Dicembre, 2014 Archive

Rockambula vi augura un felice 2015!

Written by Senza categoria

Rockambula e tutta la redazione vi augurano un felice 2015! Tanta musica nel vostro 2015, spaccate il mondo!

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La Band della Settimana: Peter Punk

Written by Novità

La band si forma nel 1994, costituito,dopo una serie di cambiamenti iniziali di line-up, da Nicolò Gasparini , Ettore Montagner , Stefano Fabretti e Nicola Brugnaro. Dopo aver registrato un demo nel dicembre del 1998 Cornflakes, e alcuni brani nel 1999 destinati ad apparire in varie raccolte Great Time for Agitato Records, Tre Venezie, Astropunkers 2000, Kings of Punk, nel luglio del 2000 pubblicano, registrandolo in una settimana, il loro primo disco che porta lo stesso nome della band. In alla pubblicazione del loro terzo all’album XI la band entra in uno stato di crisi che determinerà infine lo scioglimento della stessa, che avviene nel 2004. Dopo lo scioglimento, i componenti hanno fondato due nuove formazioni musicali: l’ex cantante ha formato gli Scacciapensieri, mentre i tre musicisti hanno dato vita ad un nuovo gruppo: Cattive Abitudini. Nel 2010, dopo 6 anni di silenzio, decidono di tornare sul palco per un tour che toccò diverse località del nord Italia, ed inoltre dichiararono di essere impegnati nella lavorazione di un nuovo album. Il 10 luglio 2013 il gruppo ha annunciato in via definitiva il ritorno nelle scene musicali. Il 24 Novembre 2014 esce il nuovo album Il Seme Della Follia.

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The Marigold – Kanaval

Written by Recensioni

Evito di fare inutili giri di parole, tanto servono a ben poco, aspettavo il terzo disco dei The Marigold come un bambino degli anni 80 aspettava Carnevale. Ero preso da una forte curiosità, ero quasi indisponente verso la scena Post Rock italiana, sapevo che il loro disco mi avrebbe fatto contento. Ecco Kanaval, uscito alla metà di Dicembre negli USA per la Already Dead Tapes & Records di Chicago e in Europa per la DeAmbula Records, Riff Records, la belga Hyphen Records e Icore Prod (prendo in prestito qualche riga dal comunicato stampa). In Kanaval collaborano artisti esageratamente sperimentali come Amaury Cambuzat (Ulan Bator, Faust), Gioele Valenti (Herself), mentre mix, mastering e produzione sono portati a termine niente di meno che da Toshi Kasai dei Melvins (che ha anche suonato nel disco). Siamo tutti d’accordo che già le buone premesse senza ascoltare il disco ci sono praticamente tutte? Almeno gli incredienti sembrano essere di eccelsa qualità. Poi inizia l’ascolto, le atmosfere iniziano ad assumere strane connotazioni, usciamo dal mondo reale per attraversare il confine che porta sul pianeta dei The Marigold, “Organ-Grinder”. Chitarroni pesanti come macigni, distorsioni indiavolate, provo brividi nell’ascoltare “Magmantra”. Grunge affetto da una malattia incurabile in “Sick Transit Gloria Mundi”, noise, il pezzo è anche cantato (cosa rara nel disco), la ritmica riesce a portarsi via le ormai deboli ossa del collo. Kanaval diffonde nel mio corpo forti sensazioni contrastanti, voglia di subire, voglia di arrogarmi il diritto di essere il padrone dell’intero mondo. Sento il bisogno di piangere, subito dopo rido in maniera istericamente incontrollata. Particolarmente in “Third, Melancholia”, avverto una forte complicazione del sistema nervoso, saranno gli effetti lanciati a disegnare infiniti cerchi concentrici che spappolano tutto il sistema emotivo. Non capisco bene il perché ma perdo facilmente il controllo, ho sempre il fiato sul collo (“So Say We All”). A chiudere il lavoro “Demon Leech”, una cavalcata mentale lunga quasi dieci minuti durante i quali le emozioni assumeranno i comportamenti più disparati, una paralisi del corpo scatena una iperattività del cervello. I The Marigold sanno sperimentare come pochi in Italia, sanno contornarsi di artisti importanti, ogni loro disco rappresenta sempre una sorpresa. La banalità non esiste nel dna di questa band, hanno la capacità di trascinare l’ascoltatore dove vogliono, hanno il potere di scrivere grandi dischi, hanno il difetto di essere italiani. Kanaval è un grande disco, poca roba raggiunge questi livelli in Italia, iniziamo a valorizzare quello che realmente vale.

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Peter Punk – Il Seme Della Follia

Written by Recensioni

I Peter Punk sono invecchiati. Le foto e il video di “Trashers” sono impietosi, non si esce vivi dagli anni 90. Ma forse per quella generazione non esiste proprio nessun altro modo di invecchiare. La pelle è destinata a diventare dura, ricoperta in gran parte da inchiostro e rivestita ancora di canottierazze e pantaloncini mai troppo corti. Cortissime invece rimangono le loro canzoni, potremmo nel 2014 trovare pregi e difetti di una vecchia automobile che fa molto fumo, arranca ma ti da la sicurezza di portarti sulla strada giusta.
Il Seme Della Follia è un disco Punk a 360 gradi, da vere teste dure (stessa formazione degli esordi!), autoprodotto, senza compromessi e fronzoli. Tempo velocissimo, accordi distorti e precisi, cori da pogo feroce. “Lo Stesso Fuoco” parla chiaro, “sveglio da un letargo e pronto a gettarmi nella mischia”, il letargo è durato dieci anni ma il suono è puro e crudo come agli esordi. Persino i testi rimangono terribilmente adolescenziali, non può non far sorridere l’inno alla nuova diva del porno “Sasha Grey” dal momento che viene cantato da dei cazzutissimi quarantenni. Poi parte “I Veri Ladri” e spunta fuori una bella strofa Ska che tanto ci aspettavamo, anche qui le parole di Nicolò Gasparini non sono di certo di sopraffina poesia ma semplici e efficaci come dopotutto devono essere le canzoni di dura lotta contro il sistema. C’è da dire che il pezzo su cui hanno puntato i ragazzi non è di certo il miglior bel biglietto da vista che potevano permettersi. In “Trashers” si esagera: video con Andrea Diprè, citazioni a youtubers di ultima generazione e un brano che non brilla né per potenza né per melodia, molto più azzeccata è “Ombra Longa Day”, elogio ad una manifestazione enogastronomica di Treviso, ormai ferma dal 2008. Frasi in dialetto, riferimenti popolari e tanto spirito etilico e festaiolo, tutto contornato dal bell’assoletto di chitarra del sempreverde Stefano Fabretti. Il resto del disco ha un ritmo altissimo dall’inizio alla fine a parte il relax Reggae della prima parte di “Destini”, carina ma evitabile dato il contesto in cui viene inserita. Per fortuna il pezzo dopo poco più di un minuto si tramuta in genuina ignoranza Hardcore. La nostalgia ritorna spesso e prepotentemente, e come potrebbe non essere così? I Peter Punk oggi non guardano troppo in avanti, ma questo non è così un male. Fanno il loro sporco lavoro e battono la loro strada sicura con gli stessi occhi, la stessa ironia, gli stessi sorrisi e la stessa incazzatura di vent’anni fa. “Nucleo Storico” è il miglior pezzo del disco e più di tutti gli altri fa sorridere per la sua leggerezza: “la mia testa mi ricorda quanto ero carico, scoppiava anche l’alcool test”. Del Punk italiano forse in pochi sentivano la mancanza, mai si è pensato che fosse necessario. Ma nessuno si azzardi a rinnegarlo e a dire che non fa parte della storia della musica popolare italiana, le mode passano ma la Signora Grinta è ancora li con gli artigli ben affilati.

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“Disorientami Tu (Il Santo Demone dell’Amore)”

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Il nuovo singolo di Army (Armando Fusco) si intitola “Disorientami Tu (Il Santo Demone dell’Amore)” ed è stato scritto e arrangiato dal poeta e musicista Nino Velotti degli Hueco mentre il videoclip porta la firma di Carlo Giuseppe Zuozo. Dopo aver affrontato la Dark Wave di Vanità che ha avuto molto successo in Internet ,il Rock di “Quaderni Bianchi” e l’elettronica sperimentale di A forza di fuoco, Army torna a collaborare col gruppo Pop Hueco di Pompei NA di cui all’inizio della sua carriera è stato seconda voce. L’occasione è questo brano dall’atmosfera metafisica che racconta un vissuto interiore di sofferenza che trova speranza di salvezza nell’arrivo del santo demone dell’Amore. Disorientami tu fa parte di un nuovo album in lavorazione.

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I Morgan con la i al Garbage Live Club di Pratola Peligna

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Dopo l’annullamento della data del 28 dicembre dei Fiori di Cadillac torna la musica live al GARBAGE LIVE CLUB con un altro grande evento. Questa volta tocca ai romani Morgan con la i. Ad aprire il live, Niccolò Maria Santilli, una delle più promettenti voci della nostra vallata. Morgan con la i è un collettivo di cinque giovani ragazzi, che vivono la Roma dei nostri giorni, fatta di tram in ritardo e tramonti senza tempo. I loro sono racconti di una vita passata in equilibrio tra precarietà e sogni. Oggi i Morgan con la i sono alle prese con il disco d’esordio, edito da FioriRari, l’etichetta che fa capo a Roberto Angelini, noto artista e produttore romano. Il singolo “La Melatonina”, che anticipa l’album, è stato pubblicato in esclusiva streaming in home page su Il Fatto Quotidiano.it, ricevendo grande visibilità e ottimi riscontri da parte del pubblico.

Sabato 3 Gennaio, start ore 22. Evento qui

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Vogan – Polvere

Written by Recensioni

La parola polvere fa venire in mente tante cose, dalle particelle sottili e volte pericolose che ci tocca respirare, all’album di Enrico Ruggeri del 1983, alla patina del tempo, fino a deserti sconfinati. Per il quintetto siciliano Vogan, Polvere rappresenta il primo disco d’esordio, preceduto da un EP e quasi cinque anni di lavoro insieme. Amici di liceo, cresciuti con la musica, si presentano al grande pubblico con dieci brani di Rock melodico, con grandi influenze Pop, soprattutto nel modo di strutturare le canzoni, costruite per lo più su forti e melodici ritornelli. Il disco è un’autoproduzione veramente ben fatta, i suoni sono puliti, ben registrati, tutto è collocato nel giusto posto senza sbavature e colpi di scena. “Polvere” omonima title track apre con la giusta energia, e il grado d’immediatezza ed orecchiabilità sono davvero alti. Elementi che si ritrovano anche in “Abitudine”, “27 Gennaio” con virate più Pop in “Nel Tempo del Peccato” e “Lisa”. Si chiude in stile classico con la ballad romantica “Le Parole Non Dette”. I Vogan hanno senza dubbio lavorato molto bene sui suoni e sulle melodie, rappresentando in questo modo un certo Pop Rock italico, di stampo radiofonico e apprezzato da un pubblico sicuramente vario. Questa pulizia, però, risulta un po’ ridondante e non tutti i brani hanno lo stesso piglio. Sebbene tutto scorra facilmente e con piacevolezza, mancano un po’ le emozioni, i colpi di testa, e tutto risulta eccessivamente imbrigliato. Probabilmente questa mancanza di un vero e proprio effetto wow, di quelli che ti fanno letteralmente alzare dalla sedia, è generata, oltre che da una sorta di monocromia musicale, anche da testi poco incisivi e a volte prossimi al banale. Polvere è un disco che ha aspetti molto positivi, soprattutto per la qualità della produzione, ma al tempo stesso mostra qualche lacuna, sulla quale il gruppo avrà modo di migliorare. In definitiva, un ascolto facile, orecchiabile e sicuramente gradevole per un ampio pubblico, meno allettante per gli ascoltatori attenti e desiderosi di aspetti originali e innovativi.

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Thomas

Written by Interviste

 

In occasione del loro secondo full lenght dal titolo Fin dal sound funk e groove abbiamo scambiato qualche riga con i Thomas. Band piemontese la cui caratteristica è proprio quella di uscire dalle tipiche catalogazioni musicali.

Ciao ragazzi benvenuti su Rockambula. Partiamo subito col parlare dell’ultimo lavoro uscito, Fin, come potete descriverlo a chi ancora non ha avuto modo di ascoltarlo?
Fin è un disco che da tanto, ma che richiede anche un po’ all’ascoltatore. Per viverlo appieno bisogna ascoltarlo almeno una volta sul serio, per intero, e vi assicuro che ne uscirete appagati proprio come succedeva con un bell’ LP una volta.

Rispetto all’esordio Mr Thomas’s Travelogue Fantastic come si è evoluta la band musicalmente?
Sotto diversi aspetti, in realtà. Abbiamo lievemente cambiato la line-up, curato con maggior dovizia di particolari gli arrangiamenti e siamo ancora più consapevoli di prima delle nostre potenzialità come formazione.

All’interno di questo full lenght sono presenti strumenti inusuali come quelli a fiato e il violino. Quando e perchè avete sentito l’esigenza d’inserirli per completare l’opera?
In realtà se avessimo il budget e la possibilità tutti i nostri brani sarebbero infarciti di strumenti di ogni tipo. Ampliare la tavolozza sonora a disposizione non può che essere un bene sia per chi crea che per chi fruisce, anzi sarebbe stupendo potersi permettere una sezione fiati stabile, nei Thomas!

Parliamo invece di “April Fool”, il singolo di presentazione del vostro album. A cosa è dovuta questa scelta?
E’ una canzone calda per un periodo freddo. Se tocca le stesse corde agli ascoltatori che tocca a noi, allora il periodo di Natale è perfetto per “April Fool”.

La critica ha risposto abbastanza bene al vostro lavoro; voi come band siete riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati?
Noi non facciamo sogni ad occhi aperti e abbiamo i piedi per terra, ma dentro sogniamo palchi e audience ben più grandi di quelli che abbiamo a disposizione ora.

Quali saranno le prossime tappe per far conoscere questo album, avete un nuovo singolo o video da lanciare?
Sicuramente ci sarà un singolo con relativo video per l’estate, ma ci occuperemo di quello e del tour dopo le feste. Programmiamo di girare in lungo e in largo, se possibile!

Passiamo ad un argomento cruciale per una band, il rapporto con il pubblico, i concerti. Nella vostra biografia si può leggere che quello a cui avete sempre puntato prima di far uscire il disco d’esordio è stata la dimensione live, live più che altro dettati dall’improvvisazione. Adesso invece che avete due album alle spalle come si preparano i Thomas per i loro concerti?
La differenza sta nell’avere uno spettacolo coerente, con un crescendo, una scaletta curata, e il solito amore per il suonare dal vivo. Non è cambiato il nostro rapporto con il pubblico, ma quello con la nostra musica, che finalmente prendiamo un po’ più sul serio.

Abbiamo concluso, lasciamo le ultime righe a voi per dire qualcosa ai nostri lettori…
Prendetevi il tempo per ascoltare il nostro nuovo disco, magari proprio nell’ordine corretto e senza pause, e se vi piace e ci trovate nella vostra zona, venite ad ascoltarci dal vivo! Un abbraccio dai Thomas!

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Lato B, l’underground italiano interpreta Battisti

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Un grande evento il 30 dicembre all’SOS, Social Open Space di Castellammare di Stabia (NA), con grandi musicisti della scena underground italiana, Leo Pari, Gianluca De Rubertis (Il Genio), Dario Ciffo (Afterhours, Lombroso), Lino Gitto (Dellera, Green Like July) si uniscono per dare omaggio a uno dei più grandi musicisti italiani e danno vita alla cover band chiamata, Lato B – Il Canzoniere di Battisti, che nasce dalla voglia di riprendere il discorso di Battisti là dove si era interrotto nel 1970. Canzoni indimenticabili come “Ancora Tu”, “Con il Nastro Rosa”, “Il Tempo di Morire”, “Mi Ritorni in Mente”, “Il Mio Canto Libero”, “Pensieri e Parole”, “E Penso a te” e tantissimi altri classici di Battisti-Mogol, senza tralasciare gemme più nascoste come “Dio mio no”, “Comunque Bella” , “Amore Caro, Amore Bello”, “L’aquila”, “Confusione” e tantissime altre.

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Un nuovo pezzo per Thom Yorke

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Thom Yorke decide di pubblicare un nuovo brano inedito su Bandcamp, il pezzo si chiama “Youwouldn’tlikemewhenI’mangry”. Non sappiamo ancora molto sull’origine della canzone e a cosa possa essere legata, ma siamo sempre più attratti dall’indiscusso talento del musicista inglese. Thom Yorke non smette mai di stupire.

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Anna Calvi, il nuovo disco (forse) nel 2015

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Quasi sicuramente il terzo disco di Anna Calvi uscirà nel 2015, l’artista londinese ha recentemente pubblicato un Ep di cover Strange Weather. Il disco segue l’omonimo del 2011 e One Breath del 2013. Di recente ha aperto concerti del tour di Morrissey. Non resta che rimanere in attesa e sperare in un grande lavoro. Noi siamo fiduciosi, voi?

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Il Video della Settimana: UMMO – “Malinconia”

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UMMO: una band rivelazione di quello che, a loro dire, potrebbe chiamarsi Heavy-Pop. E dopo inaspettati riscontri di pubblico e di critica per l’uscita del primo videoclip che ha collezionato migliaia di visualizzazioni in pochissime ore, ecco il disco disponibile in tutti gli store digitali. Una nuova produzione firmata dal cantautore e producer Paolo Tocco (Protosound Records), erotica provocazione e trasgressiva energia dalle forti tinteggiature elettroniche e visionarie. Un lavoro caratterizzato da coralità melodiche che devono assolutamente stamparsi alla memoria e restarci a lungo. Il video di “Malinconia” restituisce riscontri record per una band emergente. Firmato dalla regia di Giovanni Bufalini e dal montaggio di Giulio Tiberti è il secondo singolo estratto: una sfida al pudore che mostra sfacciatamente quello che un certo tipo di perbenismo considera censurabile a priori lasciandolo al libero sfogo in mille altre forme fruibili invece liberamente da tutti. Paradossi e contraddizioni della comunicazione e di un’etica quotidiana. Un tour in atto, colori e giochi di luce, Flashmob, incursioni non troppo permesse e tante altre piccole quanto ambiziose alternative al tradizionale iter discografico che non vede più soltanto un disco ma l’immagine ed il suono al centro di tutta la scena. Le copie si possono prenotare fin da ora alla mail dischiummo@gmail.com

ummo 600

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