15 Minutes of Shame – Scrambled Eggs

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La band prova a splendere di luce propria con la seconda prova da studio dopo l’omonimo album di esordio.

Giunti all’onore delle cronache per aver aperto (o come piace dire a loro, rovinato) le date di diversi gruppi italiani come Fast Animals and Slow Kids, Marta sui Tubi e Lo Stato Sociale, i 15 Minutes of Shame cercano di splendere di luce propria con il disco Scrambled Eggs, seconda prova da studio dopo l’omonimo album, sempre autoprodotto. Che sia un gruppo autoironico e satirico lo si può capire dal nome stesso, fortuito (o convinto) omaggio al dodicesimo episodio della seconda stagione della serie animata Family Guy (proprio loro, i veneratissimi Griffin). Dopo l’avvio spento di “Nature Reawakens in Springs”, scarica e quasi del tutto priva di mordente, subito,con la successiva “Crazy Fight of Corianders”,si cambia marcia, rilasciando libera nell’aria l’incisività dei Therapy?, mantenendo, volontariamente, un riuscitissimo sound vintage. Chitarre in levare e arcobaleni, disegnati in cielo dal charleston variopinto di Antonello Spalvieri, colorano l’allegra “Fifteen Minutes of Shame” e la quasi Reggae “Michael”. Il Rock dei Therapy? però non ci sta a farsi da parte e riemerge prepotente nella title track, a cui si accosta la melodia graffiante degli Hüsker Dü. “In Memory of” è un ideale punto di raccordo tra il Punk anni 80 e quello degli anni 90, eccezionale manifesto dei gruppi da me chiamati in causa precedentemente. Chiude un lavoro con poche sbavature la cavalcante “Gaugamela”, dove, come non mai, la batteria si fregia superba del ruolo di co-protagonista del cantante Lorenzo Spinato. Restando in tema cinematografico, se fosse una pellicola Scrambled Eggs non sarebbe destinato a vincere riconoscenze per le prestazioni dei singoli attori. Sarebbe, com’è giusto che sia, premiato come miglior film, sbaragliando a mani basse la concorrenza.

Last modified: 20 Febbraio 2022