lievitare il voto di almeno mezzo punto. Delle seguenti composizioni segnalo “Voglio Avvelenarmi un Po’”, che gode di una ritmica che segue appieno la voce recitata dell’artista. Purtroppo sul finire regna una certa stanchezza dove il messaggio delle canzoni deturpa le canzoni stesse. Teatrale, sognante, triste, talvolta divertente: La Terza Guerra è tutto questo e molto più. Un album attuale concepito nel passato da una mente che ha un’esperienza enorme a dispetto dei suoi ventinove anni. Il confine tra arte e musica non è mai stato così labile.

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Frisino – Tropico dei Romantici

Written by Recensioni

Tropico dei Romantici non è un nuovo parallelo terrestre dedicato agli innamorati, ma è il titolo dell’album di debutto di Antonio Frisino, in arte solo Frisino. Pugliese di nascita, è un cantautore giovane ma al tempo stesso “d’epoca”, che propone un Pop immediato, orecchiabile con marcati richiami a melodie d’antan e uno stile che trae spunto dai grandi cantautori italiani degli anni 60 come Battisti ed Endrigo, ma anche da autori più moderni come Dalla, Conte e Venditti, senza escludere i contemporanei Di Martino e Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti. Tropico dei Romantici è un album classico dove la forma canzone strofa-ritonello-strofa è padrona assoluta, anche se i vincitori indiscussi sono i ritornelli coinvolgenti e diretti, dei veri e propri tormentoni già dal secondo ascolto, come nei brani “ Lontanissimo” e “Che Cosa Vuoi da Me”. Frisino, da bravo cantautore, pone molta attenzione alle storie che racconta e come, anticipa il titolo, il territorio sul quale si muovono i dieci brani è l’amore, sentimento che impregna totalmente i testi, che si tratti di riflessioni amorose, storie reali o incontri immaginari. Il punto di vista si sposta di frequente, a volte è personale altre è quello di un semplice narratore, ma da qualsiasi prospettiva Frisino ci propone un ritratto spesso amaro a tratti nostalgico del sentimento per eccellenza. Si parla di tradimento in “Con o Senza di Te”, di rimpianti amorosi in “Domani è un Altro Giorno” o rotture disastrose in “Le Tue Parole”.  Nonostante le pene d’amore narrate le melodie, altro punto fondamentale del disco, sono leggere, ritmate, ammiccanti, i suoni sono puliti, ariosi senza ombre e tormenti atavici. La delicatezza di Frisino e degli arrangiamenti dona ai brani intensità e veracità privandoli della parte più oscura e cupa. Tropico dei Romantici è un album per cuori teneri, per la maggior parte autobiografico, ma che racconta esperienze e sentimenti universalmente condivisibili che generano immediata empatia e coinvolgimento. I brani sono fatti per essere ricordati facilmente e richiamano alla mente le canzoni di Dalla e Battisti, che hanno cresciuto due, se non tre generazioni d’italiani. Un debutto promettente per un genere, quello cantautoriale italiano, sempre più ricco e vario.

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Pending Lips Awards 2015- La prima edizione in arrivo

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L’8 novembre si terrà, al Maglio di Sesto San Giovanni,  la prima edizione del Pending Lips Award. La manifestazione, nata come costola del più rodato Pendings Lips festival, ha l’obiettivo di creare un’altra occasione, dopo il Pending Lips Festival, in cui la musica sia protagonista e in cui le band coinvolte possano avere un momento di visibilità concreto.  L’evento consiste in una premiazione rivolta ad alcune band selezionate dai numerosi partner coinvolti che consegneranno delle speciali targhette. Durante quest’appuntamento tutte le band italiane premiate si esibiranno in mini live, ospiti speciali dell’evento saranno gli americani Hop Along in tour europeo.
Rockambula come parter del Festival e di questa nuova avventura ha deciso di premiare i Dust. Insieme aila nostra selezione annunciamo anche tutti i gruppi premiati della prima edizione:
Hic Sunt Leones – Sentireascoltare
Morning Tea – Off Topic
Ishaq- Indiependent Reviews | UCampus Pavia
News For Lulu- Indie-Roccia.it
The Floating Ensemble – Indie-Zone.it | CiaoComo
Richard J Aarden- Vox Radio Webzine | ‪#‎MiTomorrow‬
Old Fashioned Lover Boy – Just Kids | Radio Bocconi
Winter dies in June – Troublezine.it
I’m not a blonde – Lamusicarock | Radio Statale
New Adventures in Lo-Fi – Musique Buffet
Steve Howls – Rivista Paper Street

Per saperne di più di seguito il link all’evento ufficiale:
https://www.facebook.com/events/1193094350704580/

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Nuovo album e tour per i Port-Royal

Written by Senza categoria

Il trio genovese torna in tour per presentare il nuovo album Where Are You Now, appena pubblicato da n5MD/Goodfellas. Sono passati quasi sei anni dal loro ultimo full length Dying in Time, senza contare la compilation del 2011 di remix e rarità intitolata 2000-2010: The Golden Age of Consumerism (sempre per l’americana n5MD) e l’album del progetto parallelo di Attilio Bruzzone Diamat nel 2013. Where Are You Now riempie questi sei anni con temi familiari e ricorrenti per la band, aggiungendo tuttavia nuove componenti all’universo sonoro dei Port-Royal, presenti in brani Pop come “Death Of a Manifesto” e “Alma M.” e nel battito muscolare, quasi industriale, che compare in alcune sezioni di “Karl Marx Song” e “Theodor W. Adorno”. Ecco le date del tour:
13 novembre 2015 – Milano – Magnolia
04 dicembre 2015 – Padova – Mame
05 dicembre 2015 Fontanafredda (PN) – Astro Club
25 dicembre 2015 – Genova – Teatro Altrove
21 gennaio 2016 – Cava de’ Tirreni (SA) – Live Su Marte
22 gennaio 2016 – Roma – Monk
13 febbraio 2016 – Torino – Magazzino Sul Po

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Toxic Love a Torino: una rilettura dei brani dei Velvet Underground, Lou Reed e Nico

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Sogni infranti su stivali di pelle brillante, l’amore, il vizio, i bassifondi della Grande Mela, il tutto rivisto attraverso le canzoni che hanno segnato un’epoca, all’insegna del connubio tra ricerca musicale e sperimentazione. La storia dei Velvet Underground così come quella di Nico e Lou Reed è nota perché ha segnato il rock a venire ridefinendo i canoni di tutte le correnti musicali successive, dal punk alla new wave. Lo spettacolo rivisita i principali successi di questi artisti in una chiave contemporanea grazie alla voce di Angela Baraldi e alle musiche di Corrado Nuccini ed Emanuele Reverberi dei Giardini di Mirò.
L’appuntamento è per sabato 7 novembre 2015 ore 22.00 presso il Magazzino sul Po di Torino

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Plan de Fuga, esce il video di “Spazi Immensi”

Written by Senza categoria

Il video, per la regia di Fred Cangianiello, è stato girato in un teatro vuoto, dove in un ipotetico provino si mettono a confronto due band per capire chi possa avere i requisiti per diventare una pop star, ironizzando sul ruolo della musica, ormai marginale rispetto alla prepotenza della forma.
“Sono immagini di niente, vite dello schermo, giochi di chi vince e non ha mai abbastanza e aspetto una risposta, vorrei decidere una volta anch’io”(Spazi Immensi). Il singolo precede l’uscita del nuovo lavoro del quartetto bresciano, previsto per i primi mesi del 2016, e annuncia il tour che li vedrà impegnati tra novembre e dicembre in alcuni Club della penisola.

Ecco le date:
18/10 : Secret show, Milano
11/11 : Le Mura, Roma
13/11 : Meet, Atripalda (AV)
19/11 : Biko, Milano
28/11 : Edonè, Bergamo
12/12 : Interstate, Udine
19/12 : Marcos Pub, Livigno

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La Band della Settimana: Figli del Papa

Written by Novità

I Figli del Papa sono un gruppo Crossover/Funk formatosi nel 2005 da un’idea di Luca “GkA” Villani (voce). Inizialmente nato come progetto Hip Hop vede una svolta nell’estate 2010, quando si uniscono al gruppo Roberto Mennuti (chitarra), Pinny (basso), Alessio Chiossi (batteria) e Patrick Notario (chitarra), dando così al gruppo un’immagine molto più Rock e di maggiore spessore scenico. I loro live non sono mai scontati, proprio come il loro nome, il groove la fa da padrone e i testi dal forte marchio rap vanno a cavalcare melodie a volte Rock, a volte lente e altre volte di un travolgente Crossover, con qualche sprazzo di improvvisazione e freestyle. Dopo svariati live, che li ha visti protagonisti, fra gli altri sui palchi di Vox, Pegorock, Frogstock, American’s Fun, Hiroshima, i Figli del Papa stanno promuovendo il loro nuovo album #Sorridinfacciallarealtà uscito il 25 ottobre. #Sorridinfacciallarealtà è il nuovo album dei Figli del Papa. Un album caratterizzato dal sound Funk tipico della band modenese ma che strizza l’occhio anche a sonorità più Pop rendendo le tracce scorrevoli e piacevoli. I testi su cui si districa il disco vede due poli opposti, speranza da una parte e accettare la realtà dall’altra. Ogni canzone racconta una storia e sta all’ascoltatore finale decidere se sia a lieto fine o di una arrogante verità.

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